Il 19 luglio 1992 rimarrà scolpito nelle menti degli Italiani come il 23 maggio 1992. L’Italia all’epoca era attraversata da un’ondata di violenza e terrore da parte delle organizzazioni malavitose che erano arrivate ad infiltrarsi fino all’interno dello Stato corrompendolo. A maggio è stato ucciso in quel di Capaci il Magistrato Giovanni Falcone mentre a Luglio è andata in scena la strage-di via D’Amelio dove è morto l’altro Magistrato Paolo Borsellino lasciando dubbi e misteri irrisolti.
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La morte tragica di Giovanni Falcone
Sull’Autostrada Trapani-Palermo in una calda giornata primaverile di Maggio i boss di Cosa Nostra cancellano in un attimo il simbolo numero Uno della lotta alla mafia Giovanni Falcone. Mille chili di tritolo sventrano l’asfalto e scagliano in aria uomini, alberi e macchine. Un boato enorme come un terremoto, come se la terra stessa inghiottisse al suo interno tutto quello che incontra. Perde così la vita Falcone, la moglie Francesca e gli agenti della scorta. Questo è solo l’inizio dello scacco matto contro lo Stato.
Strage-di via D’Amelio: una tragedia annunciata
Dopo due mesi dalla morte dell’amico e Magistrato Siciliano Giuseppe Falcone arriva il capolinea anche per il Giudice Paolo Borsellino. In via D’Amelio trovano la morte Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. In televisione si assiste inermi a un’altra devastazione. Una Fiat 126 imbottita con 90 chili di Semtex-H è il nuovo avvertimento alla magistratura. L’auto parcheggiata sotto casa della madre di Borsellino salta in aria quando arriva Paolo. Una sola persona è sopravvissuta alla strage e si chiama Antonino Vullo. Dopo la morte di Falcone era fin troppo evidente che Borsellino fosse scomodo.
Strage-di via D’Amelio: cosa ha detto Antonino Vullo?
L’unico sopravvissuto alla vicenda triste di via d’Amelio è l’agente Antonino Vullo primo testimone a raccontare la vicenda: “Borsellino e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, mentre io ero rimasto alla guida. Stavo facendo manovra per parcheggiare la vettura che si trovava alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l’inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L’onda d’urto mi ha scaraventato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c’era la devastazione”.
Le parole del Presidente Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla morte di Borsellino ha detto: “L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La memoria di quella strage che ha segnato così profondamente la storia repubblicana suscita tuttora una immutata commozione e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale”. Ricordiamo che Sergio Mattarella vide morire tra le sue braccia il fratello Piersanti Presidente della Regione Siciliana il 6 Gennaio 1980 sempre a causa delle organizzazioni criminali.
Strage di via D’Amelio: i dubbi sulla morte di Borsellino
Alla morte di Falcone era cambiato tutto e Borsellino non sorrideva più. Ripeteva spesso la frase “Ora tocca a me” non appena saputo del carico di tritolo arrivato a Palermo. Non gli restava che velocizzare le indagini sulla morte di Giovanni e così fece. Nella sua agenda rossa annotava minuziosamente tutto. Un “diario prezioso” sparito dalla sua 24 ore pochi minuti dopo la strage. Nessuno ha mai saputo che cosa c’era scritto e chi ha preso l’agenda. Troppe cose non tornano e troppi dubbi alleggiano come una nuvola che non si è ancora dissolta.
Murales Borsellino: la Sicilia omaggia il Giudice
Nel 29esimo anniversario dalla strage di Via D’Amelio un nuovo murale ritrae il volto del giudice Paolo Borsellino. A realizzarlo Andrea Buglisi nell’ambito del progetto Spazi Capaci-Comunità Capaci, un’iniziativa della Fondazione Falcone con il contributo della Regione Lazio. L’opera copre una superficie di oltre novecento metri quadrati, su un palazzo di sei piani in via Sampolo, vicino alla famosa via D’Amelio.

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