“Tutti gli STUDENTI, devono essere messi in grado di poter seguire e frequentare la DIDATTICA A DISTANZA. Il diritto allo studio prima di tutto.” Recitava il ministro dell’istruzione, Azzolina. Ebbene seppur il decreto Ristori ha stanziato 85 milioni di euro per la didattica digitale, PC e connessione internet, c’è il rischio che 300 mila studenti possano rimanerne senza. Pertanto, con l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021, a seguito delle nuove restrizioni anti contagio, moltissimi istituti hanno avviato lo smart class, per cui il ritorno alla didattica a distanza. Che ora si chiama digitale integrata e ha cambiato l’acronimo da Dad a Ddi.
Studenti e didattica a distanza: basteranno i fondi del decreto ristori?
Con gli 85 milioni, del decreto Ristori, 8mila scuole statali hanno acquistato dispositivi portatili e strumenti per le connessioni Internet. Per poi cederli in comodato d’uso gratuito agli studenti meno abbienti. Perciò il totale dei dispositivi è di 211.469 unità e 117.727 accessi alla rete. Sono dati però che mostrano come la scuola italiana sia rimasta ferma. Tramite un’indagine si evince che allo scorso 1° settembre mancavano ancora 283.461 Pc. Mentre 336.252 alunni non avevano connettività. Il gap riguarda 300 mila richieste, che potrebbero non trovare accoglimento. Infatti il Bonus di 500 euro per tablet e PC si muove proprio in tal senso.
La scuola e i suoi esclusi
Non si può dire, però, che il ministero dell’Istruzione non ci stia provando a cambiare la situazione assicurando tempi rapidi nelle erogazioni delle risorse. Ma la coperta appare corta. Infatti negli 85 milioni di euro non è incluso il personale scolastico. Pertanto i 150mila supplenti che non usufruiscono della card docente, potrebbero non avere stumenti digitali. Secondo dati della Cgil nel precedente lockdown, 6 insegnanti su 10 avevano difficoltà a utilizzare i device e uno studente su 5 è senza un dispositivo personale con cui studiare. Mentre al Sud si arriva a circa 2 su 5.
La banda ultralarga poco diffusa
Attraverso il Piano Scuola il MISE promuove l’attivazione di un intervento per la messa a disposizione, per 32mila plessi scolastici pubblici, di servizi di connettività. Che garantiscano fino a 1 Gigabit/s in download e banda minima garantita pari a 100Mbit/s simmetrici. Però secondo la relazione annuale dell’Agcom solo il 17,4% di edifici scolastici sono raggiunti dalla fibra Ftt. In parole povere la “fibra fino a casa”. Quindi oltre l’80% degli istituti con una didattica online sicuramente in affanno. Mentre solo il 13% delle famiglie ha accesso alla connessione veloce. Sono dati che mostrano come la scuola italiana sia rimasta ferma non alla fine del 2019 ma a qualche decina di anni fa.
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