Olaparib: il farmaco che dimezza il tumore del pancreas
Buone notizie per la battaglia contro il tumore del pancreas: una nuova cura è in grado di ridurre del 47% il rischio di progressione della malattia. A distanza di 2 anni, il 22% dei pazienti trattati con olaparib (il nuovo medicinale) risulta “libero da progressione di malattia”, laddove si arrivava solo al 9,6% nei malati sottoposti a placebo. I dati provengono dallo studio internazionale di fase III POLO, presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO) e pubblicato sul New England Journal of Medicine. Quello ottenuto è quindi un traguardo molto incoraggiante, tuttavia il trattamento si dimostra efficace solo per i pazienti che manifestano la mutazione dei geni BRCA1 e/o BRCA2 .
Tumore insidioso
Il cancro del pancreas è una delle neoplasie più aggressive e subdole. I sintomi sono generalmente sovrapponibili a quelli tipici di altre patologie molto meno gravi e l’esordio è tardivo: motivi per i quali la prognosi è generalmente infausta. Fino ad ora le cure sperimentate sui pazienti non avevano mai dato gli effetti desiderati. Lo standard attuale di terapia nello stadio metastatico infatti promette “una sopravvivenza libera da progressione di malattia in media di soli 6 mesi”, chiarisce Gianpaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS e coautore dello studio.
Continua poi lo specialista: “questo studio avrà dunque un impatto importante sulla vita dei pazienti, poiché il cancro del pancreas è un killer che registra una delle peggiori prognosi tra i tumori solidi e contro il quale le armi sono ridotte. Nel 2018, in Italia sono stati stimati 13.300 nuovi casi, con una sopravvivenza a 5 anni dell’8,1%. Ora, per la prima volta, abbiamo un farmaco che sulla base di un’alterazione molecolare è in grado di produrre un impatto importante sulla sopravvivenza dei pazienti. Si apre così, finalmente anche in questa malattia, la strada in cui i pazienti ricevono terapie in base alle rispettive mutazioni nel profilo molecolare del tumore. L’era, cioè, della medicina personalizzata”.
Accesso al farmaco
Il farmaco deve ancora ricevere l’approvazione per l’utilizzo da parte degli enti regolatori internazionali. Nel frattempo, l’azienda produttrice si sta impegnando per riuscire a garantire l’accesso al trattamento da parte dei pazienti che, si stima, siano circa 1000 l’anno. “Confidiamo che dopo la pubblicazione di oggi dei risultati ottenuti dallo studio POLO sul British Medical Journal, ci possa essere in Italia un programma di uso compassionevole per garantire l’accesso al farmaco ai pazienti che ne necessiterebbero – spiega Tortora – . Stiamo avviando contatti con l’azienda produttrice in questa direzione e prevediamo un aumento della domanda da parte dei malati”.
In aggiunta al formidabile risultato, vi è la sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del tipo di mutazione genetica che conduce alla neoplasia. Si stima infatti che circa il 22/24% dei tumori del pancreas siano frutto di particolarità genetiche. L’auspicio è quindi che la ricerca futura si focalizzi sempre di più sullo studio di tali mutazioni al fine di produrre terapie più efficaci.