martedì, Aprile 15, 2025

Tangentopoli: 28 anni dall’arresto di Mario Chiesa

Era il 17 febbraio di 28 anni fa, quando davanti al Pio Albergo Trivulzio a Milano venne arrestato Mario Chiesa: esponente del partito socialista e probabile futuro candidato sindaco, mentre riscuoteva una bustarella contente 7 milioni di lire dal proprietario di un’impresa di pulizie. 

Iniziava così la stagione di Tangentopoli che sfociò poi nell’inchiesta conosciuta con il nome di Mani Pulite con a capo il PM Antonio Di Pietro.

L’inchiesta


Mani Pulite è stata l’inchiesta che ha cambiato il sistema politico italiano, si è consumata in meno di tre anni, tra quel 17 febbraio 1992 e il dicembre 1994. Questi sono stati anni di crisi economica, di sfiducia generale nei partiti, di arresti a catena e stragi di mafia. Allo stesso tempo tutti speravano in un cambiamento profondo da cui far nascere un’Italia migliore libera dal giogo della corruzione. Speranze che poi si sono rivelate mere illusioni e non certo per colpa dei magistrati.

L’intero maxi processo è nato da quella storia di malaffare politico con protagonista Mario Chiesa presidente dello storico ospizio Albergo Trivulzio colto in flagrante nel suo traffico di tangenti. Ad incastrarlo Luca Magni un piccolo imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare le continue richieste di soldi in cambio di appalti. Lo scambio di denaro fra Chiesa e Magni faceva parte dell’indagine per concussione che la procura di Milano portava avanti già dall’ottobre del 1991. Le banconote incriminate erano state fotocopiate e firmate dall’allora pubblico ministero Antonio di Pietro e il capitano dei carabinieri Roberto Zuliani e sono state la prova regina che ha portato alla condanna di Chiesa. Dalle intercettazioni telefoniche, inoltre era emerso anche che l’esponente del PSI aveva nascosto miliardi di lire in conti svizzeri a cui aveva dato il nome di note acque minerali italiane come Fiuggi e Levissima. 

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Tangentopoli: le dichiarazioni di Craxi e la confessione di Chiesa

L’allora segretario del partito socialista Bettino Craxi aveva tentato di circoscrivere il caso Chiesa per evitare che venisse coinvolto l’intero sistema. In un’intervista rilasciata al Tg3 il politico aveva dichiarato: “Una delle vittime di questa storia sono proprio io… Mi trovo davanti a un mariuolo che getta un’ombra su tutta l’immagine di un partito che a Milano, in 50 anni, non ha mai avuto un amministratore condannato per reati gravi contro la pubblica amministrazione”.

Le parole di Craxi vennero riportate all’arrestato che decise così di rompere il muro di omertà e il 23 marzo 1992 Mario Chiesa firma la sua prima confessione che parlava di decenni di appalti truccati ai danni di piccole, medie e grandi aziende. Politici di rango nazionale vennero coinvolti nell’inchiesta e dopo i primi interrogatori venne svelato ai magistrati il sistema della corruzione.

Tangentopoli: i numeri

Durante l’inchiesta Mani Pulite ci sono stati: 25.400 avvisi di garanzia, 4.525 arresti, 1.300 fra condanne e patteggiamenti definitivi, 430 assoluzioni e 31 suicidi.

Nello stesso anno dall’inizio dell’inchiesta durante le elezioni politiche del 5 aprile si registrò anche il crollo dei due grandi partiti di massa la DC scese sotto il 30%, Pds con Rifondazione comunista arrivarono al 26,6% e il Psi di Craxi si fermò al 13,6% di consensi. 

Alcuni nomi

Il primo a collaborare con i magistrati è stato il socialista Alfredo Mosini subito dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia nel quale si parlava di spartizioni di tangenti sugli appalti dell’ospedale Fatebenefratelli. Tra i nomi più noti coinvolti a vario titolo nella vicenda:

Sergio Moroni (deputato PSI), Bettino Craxi (segretario PSI), Severino Citaristi (tesoriere DC) Carlo Berni (ex ministro dei trasporti DC), Carlo Martelli (ministro della giustizia PSI), Enzo Carra (portavoce di Arnaldo Forlani DC), Giorgio La Malfa (segretario DC), Renato Altissimo (segretario PLI), Giancarlo Vizzini (Psdi), Renato Pollini (cassiere PCI), Carlo De Benedetti (imprenditore), Giuseppe Garofalo (Montedison), Gabriele Cagliari (ex presidente ENI) Sergio Cusani (imprenditore), Raul Gardini (imprenditore), Umberto Bossi (segretario Lega Nord), Paolo Berlusconi (imprenditore ), Cesare Romiti (numero due della FIAT), Silvio Berlusconi (presidente mediaset) e Cesare Previti (avvocato).

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