Ieri sono trascorsi quindici anni dalla scomparsa di Tiziano Terzani, corrispondente di guerra, giornalista noto a livello internazionale e autore di libri di grande successo. Le sue intime riflessioni restano nel nostro cuore e nella nostra anima, la sua morte avvenuta il 28 luglio 2004 non ha cancellato l’esempio di una vita di impegno e di libertà.
Vita e formazione
Tiziano Terzani nasce a Firenze nel 1938, nel popolare quartiere di Monticelli sulla riva sinistra dell’Arno. Figlio di Gerardo, partigiano comunista divenuto meccanico dopo il conflitto mondiale e di un’operaia che lavorava come cappellaia in una sartoria. A causa delle ricorrenti morti per tubercolosi nella sua famiglia, i genitori decisero fin da piccolo di portarlo sull’Appennino pistoiese. Il paesaggio che lo circonda lo segnerà profondamente nella sua tenera età, in particolare il piccolo borgo di Orsigna, luogo che non abbandonerà il suo cuore per il resto della sua vita.
Gli anni di studio
L’11 agosto del 1944 gli alleati liberano Firenze dai nazisti e finalmente il piccolo Tiziano inizia a frequentare le scuole elementari, prima in un istituto femminile, presso un convento e l’anno successivo presso la scuola di Legnaia lungo la via pisana.
Furono anni di grandi sacrifici, dopo le scuole medie nel 1952 i genitori vennero spronati a mandarlo al ginnasio, qui ritroviamo un aneddoto che lui amava ricordare legato al pagamento a rate dell’unico paio di pantaloni lunghi che lui avesse mai avuto. Vivrà quegli anni con un entusiasmo unico che si concluderà con un unione che li legò fino alla sua scomparsa.

L’Olivetti e l’incontro con il giornalismo
Terzani entra in Olivetti molto giovane sperando con quel lavoro di poter avere un riscatto sociale. Il Lavoro in Olivetti gli permetterà di viaggiare in tutta Italia ed Europa, ma nel 1965 in un viaggiolo porta in Asia, in Giappone, dove iniziò il suo amore per l’Oriente. Amore che gli insegnerà il cinese che in futuro lo porterà a condurre giornalismo come inviato di guerra proprio in quei territori devastati da dittature, che faranno nascere in lui un qualcosa che successivamente lo allontanerà da tutto e da tutti, ma solo alla fine del suo percorso professionale.
L’inviato di guerra

Gli anni ’70 sono anni decisivi per Terzani, dopo il trasferimento a Singapore iniziano varie collaborazione giornalistiche con “l’Espresso” ed “Il Giorno”, maturando una confidenza con la scrittura che vedrà l’anno successivo la pubblicazione del suo primo libro edito da Feltrinelli, “Pelle di leopardo”. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972 – 1973″. Seguiranno molte altre collaborazioni, con “Il Messaggero” e con “Repubblica”, quotidiano ai tempi diretto da Eugenio Scalfari.
La via della guarigione
Tiziano Terzani dopo anni lavoro per “Der Spiegel“, si ritirò a vivere per molti anni in India continuando a frequentare l’Asia. Purtroppo, la serenità di una vita vissuta in pieno con esperienze mirabolanti, interrompe la serenità quando gli venne diagnosticato un cancro all’intestino. Ed è proprio in “Un altro giro in giostra”, edito da Longanesi nel 2004, che Terzani illustra il suo personale percorso con la malattia ed il rapporto intercorso con i medici che inutilmente cercheranno di curarlo.
Questa medicina oggettiva, permette da un lato di prendere decisioni lucide, impedendo fra l’altro l’instaurarsi del rapporto di fiducia tra medico e paziente.

La morale
Esperienza che fa dedurre a Terzani che la medicina non bisogna concepirla soltanto come “tecnica della guarigione”, ma come vera e propria “cultura della guarigione”. Il medico al servizio della techne, ma contemporaneamente il malato aiuta il medico nella cura