La pornostar campana Valentina Nappi ha scelto di replicare al critico d’arte Vittorio Sgarbi che ha ben accolto l’esibizione della attrice hard al Museo di Casoria. La diva sexy ha risposto all’esperto che non esita a paragonarla a Marina Abramovic a Napoli nel 1974.
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Che tipo di performance ha proposto Valentina Nappi al Museo di Casoria?
La pornodiva, cosparsa di essenza profumate preparate dallo chef Pasquale Trotta, si è presentata al pubblico del museo come opera d’arte vivente. Annusa Valentina Nappi è il titolo della body performance in cui la regina dell’hard ha permesso ai presenti di avvicinarsi e odorarla. Una trovata per portare gente al centro culturale che ha trovato la risposta degli utenti, interessati a conoscere da vicino la sensuale attrice che si mostra al pari delle opere di Vincenzo Starnone.
Sgarbi e l’iniziativa
Il senatore Vittorio Sgarbi, interpellato sulla questione, ha commentato positivamente l’iniziativa proposta al Museo di arte contemporanea di Casoria. Il critico d’arte ritiene infatti che simili performance permettano di misurare l’interesse per i centri di cultura e il modo di fruirli. L’evoluzione del gusto e del concetto di bellezza non esclude quindi che si possa apprezzare un’esibizione hard in un contesto istituzionale. Gli spazi espositivi di Cam con opere di artisti africani, orientali, americani e dell’Oceania sono pertanto diventati l’ambientazione per un momento di estrosa sensualità. L’esperto non trova sconveniente neppure il sesso nelle sedi in cui sono conservate le collezioni.
Valentini Nappi risponde al critico
La diva hot non ha apprezzato i commenti di Sgarbi e non ha mancato di replicare. Considera il critico d’arte: “un populista dell’arte” e “il suo tre in matematica lo condanna a non poter cogliere la sensibilità di un Brunelleschi o di un Piero della Francesca”. Non accetta nemmeno di essere messa a confronto con Marina Abramovic, artista molto celebrata da conservatori, storici e direttori di musei di Storia dell’Arte Italiana da quasi 50 anni. La definisce infatti “la nonna della performance art”.