L’omicidio di Vanessa Zappalà, uccisa a colpi di pistola dall’ex fidanzato mentre passeggiava sul lungomare di Acitrezza (CT), ha scosso l’Italia intera. Si tratta di uno di quei casi emblematici che, per l’insolita dinamica dei fatti, per la particolare drammaticità degli eventi o per la giovane età delle vittime, fanno breccia nell’immaginario collettivo e richiamano l’attenzione popolare su un tema destinato ad essere nuovamente accantonato dopo pochi giorni. Il femminicidio, in questo caso. Eppure, Vanessa Zappalà non è l’unica vittima della follia omicida di un marito-padrone. Al contrario, si tratta della terza in una settimana. La numero 63 nel 2021.
Chi sono le “compagne” di Vanessa Zappalà?
Soltanto un giorno prima di Vanessa, un’altra donna ha trovato la morte per mano dell’ex marito. Dopo aver ucciso sia la moglie che la figlia quindicenne, l’uomo ha scelto un destino simile a quello dell’assassino di Vanessa, sparandosi un colpo di pistola prima dell’arrivo dei soccorsi. Ancora un giorno prima, una ventiquattrenne è stata accoltellata al volto dal compagno, per aver rifiutato un rapporto sessuale. Lei è stata la più fortunata: è ancora viva, sebbene ricoverata in prognosi riservata.
63 vittime in otto mesi
Tre donne uccise per motivi “passionali”, dunque, che vanno ad unirsi alle 60 vittime di femminicidio che hanno subito lo stesso destino soltanto nel 2021. Donne che, nella gran parte dei casi, avevano già denunciato il proprio assassino per stalking e violenza, senza tuttavia ricevere un aiuto sufficiente a salvar loro la vita. Eppure, la TV e i giornali non fanno che ricordarcelo: “Denunciate!”. Ce lo gridano dal palco di Sanremo, ce lo raccomandano dalle aule di tribunale, ce lo chiedono le donne sopravvissute per dare coraggio a tutte le altre. E noi lo facciamo. Loro lo fanno, le centinaia di Vanessa ree di non amare più il ragazzo con cui hanno condiviso una parte del loro cammino. Ma la legge non può aiutarle. O almeno, non abbastanza.
Pensieri e preghiere
Resta il cordoglio. Quel cordoglio sterile che ha portato i cittadini della provincia di Catania a decidere di sospendere, in segno di lutto, le manifestazioni e gli spettacoli teatrali previsti per l’ultima settimana di agosto. Un gesto apprezzabile, che tuttavia non restituirà la vita a Vanessa Zappalà, né servirà a consolare i genitori della ragazza. Come non servono le panchine rosse, le scalinate disseminate di scarpe scarlatte, i salotti televisivi fatti di lacrime posticce e appelli alla prudenza. Niente di tutto questo serve, finché anche una sola donna sarà lasciata sola nelle mani del proprio aguzzino.
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