Punk is not dead…ehm, volevamo dire, il motore termico è lungi dall’essere pensionabile. Toyota è la prima a pensarlo, e ha trovato in Yamaha un partner perfetto per dare nuova vita al motore V8, grazie all’idrogeno. Le due case collaboreranno per creare un propulsore aspirato che “beve” pulito, contribuendo all’obiettivo finale della neutralità climatica.
Com’è fatto il motore V8 a idrogeno di Toyota e Yamaha?
L’aspetto più sorprendente di questo progetto è che non è ex novo: infatti, parte da un motore già esistente. La base di partenza è il 2UR-GSE, un V8 aspirato da 5 litri mutuato dalla Lexus RC F. Yamaha ha già collaborato allo sviluppo di questa unità, progettandone le testate. Ed è proprio da lì che parte la conversione all’idrogeno, con un design inedito per le teste cilindri. Nuovi sono anche i condotti di aspirazione, gli iniettori e altro ancora. Il risultato a livello di performance è interessante: 450 CV di potenza e 540 Nm di coppia. Nella versione standard, la potenza era di 475 CV, cioè solo 25 in più rispetto al fratello “idrogenato”. Si tratta di un ottimo risultato, considerata anche la mole di lavoro necessaria all’adattamento. Il sound è sempre lo stesso, quel ringhio indiavolato che fa degli otto cilindri i motori più apprezzati tra gli appassionati.
Uno sguardo al futuro
“Stiamo lavorando per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050“, ha affermato Yoshihiro Hidaka, presidente di Yamaha Motor Corporation. “Allo stesso tempo, il motore a combustione interna è la nostra passione e il fulcro del nostro lavoro. Non è infatti un caso che “Motor” faccia parte del nome della nostra azienda. I propulsori a idrogeno hanno tutte le potenzialità per essere carbon neutral, ed onorano al contempo la nostra passione per il motore a combustione interna. Collaborare con aziende con culture e competenze diverse e incrementare il numero dei nostri partner è il modo in cui intendiamo essere presenti nel mondo di domani“. Toyota è solo uno dei partner con cui Yamaha sta collaborando per rendere “green” i motori termici. Il marchio dei tre diapason sta lavorando anche con Mazda e Subaru per progetti similari. Con la prima Yamaha modificherà un motore Skyactiv D per convertirlo al biodiesel, mentre con la seconda parteciperà al Super Taikyu per schierare un motore alimentato a e fuel derivato dalle biomasse, assieme al partenariato già esistente con Toyota per schierare la Corolla 3 cilindri a idrogeno. Yamaha collabora anche con Kawasaki, al fine di convertire all’H2 motori motociclistici.
Toyota GR Yaris: l’idrogeno che salva il pistone
Immagine in evidenza di Yamaha Motor Europe, per gentile concessione