L’astro nascente del fumetto italiano, sarà in mostra per la prima volta con una personale che si inaugurerà oggi al MAXXI di Roma e si protrarrà fino al 10 marzo 2019
Un nome d’arte nato ascoltando una famosa pubblicità di un prodotto dedicato alle pulizie domestiche, nasconde il vero nome di Michele Reich. Giovane artista aretino, salito alla ribalta per essere considerato il portavoce della generazione degli ultimi anni del secolo scorso. Una generazione che si è formata crescendo a contatto con nuove tecnologie, con un sistema di comunicazione sviluppato nella plurimedialità, nell’epoca di massima diffusione dei social. Ma anche in un periodo storico di eventi sociali di contestazione e disagio, la fine di un’ epoca politica e la promessa di una ricostruzione.
Nove libri all’attivo ed una intensa attività di illustrazioni tra poster, copertine di dischi, magliette e loghi. Una particolare attenzione al mondo dei centri sociali, diventando presto un punto di riferimento attraverso il suo blog zerocalcare.it
Si propone come un esempio positivo e virtuoso, lontano dal consumo di sostanze stupefacenti, di alcol e tabacco, come ricorda la sua biografia sul web.
Da oggi il MAXXI lo pone in mostra all’interno di un percorso espositivo che prevede tre sezioni a diverso tema: Pop e Tribù, Resistenza e Politica, Non-Reportage. Ripercorrono tutto il suo lavoro sviluppato in oltre 15 anni.
Un lavoro che ha le sue basi nei fatti del G8 di Genova nel 2001. Michele Reich era presente in quel week end di luglio. Anni dopo ne ha parlato come “un’esperienza, tanto in positivo come in negativo, molto formativa”. Un’esperienza che lo pone al fianco delle giovani generazioni e come dicevamo, delle realtà dei centri sociali.
Il blog
Zerocalcare ha il loro stesso linguaggio. Esprime tutto questo con lo stesso piglio dei suoi coetanei, ed entra in contatto con loro attraverso il blog. Uno strumento di condivisione dei suoi lavori e di interazione. Zerocalcare si fa leggere ma non eleggere a personaggio pubblico e distaccato, rimane uno di loro e lo dimostrano le numerose risposte ai suoi post.
Sono comunicazioni su argomenti autobiografici che esprime disegnando se stesso e raccontandosi in prima persona. Una rivisitata forma di arte che traduce il concetto di soggettivazione e socializzazione. La necessità di sentirsi protagonisti e nello stesso tempo parte di una globalità. Il mezzo: l’utilizzo di tavole disegnate, fruibili al vasto pubblico tramite il web.
I riconoscimenti
Un successo, non solo quello del blog, impreziosito dai riconoscimenti ottenuti. Nel 2012 una nomination per il miglior Webcomic, il premio Macchianera Award come miglior disegnatore-vignettista. Viene premiato per la miglior storia breve al Lucca Comics & games. Due anni dopo arriva il premio nella categoria Disegno satirico al premio per la satira politica di Forte dei Marmi e vince il premio “Libro dell’anno” tra i proposti dalla trasmissione Fahrenheit di Rai Radio 3. Nel 2015 colleziona il secondo posto del Premio Strega con il libro ‘Dimentica il mio nome’, il suo quinto libro a fumetti.
Nel 2017 vince il Premio Micheluzzi come miglior fumetto al Napoli Comicon, con Kobane Calling un libro che incorpora due storie pubblicate in precedenza su ‘Internazionale’ e altre 200 pagine di racconto che portano alla ribalta le lotte per la libertà di paesi come la Turchia, l’Iraq, la Siria e il Kurdistan.
Una mostra che si annuncia interessante e tutta da scoprire così come il catalogo che contiene degli inediti. Quattro storie mai stampate prima, disegni rari o mai esposti. Una edizione che accompagna e integra la visione dei già molti anni di lavoro dell’artista cresciuto nel quartiere Rebibbia della Capitale, interprete contemporaneo di una intera generazione.