Brutta tegola per circa 20 case farmaceutiche che sono state citate in giudizio da almeno 40 Stati degli USA, accusate di aver aumentato di proposito i prezzi di alcuni medicinali tra il 2013 e il 2015, accordandosi al contempo per schiacciare la concorrenza dei farmaci generici. Tra i prodotti i cui costi sarebbero stati alterati, ce ne sarebbero anche alcuni rivolti alla cura del diabete, del cancro e dell’epilessia.
La denuncia è stata presentata in questi giorni presso la Corte Distrettuale del Connecticut, e conterrebbe delle accuse piuttosto pesanti, tra le quali quella di aver gonfiato i prezzi dei farmaci fino al 1000% rispetto alle tariffe originarie. Nel testo rientrano anche alcune aziende farmaceutiche piuttosto note come Teva Pharmaceuticals USA Inc. e Sandoz, le quali hanno immediatamente rispedito al mittente qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in questo presunto piano volto ad un aumento spropositato dei costi dei medicinali. Nella citazione in giudizio si legge che si tratterebbe di una delle «cospirazioni più eclatanti e dannose nella storia degli Stati Uniti».

Secondo i 40 Stati federali, l’accordo avrebbe riguardato diverse tipologie di farmaci, tra i quali capsule, creme, compresse e quant’altro per la cura del colesterolo alto, del diabete, della pressione alta, dell’epilessia e di alcune forme di tumore. Nel documento sarebbero menzionate anche 15 persone che sarebbero tra i principali responsabili del piano portato avanti illecitamente in questi anni.
Governatore del Nevada: «Livello di avidità irragionevole»
Sulla spinosa vicenda è intervenuto il Governatore del Nevada, Steve Sisolak, il quale ha rilasciato delle dichiarazioni molto forti, sostenendo di aver appurato un livello di avidità decisamente «irragionevole e senza cuore» da parte di diverse compagnie farmaceutiche che, dunque, non si sarebbero fatte alcuno scrupolo nell’accordarsi per gonfiare in maniera spropositata le tariffe di numerosi medicinali. Il procuratore generale del New Jersey, Gurbir Grewal, ha aggiunto che tra le società citate in giudizio più della meta si troverebbero proprio nel New Jersey, mentre cinque dei presunti imputati risiederebbero in questo Stato.
L’obiettivo dell’accusa è quello di chiedere ed ottenere dal tribunale un risarcimento danni ed una serie di sanzioni civili e interventi volti al ripristino di prezzi regolari e di una legittima concorrenza sul mercato dei farmaci generici. Questi ultimi, infatti, possono essere utili ai consumatori e ai pazienti meno abbienti per risparmiare sul costo delle medicine, abbassando così la spesa totale di decine di miliardi di dollari. Nel testo depositato per la citazione in giudizio si riporta che proprio i farmaci generici erano tra i pochi affari previsti dal sistema sanitario statunitense.
Prezzi dei medicinali aumentati senza alcuna spiegazione
L’accusa sostiene che, tutto ad un tratto, si sarebbe assistito ad un inspiegabile e ingiustificato incremento verso l’alto del costo di diversi medicinali generici, che fin da subito avrebbero indignato e insospettito non solo i cittadini ma anche il mondo politico statunitense, poiché questa situazione avrebbe portato alcuni prodotti a vedere raddoppiato – se non addirittura triplicato – il prezzo d’origine.
Allo stesso tempo, a fronte di questi eccessivi rincari, sia i pazienti che i vari Stati federali si sarebbero ritrovati a pagare «prezzi sostanzialmente gonfiati e anticoncorrenziali», tutto ciò a favore delle aziende farmaceutiche che avrebbero visto accrescere i propri ricavati. William Tong, alto funzionario di stato del Connecticut, ha spiegato che ci sono diverse prove che dimostrano come la grande industria dei farmaci generici abbia attuato in questi anni una «frode multi-miliardaria ai danni del popolo americano».

Inoltre Tong ha aggiunto che ci sarebbero una serie di intercettazioni telefoniche, sms e messaggi di posta elettronica e testimonianze di ex collaboratori delle aziende farmaceutiche citate che dimostrerebbero il piano attuato per prendere accordi sui prezzi e suddividersi le quote del mercato. Infine dall’indagine sarebbe emerso che proprio quest’accordo segreto risulterebbe uno dei principali motivi dell’incremento del costo delle spese sanitarie e delle prescrizioni dei medicinali negli Stati Uniti.
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