Ne parlavamo appena due giorni fa, e da domani 22 marzo entrerà in vigore il taglio accise. Per diesel e benzina si potrebbe quindi scendere sotto i 2 euro.
Il taglio accise sarà sufficiente?
Il decreto del governo, di cui abbiamo parlato un paio di giorni fa, taglierà di 25 centesimi le accise sul prezzo dei carburanti. La cifra al consumatore potrebbe quindi abbassarsi sino a meno 2 euro al litro, ma naturalmente la misura non soddisfa tutti. I sindacati, infatti, desidererebbero maggiore efficacia; al contrario, gli imprenditori si scagliano contro la decisione del governo. Non ultimi i petrolieri, che si dicono pronti a indire uno sciopero per protestare sugli eventuali danni del provvedimento.
Decisione del governo taglio di 25 centesimi sulle accise
Un punto di partenza
Abbiamo già detto che il governo ha stanziato per questo decreto 4,4 miliardi di euro. Il taglio accise, però, non incontra l’approvazione dei consumatori, per alcune ragioni. Tanto per cominciare, perché l’efficacia immediata sarà scarsa, e poi perché si tratta, come detto, di un provvedimento momentaneo, che scadrà ad aprile. Ma questo sarà comunque solo un punto di partenza: infatti, a La Stampa Palazzo Chigi ha fatto sapere che sono già in programma nuovi interventi per sostenere l’economia.
In attesa del Consiglio Europeo
Il prossimo Consiglio Europeo si svolgerà i prossimi 24 e 25 marzo, e sarà necessario attendere questi appuntamenti prima di decidere. C’è poi anche la questione del Documento di Economia e Finanza, che stabilirà il quadro di finanza pubblica. In questo momento i partiti desidererebbero un nuovo scostamento di bilancio: il premier Draghi frena. La prima cosa da fare, precisa, è superare la delega fiscale.
I furbetti della benzina
In conclusione, non possiamo non parlare della lotta ai cosiddetti “furbetti della benzina”: gli ultimi casi in ordine di tempo si sono svolti nel modenese e a Pescara. Il primo ha visto multati sei distributori, per una cifra di 6000 euro, poiché applicavano un prezzo più alto di quello dichiarato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Nel secondo, la Guardia di Finanza ha scoperto una truffa da 200 milioni di euro e 45 milioni di Iva evasa: false società acquistavano il carburante, rivendendolo poi alle “pompe bianche”, aggirando così il fisco.