Invitato all’edizione 2022 di ART CITY Bologna, Tino Sehgal, uno degli artisti più radicali emersi negli ultimi anni, Leone d’Oro all’Esposizione d’Arte di Venezia nel 2013. il progetto di alleanza culturale nato dalla collaborazione tra l’amministrazione cittadina e l’organizzazione delle esposizioni si svolgerà dal 7 al 15 maggio. L’iniziativa nasce per affiancare con mostre, eventi e iniziative speciali l’annuale svolgimento di Arte Fiera. Propone un’originale esplorazione di musei e luoghi d’arte in città.
Al LabOratorio degli Angeli per Art City Bologna Sissi
Cosa caratterizza l’arte di Tino Sehgal?
Le sue opere sono autentiche sculture viventi, coreografie di persone in movimento che generano situazioni insolite, a volte surreali, con cui il pubblico si confronta. L’intervento, a cura di Lorenzo Balbi, è promosso da Istituzione Bologna Musei col
sostegno di Gruppo Unipol, in collaborazione con Bologna Welcome. L’artista ha pensato e ideato il lavoro appositamente per Piazza Maggiore. Un luogo di incontro e scambio, circondato da palazzi medievali e dall’imponente Basilica di San Petronio. Nello spazio pubblico si esibiranno 45 tra ballerini e interpreti da cui Sehgal prenderà spunto come materiale artistico e umano per comporre una grande opera. Si tratta quindi di un’occasione unica per vivere l’arte in termini di esperienza sociale di scambio reciproco. Il cuore di Bologna farà così da cornice ai corpi degli interpreti che si muoveranno nell’area civica che sarà protagonista della coreografia umana, ricca di riferimenti alla storia e al passato.
L’arte come esperienza fisica
Alla base del suo lavoro vi è infatti una profonda riflessione sul valore e lo spazio dell’arte visto e vissuto come esperienza diretta e fisica dell’opera. Un esercizio che non prevede documentazione o riproduzione di alcun tipo. Il suo obiettivo è sovvertire i sistemi economici e processuali legati all’industria della creatività. Crea veri contro-modelli di situazioni che nascono e svaniscono senza lasciare tracce fisiche da vendere sul mercato, ma solo esperienze per il pubblico da vivere. L’artista, in dialogo col curatore, incontrerà il pubblico in un evento promosso da CUBO Museo d’impresa, presentando lo Special Project.
ART CITY Bologna e Tino Sehgal
La tradizionale edizione di fine gennaio dell’evento è posticipato a causa della pandemia. ART CITY Bologna conferma comunque lo spirito collaborativo consolidato della manifestazione fieristica, riposizionandosi per il secondo anno consecutivo a maggio. Infatti, l’edizione sperimentale 2021 ha trovato il riscontro del pubblico. Con la direzione artistica di Lorenzo Balbi, il programma offrirà un ricco calendario di inaugurazioni e aperture straordinarie da sabato 7, proseguendo fino al weekend successivo. L’evento si svolgeràin concomitanza con Arte Fiera prevista dal 13 al 15 maggio.
Main Program e Special Project di Tino Sehgal
Il nucleo principale dell’evento è costituito da un Main Program articolato nello Special Project di Tino Sehgal e in progetti curatoriali che spaziano tra le pratiche artistiche contemporanee. Il calendario includerà inoltre le proposte di musei, fondazioni, spazi istituzionali, Associazione Gallerie Bologna (Confcommercio Ascom Bologna), spazi espositivi e gallerie della città. In uno scenario ancora plasmato dalla crisi pandemica, la manifestazione parte da una necessaria ridefinizione delle modalità di condivisione dello spazio pubblico. Propone pure una riflessione sulle mutevoli dinamiche di relazione interpersonale. Le opere si estenderanno in azioni, mostre e installazioni site specific che abiteranno luoghi consueti e inusuali, generando narrazioni e interazioni.
I luoghi
Tra le cifre più distintive di ART CITY Bologna vi è da sempre l’intento di riportare all’attenzione di un vasto pubblico luoghi spesso non deputati all’arte. Sono spazi tra i più interessanti, raramente accessibili o sconosciuti della città, riscoperti dagli interventi degli artisti invitati a relazionarsi con le loro specifiche identità. Anche per l’edizione 2022 i contesti di azione saranno i posti simbolici per eccellenza della storia civica. Quindi, gli artisti presenteranno i lavori in Piazza Maggiore, Palazzo
d’Accursio e la Pinacoteca Nazionale di Bologna e palazzi di grande pregio riconvertiti in centri espositivi culturali. Alcune inziative si svolgeranno nella Sala Convegni Banca di Bologna, Alchemilla a Palazzo Vizzani, nell’Oratorio di San Filippo Neri di proprietà della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il Centro di Ricerca Musicale. Saranno allestite anche
nel Padiglione de l’Esprit Nouveau realizzato su progetto di Le Corbusier e nello scrigno verde del Sistema Museale di Ateneo. La manifestazione sarà inoltre connotata da una dimensione territoriale più ampia e policentrica che estenderà gli eventi verso l’area metropolitana.
Bologna città creativa e artistica
Come per l’edizione 2021, l’ideazione e lo sviluppo dell’identità visiva sono affidati agli artisti Filippo Tappi e Marco Casella. I creativi sono partiti dalla stella, segno grafico che lo scorso anno ha guidato i visitatori insieme a Peter Pan, che quest’anno trema, sfuma, si moltiplica. Lo sfondo di ART CITY è Bologna stessa, vista come una galassia nella quale ogni
cosa accade. Un agglomerato di pianeti iridescenti, stelle pulsanti, materia oscura, pulviscolo che danza indisturbato al ritmo astronomico. Nella nebulosa miriadi di eventi entrano in contatto, si sovrappongono, si fondono, si fanno eco, si moltiplicano. Il rumore della città, delle sue strade è il suono di fondo di un cosmo che nelle giornate di ART CITY è attraversato da bagliori anomali, battiti e segnali. La stella è declinata in una serie di forme e colori che cambiano di frequenza,
accompagnandola a un’esplosione, motore di trasformazione. Lo segue un essere vivente, organico, che ribadisce la varietà del mondo dei segni, un essere dalle linee più morbide, che porta con sé i suoni ovattati degli ambienti marini. Ultimo
elemento dell’identità visiva è la scia di un viaggio alla velocità della luce, in cui segni si moltiplicano e confondono con lo sfondo.
I progetti presentati oltre al lavoro di Tino Sehgal
Sono otto i Main Project curatoriali, prodotti e realizzati appositamente per la manifestazione e costruiti in relazione ai luoghi che li ospitano. Li hanno creati artisti emergenti: Benni Bosetto, Kipras Dubauskas, Mattia Pajè ed Emilia Tapprest. Affiancati a nomi più consolidati: Giulia Niccolai, unica artista non vivente inclusa nell’iniziativa, Italo Zuffi. Partecipano anche talenti internazionali: Carlos Garaicoa, Pedro Neves Marques che rappresenterà il Portogallo all’Esposizione d’Arte di Venezia, oltre a Tino Sehgal. L’attenzione all’espressività Italiana, in continuità con le scelte della Direzione artistica di Simone Menegoi per Arte Fiera, si accompagna alla contaminazione e all’apertura all’estero. Un elemento trasversale che caratterizza i progetti della decima edizione è la prevalenza della dimensione esperienziale dell’opera. L’azione ridefinisce gli spazi attraverso i corpi.
Benni Bosetto e lo spettacolare lavoro per la Pinacoteca di Bologna
Stultifera è la grande opera performativa di Benni Bosetto, a cura di Caterina Molteni, che avrà luogo nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca di Bologna. La scena, ispirata all’opera satirica La nave dei folli (1494) di Sebastian Brant, si
svolge su una barca destinata a un viaggio senza fine. I passeggeri interagiscono assumendo identità archetipiche, nella necessità di delineare un nuovo ordine sociale. Il progetto di Trust per l’arte contemporanea ha il supporto di MAMbo, Azienda Speciale Palaexpo, il Mattatoio, Prender-si Cura, in collaborazione con AtelierSì.
Tomaso Binga e Giulia Crispiani nel programma con Tino Sehgal
L’elemento esperienziale torna nella mostra dedicata a Giulia Niccolai, Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia
Niccolai al Padiglione de l’Esprit Nouveau. Un’esposizione è a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni, promossa dal MAMbo. La ricerca poetica, visiva e sonora, dell’artista è ricostruita ma anche riattivata grazie a un nuovo lavoro performativo di Tomaso Binga e Giulia Crispiani.
Emilia Tapprest e le performance di Tino Sehgal
Zhōuwéi Network sarà proposta al Centro di Ricerca Musicale, Teatro San Leonardo. La live performance a cura di Felice Moramarco, attraverso il medium cinematografico, esplora la relazione tra datificazione, potere politico e esperienze affettive individuali. Un’iniziativa promossa dall’Ambasciata e il Consolato generale del Regno dei Paesi Bassi, I-Portunus, Mondriaan Fund e Stimuleringsfonds. Collaborano: DEMO Moving Image Experimental Politics, Adiacenze e AngelicA.
Italo Zuffi
Vivere lo spazio attraverso azioni che lo ridefiniscono e generano narrazioni è un tratto peculiare anche della ricerca dell’artista. Fronte e retro, personale a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri, si sviluppa su due sedi. La Sala delle Ciminiere del MAMbo propone un percorso retrospettivo dalla metà degli anni Novanta al 2020. Invece, nella Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi in cui sarà visibile una serie di nuove produzioni. La mostra è promossa da MAMbo e Banca di Bologna.
Kipras Dubauskas
Il dialogo delle opere con lo spazio urbano, altro caposaldo dell’identità di ART CITY fin dalla prima edizione nel 2013, emerge in altri progetti del Main Program. Trova collocazione nei centralissimi spazi della Sala Tassinari, gestita da Fondazione per l’Innovazione Urbana a Palazzo d’Accursio, Emergency Break di Kipras Dubauskas. L’installazione filmica, a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, è promossa da NOS Visual Arts Production in collaborazione con Home Movies. Partecipa anche l’Istituto Lituano di Cultura e Residenza per artisti Sandra Natali, che presenta per la prima volta in Italia la trilogia dedicata al tema del “soccorso”. Un pogetto sviluppato dall’artista lituano a partire dal 2019, con un’anteprima del capitolo su Bologna.
Carlos Garaicoa
L’artista interagisce col settecentesco spazio dell’Oratorio di San Filippo Neri, luogo molto amato dal pubblico, con un’installazione a cura di Maura Pozzati. Nell’opera, promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in
collaborazione con Galleria Continua, il talento cubano intende approcciare la storia del luogo, ricordandone la distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Porta l’attenzione anche sul restauro che ha consentito di recuperare un capolavoro dell’architettura barocca bolognese.
Pedro Neves Marques
Trova una singolare collocazione, creando una relazione viva con lo spazio ospitante, la videoinstallazione Aedes Aegypti di Pedro Neves Marques. La curatrice è Sabrina Samorì e il progetto, promosso da MAMbo in collaborazione con Sistema museale di Ateneo, sarà visibile all’Orto Botanico ed Erbario dell’Università di Bologna.
Mattia Pajè
Le sale storiche di Palazzo Vizzani saranno abitate da Fuori Terra, mostra di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina, promossa da MAMbo e Alchemilla. Collaborano Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio. L’esposizione è infatti incentrata su un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo.
ART CITY White Night
Per gli appassionati d’arte la sera di sabato 14 maggio, torna ART CITY White Night, l’invasione pacifica dell’arte contemporanea in città. Sono in programma con mostre, performance, eventi in spazi pubblici, privati e commerciali.
L’evento è realizzata da Bologna Fiere nell’ambito di ART CITY Bologna in collaborazione con gli esercizi e gli operatori culturali bolognesi. Per aderire è possibile segnalare il proprio evento sul sito di Artefiera. Il programma completo dell’iniziativa sarà quindi pubblicato in prossimità della rassegna online.