Migliaia di persone sono scese in strada ad Istanbul, Turchia, per protestare contro l’arresto del sindaco Ekrem İmamoğlu. La mossa è arrivata pochi giorni prima che İmamoğlu, il principale rivale politico del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, venisse formalmente nominato candidato dell’opposizione per le elezioni del 2028. Dopo le detenzioni, la lira turca è crollata bruscamente e le autorità hanno imposto restrizioni alle dimostrazioni a Istanbul. I residenti hanno segnalato significative interruzioni dell’accesso a Internet in tutta la città.
Turchia: migliaia di persone in strada ad Istanbul
Tensioni in Turchia dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu. Migliaia di persone sono scese in strada a Istanbul. Proteste anche nelle maggiori città turche. I manifestanti affermano che l’arresto di İmamoğlu è puramente politico. “Viviamo in una dittatura”, ha affermato un manifestante. “Ogni volta che questo tizio e la sua squadra sporca vedono qualcuno forte, vanno nel panico e gli fanno qualcosa di illegale”, ha detto un altro manifestante, riferendosi al presidente Recep Tayyip Erdoğan e al Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP). “Ma noi turchi siamo un popolo forte, siamo abituati a combattere queste cose“, ha aggiunto.
“Sono triste per il mio Paese, non dovrebbe essere così”, ha detto un altro manifestante all’Agence France-Presse. “In passato, erano i soldati a compiere i colpi di stato. Oggi sono i politici”, ha aggiunto. “Gli investitori stranieri non investiranno più in Turchia. Chi vorrebbe investire in un paese senza giustizia o stato di diritto?”, ha poi detto. Davanti alla stazione di polizia dove è stato portato il sindaco, diverse centinaia di persone si sono radunate per protestare vicino alle barriere della polizia, gridando: “İmamoğlu, non sei solo!” e “Governo, dimettiti! Un giorno l’AKP dovrà rendere conto al popolo”.
Alla manifestazione erano presenti quattro camion antisommossa, tutti armati di idranti, per impedire qualsiasi protesta a piazza Taksim, l’enorme piazza che era stata l’epicentro delle dimostrazioni contro Erdoğan nel 2013, quando era primo ministro.
Il governo difende l’arresto di İmamoğlu
Il partito al governo in Turchia e il suo alleato nazionalista hanno difeso la legalità della detenzione del sindaco di Istanbul İmamoğlu. Il ministro della Giustizia turco Yılmaz Tunç ha affermato che associare l’operazione contro il sindaco della municipalità metropolitana di Istanbul İmamoğlu al presidente Erdoğan è “impertinente“, sottolineando l’indipendenza della magistratura. “In uno stato governato dallo stato di diritto, se c’è un’accusa di reato, il posto in cui difendersi non è la strada, ma le istituzioni giudiziarie”, ha detto Tunç. Ha avvertito che i tentativi di caratterizzare le azioni giudiziarie come “un colpo di stato” erano pericolosi e inappropriati.
L’opposizione in rivolta
I critici, tra cui importanti esponenti dell’opposizione, hanno condannato l’operazione, accusando il governo di Erdoğan di utilizzare la magistratura per mettere a tacere i rivali politici in vista delle previste elezioni. L’ex deputato dell’AKP di Smirne Hüseyin Kocabıyık ha criticato direttamente Erdoğan “Hai effettivamente organizzato un colpo di stato contro te stesso senza rendertene conto”, ha detto Kocabıyık. Il co-presidente del Partito per l’uguaglianza e la democrazia pro-curdo (Partito DEM) Tuncay Bakırhan ha definito le detenzioni “un aperto attacco alla democrazia”, chiedendo l’immediato rilascio di tutti i detenuti. Il co-presidente del Partito DEM Tülay Hatimoğulları ha affermato che l’operazione era “politica” e progettata per infiammare le tensioni sociali. Müsavat Dervişoğlu, leader del partito di opposizione İYİ (Buono), ha suggerito di boicottare le prossime elezioni se Erdoğan continuerà a ignorare i limiti costituzionali e a prendere di mira i suoi rivali politici.
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