Stefano Cucchi è ancora “Sulla mia pelle” come solo poche cose possono rimanere impresse nell’anima degli uomini.
Il 22 ottobre di 11 anni fa il giovane Stefano Cucchi muore dopo lunghi giorni di agonia,in carcere, in seguito ad un fermo di polizia. Dopo anni di insabbiamenti e lunghe indagini che hanno,finalmente,portato ad una travagliata verità,oggi arriva la dedica.
Il Municipio di Roma ha deciso di dedicare una targa in onore a Stefano e un albero di ulivo nel Piazzale Aldo Moro,vicino alla famosissima Università La Sapienza. All’inaugurazione era presente anche la sorella di Cucchi. Ilaria,che dalla morte del fratello cerca e rivendica giustizia per quella morte misteriosa avvenuta durante una custudia cautelare. Lei si è sempre dibattuta per capire come il fratello sia morto in seguito ad una serie di avvenimenti.
“Stefano oggi è ricordato in questa targa e sono felice che sia posta proprio qui, l’Univerità è simbolo di futuro, è da qui che si comincia a costruire.” Così comincia il discorso di Ilaria Cucchi,commossa dopo aver scoperto la targa. La targa cita “Il suo ricordo vive nella ricerca della verità nella lotta per i diritti,per la giustizia e per la pace.”
Stefano Cucchi è ancora “Sulla mia pelle”? Ecco le condanne
Dopo una lunghissima e controversissima vicenda giudiziale arrivano le prime mezze verità e ammissioni, le botte, gli errori sanitari e l’isolamento. I genitori e la sorella infatti,dopo la sera della perquisizione in casa non rivedranno più l’imputato,sapranno della morte dalle infermiere del Pertini. Stefano era stato spostato nell’area detenuti all’ospedale Pertini di Roma. “Stefano Cucchi è stato pestato” confesserà poi un carabiniere che ha assistito al pestaggio.
Oggi le condanne arrivano per due carabinieri,devono rispondere a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale.
10 anni dopo
Stefano Cucchi è ancora “Sulla mia pelle”. “Ci sono voluti 10 anni di dolore ma abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che ci siamo visti, che saremmo andati fino in fondo” così, commossa, enuncia Ilaria Cucchi alla fine di un lungo intervento del Magistrato dopo le condanne.
Oggi, Stefano, come l’ulivo è simbolo di pace e di verità che la voce di sua sorella ha urlato e che il film con Alessandro Borghi, “Sulla mia pelle” ha saputo raccontare.