Vittorio Emanuele II di Savoia, muore a Roma il 9 gennaio 1878.Tutt’oggi ricordato con l’appellativo di Re galantuomo, per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino. Vittorio Emanuele II di Savoia realizzò l’Unità d’Italia e indicato come Padre della Patria. Come compare nell’iscrizione dell’opera nazionale che da lui prende il nome di Vittoriano, in Piazza Venezia a Roma. Il primo re d’Italia governa dal 1861 al 1878. I gruppi di insurrezione anti-austriaca erano soliti osannare Vittorio Emanuele II con il motto ”Viva Verdi”. Difatti, ”Verdi” rispecchia un acronimo per indicare ”Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”.
Vittorio Emanuele II è il primo re d’Italia. La proclamazione del Regno diviene imminente con l’entrata di Vittorio Emanuele a Napoli. Il 18 febbraio 1861 avviene la prima seduta tramite plebiscito, con i vari deputati delle regioni, con Cavour primo ministro. Il parlamento proclama la nascita del Regno d’Italia il 17 marzo. Vittorio Emanuele II è costretto a misurarsi con il nuovo sistema parlamentare, che in parte che confliggeva con la sua cultura. Ben presto considerato simbolo unificante della nazione.
Vittorio Emanuele II: come morì il primo Re d’Italia?
Dicembre dell’anno 1877, amante della caccia ma debole dal punto di vista salutare, trascorre una notte presso il lago nella sua tenuta di caccia laziale. Una condizione che gli risultò fatale data la condizione di estrema umidità. Secondo altri storici le febbri che portano alla morte Vittorio Emanuele riguardano febbri malariche, contratte proprio andando a caccia nelle zone paludose del Lazio. Il 7 gennaio è divulgata la notizia delle gravi condizioni del Re e il 9 gennaio alle ore 14:30, il muore. Sono ventotto anni e nove mesi di regno, assistito dai figli ma non dalla moglie morganatica, cui fu impedito di recarsi al capezzale dai ministri del Regno.
Una commozione unanime
La commozione che investì il Regno è unanime e i titoli dei giornali la espressero chiaramente. Il poeta romano, Fabio Nannarelli, dedica un pensiero a Vittorio Emanuele II. ”Chi sapeva, o gran re, di amarti tanto?”. Il giornale, Il Piccolo, di Napoli titola: ”È morto il più valoroso dei Maccabei, è morto il leone di Israele, è morto il Veltro dantesco, è morta la provvidenza della nostra casa. Piangete, o cento città d’Italia! piangete a singhiozzo, o cittadini!”. Una stampa italiana ed estera che si afferma unanime sul cordoglio riguardo l’unificatore d’Italia. Il quotidiano edito dalla città del Vaticano, l’Osservatore Romano, scrive: ”Il re ha ricevuto i Santi Sacramenti dichiarando di domandare perdono al Papa dei torti di cui si era reso responsabile”.
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