Tunisia: attentati terroristici nella capitale. Tunisi è dunque tornata nel mirino del terrorismo di matrice jihadista, dopo mesi di quiete.
A quanto si apprende dai media locali, nella giornata di ieri, due attentatori si sono fatti esplodere davanti all’ingresso della Medina di Tunisi che si trova in rue Charles de Gaule, causando la morte di un agente. L’esplosione ha ferito inoltre due poliziotti e tre civili.
Purtroppo l’attentato avvenuto nei pressi della Medina di Tunisi, ovvero nella parte della città che noi definiremmo “centro storico”, frequentata da migliaia di turisti, non è stato l’unico, poichè, subito dopo, un kamikaze si è fatto esplodere davanti alla sede dell’anti-terrorismo.
Secondo la ricostruzione fornita dalla stampa locale, l’uomo avrebbe, dapprima, tentato di entrare nell’edificio, poi, in un secondo momento, ha lanciato una bomba, ferendo quattro agenti delle forze di sicurezza. In totale dunque sarebbero nove gli agenti di polizia coinvolti negli attentati.
Un terzo attentato sarebbe avvenuto verso le tre e mezza del mattino, quando un commando ha attaccato una stazione radio, presidiata dall’esercito, situata sul monte Orbata, nel governatorato di Gafsa.
L’attentato, però, è stato respinto dai militari e il commando è fuggito. Il ministero della difesa ha fatto sapere che l’esercito ha iniziato una caccia all’uomo.
Le autorità stanno cercando di capire se quest’ultimo attentato avvenuto nelle prime ore dell’alba sia da mettere in relazione con quelli di Tunisi.
I precedenti attentati
Se è vero che restano ancora dei punti da chiarire di questa vicenda, è un fatto che questi attentati sono accaduti il giorno dopo l’anniversario degli attentati di Sousse del giugno 2015. In quell’attentato morirono trentotto persone, molti dei quali erano turisti inglesi. Sette autori di quelle stragi sono stati condannati all’ergastolo.
Non bisogna dimenticare che prima dell’attentato di Sousse, la Tunisia, nella fattispecie la capitale, era già stata colpita da un altro episodio di matrice jihadista, ovvero nel marzo di quello stesso anno, due uomini vestiti con uniformi militari aprirono il fuoco su ventidue persone di nazionalità diversa, tra di loro c’erano: italiani, giapponesi, colombiani, australiani, francesi, polacchi e spagnoli.
Un altro attentato avvenne nel novembre del 2015 sempre a Tunisi. Un uomo si fece esplodere a bordo di un autobus che trasportava degli uomini appartenenti alla guardia presidenziale, causando la morte di quindici di loro e il ferimento di quattordici persone. L’autobus percorreva via Mohammed V, in cui si trova la sede del partito “Raggruppamento costituzionale democratico indipendente” dell’ex presidente Ben Ali, il quale ha governato ininterrottamente il Paese per ventitre anni (1988-2011).
Gli attentati riportati qui sopra sono stati rivendicati dall’ISIS che, in questo modo, ha messo di nuovo in ginocchio la principale industria del Paese: il turismo.
Questo settore rappresenta il sette percento del Pil della Tunisia, che insieme ad un cambio monetario molto favorevole, ha attratto e continua ad attrarre molti turisti da tutto il mondo.
Per i Paese nord africano, ultimo baluardo della primavera araba, ci sono altre cattive notizie, ovvero proprio ieri era stata diffusa la notizia del decesso di Beji Caid Essebsi, primo presidente della Repubblica tunisiana, eletto democraticamente, dopo la caduta del regime di Ben Ali nel gennaio 2011.
Sembra che Essebsi abbia avuto un malore e sia stato ricoverato all’ospedale militare di Tunisi; tuttavia dopo attimi di preoccupazione per le sue condizioni di salute, il presidente si è ripreso ed ha avuto un colloquio con il ministro della difesa.
Per la Tunisia si preannuncia un’estate molto difficile, e se non saranno presi provvedimenti adeguati contro il terrorismo interno, il Paese entrerà di nuovo in un vortice di tensione, come quello di qualche anno fa.