sabato, Aprile 19, 2025

Trattato di Osimo: il 10 novembre 1975 Italia e Jugoslavia firmano l’intesa delle polemiche

La sottoscrizione del Trattato di Osimo tra Italia e Jugoslavia il 10 novembre 1975 ha aperto una delle pagine più discusse della storia italiana. È stato un passaggio-chiave che inevitabilmente ha avuto delle ripercussioni economiche, politiche e sociali nei territori interessati. Con la sottoscrizione del suddetto documento, i due Paesi misero fine (almeno sulla carta) al contenzioso apertosi dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, sancendo il passaggio alla Jugoslavia dell’Istria e dell’area ad est di Trieste.

Facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, la questione ebbe origine dagli accordi di Parigi del 1947 quando l’Italia, uscita sconfitta dalla guerra, assicurò che avrebbe ceduto alla Jugoslavia l’intera zona di Zara, le isole di Lagosta e Pelagosa, quasi tutta l’Istria e la valle alta dell’Isonzo. Inoltre si stabilì che la provincia, il comune di Trieste e l’altra parte dell’Istria diventassero Territorio Libero di Trieste (TLT).

La suddivisione in Zona A e Zona B.

Nelle intenzioni delle parti, il TLT si sarebbe dovuto organizzare come stato indipendente tutelato dall’ONU e guidato nelle due zone di competenza (A e B) dagli Alleati e dal governo jugoslavo. Su questo punto, però, fin da subito scoppiarono polemiche e aspre discussioni. Si riteneva infatti che, con la Zona A nelle mani di inglesi e americani, la Zona B, gestita dalla Jugoslavia, avrebbe rischiato di essere annessa da Tito. Si dovette attendere fino al 1954 per trovare una soluzione con il Memorandum di Londra. Quest’ultimo sancì che la Zona A (Trieste e provincia) avesse un’amministrazione civile nominata dall’Italia, mentre la Zona B avrebbe avuto un governo locale nominato da Belgrado. Questo compromesso arrivò fino alla fatidica data del 10 novembre 1975.

I ministri degli Esteri di Italia-Jugoslavia firmano il Trattato di Osimo

Il Trattato di Osimo si chiama così perché la sottoscrizione da parte di Italia e Jugoslavia avvenne nell’omonima città in provincia di Ancona. L’intesa, di fatto, rispecchiava quanto già deciso circa vent’anni prima, con i due Paesi che avrebbero potuto dare il via all’annessione dei territori che avrebbero dovuto amministratore. Le firme al documento furono apposte dai due ministri degli Esteri italiano e jugoslavo, Mariano Rumor e Milos Milic.

I sospetti intorno a questa vicenda emersero nel momento in cui si venne a sapere che l’incontro e l’intesa erano avvenuti in assoluta segretezza. Sembra, infatti, che i governi di Jugoslavia e Italia volessero tenere l’opinione pubblica all’oscuro di tutto per evitare di scatenare polemiche e accuse, come poi in effetti accadde. Soprattutto nel nostro Paese il Trattato di Osimo fu accolto con giudizi negativi, poiché si era convinti che ormai il governo italiano avesse un vantaggio su quello jugoslavo, giacché in quegli anni il TLT non era mai ufficialmente partito e, essendo ancora italiano, sarebbe stato legittimo rivendicarlo senza arrendersi troppo facilmente.

Mariano Rumor, il ministro degli Esteri italiano che firmò il Trattato di Osimo.

L’Italia però preferì non cambiare le carte in tavola per mettere da parte una volta per tutte le tensioni col Paese balcanico e anche per attuare una strategia anti-sovietica. Un altro punto piuttosto controverso riguardò colui che aveva portato avanti la trattativa: non si trattò del ministro degli Esteri Mariano Rumor (che appose soltanto la firma) ma di Eugenio Carbone, a quei tempi esponente del Ministero dell’Industria, del commercio e dell’artigianato.

Italia accusata di essere sottomessa alle potenze occidentali

Molto probabilmente l’Italia accettò di rinunciare ad ogni rivendicazione e di siglare il Trattato di Osimo per contribuire a sottoscrivere una sorta di alleanza della Jugoslavia con il mondo occidentale, soprattutto perché Tito si era allontanato ormai dal sistema sovietico.

In quel periodo gli Stati Uniti erano piuttosto in affanno, impelagati nella drammatica guerra del Vietnam e nello scandalo presidenziale Watergate. Di conseguenza, era diventato ancor più importante sfruttare qualsiasi opportunità per avvantaggiarsi nei confronti dell’Unione Sovietica. L’importante riconoscimento a Tito dei territori al confine con l’Italia rientrava proprio in questo piano strategico.

Gli Stati Uniti furono favorevoli al Trattato di Osimo.

Il documento datato 10 novembre 1975 rimase in vigore anche quando Croazia e Slovenia (che comprendono le aree menzionate nel testo) divennero indipendenti dalla Federazione jugoslava. Anche in questa circostanza l’Italia non obiettò, riconoscendo ai due nuovi Paesi la legittimità del possesso delle aree annesse proprio durante i precedenti accordi raggiunti con la Jugoslavia.

5 agosto 1963: Usa, Urss e Regno Unito firmano il trattato per il bando delle armi nucleari

Quest’atteggiamento fu duramente criticato, poiché in molti accusarono il governo italiano di essersi sottomesso senza batter ciglio alla volontà delle altre potenze occidentali e soprattutto degli USA che vedevano nei Balcani un importante ostacolo agli interessi sovietici. Tuttavia, c’è da ricordare che il Trattato di Osimo ebbe una sua valenza, poiché riuscì a scrivere la parola fine all’annosa questione adriatica tra Italia e Jugoslavia.

Patrizia Gallina
Patrizia Gallina
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria. Conosciuta come scrittrice, attrice, cantante e modella, è nata nella città di Genova. Ha conseguito la laurea in Scienze Umanistiche presso l'Università degli Studi di Genova. Coltivo da sempre la mia passione per l'arte, la fotografia, la moda, il giornalismo e il calcio.

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