In Francia a Nantes, è stata realizzata una statua di donna “decerebrata“, che urina in piedi. Si chiama “Fontaine“. Una scultura smaltata rosa alta 3 metri, è stata collocata nella piazza più importante della città, e verrà inaugurata l’8 di agosto. Un inno al potere femminile, sostiene l‘artista.
La scultrice, Elsa Sahal con la sua provocazione, ha inteso veicolare il messaggio, che nel getto d’acqua a “Fontana” è racchiusa la condizione di inferiorità della sfera femminile, in quanto è consentito solo alle statue maschili mostrare i bisogni fisiologici in luoghi pubblici. L’opera ha suscitato numerose polemiche. Oserei dire a ragion veduta.
Il ruolo della donna nell’arte
Da sempre, le donne sono fonte di ispirazione per scrittori e artisti che nei secoli le hanno immortalate in memorabili versi o in splendide opere d’arte. Raffigurate in diversi ruoli, e con diversi significati simbolici.
Cosa sarebbe l’Iliade senza Elena, la Divina Commedia senza Beatrice, I promessi sposi senza Lucia, o la storia dell’ arte senza capolavori come La Gioconda di Leonardo da Vinci o la nascita di Venere di Botticelli?
Nell’iconografia antica la donna è associata alla fecondità e alla natura, simbolo di maternità e procreazione. Nel Cristianesimo viene raffigurata nelle immagini sacre, quasi esclusivamente con il ruolo della Vergine Maria. Nell’Umanesimo e nel Rinascimento, la donna non è più rappresentata in “veste di santa” ma si evolve, e viene raffigurata in episodi di vita quotidiana o di natura mitologica.
Col passare del tempo, importanti cambiamenti sociali, hanno trasformato il ruolo della donna, che acquisisce una maggiore consapevolezza e autonomia, dopo un lungo processo di emancipazione, frutto di numerose battaglie per la conquista dei diritti civili. La produzione artistica ha tradotto di conseguenza nell’ arte, i molteplici aspetti di questo processo di emancipazione.
Arte e femminismo
Grazie alle lotte condotte dai gruppi femministi e dalle organizzazioni delle donne, il volto del mondo muta radicalmente. L’arte non rimane impermeabile al cambiamento. Difatti numerose sono le artiste, i collettivi, le critiche e le storiche dell’ arte, che malgrado resistenze e ostracismi, abbracciano il pensiero e le pratiche del femminismo.
Fanno parte del femminismo, quei movimenti come “Non una di meno”, “#MeToo“, “QuellaVolta Che” e tantissimi altri. Donne che lottano contro la MISOGINIA. Quelle che combattono per i propri diritti, quelle per le parità di sesso. Le donne sole, indipendenti, che scelgono di non avere famiglia, che non è sinonimo di misantropia.
La prima ondata di femminismo: l’inizio di una travolgente marea
Tra le sculture dedicate alle donne che lasciano un segno nella storia, ad oggi, si annovera un’opera in bronzo, a Central Park. L’artista Meredith Bergmann, omaggia tre pioniere della lotta per l’emancipazione femminile: Susan B. Anthony, Elizabeth Cady Stanton, e Sojourner Truth. Quest’ultima, ex schiava e abolizionista. La scultura mostra il POTERE DELLE DONNE che lavorano insieme per portare cambiamenti rivoluzionari nella società.
Nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2017, in previsione della giornata internazionale della donna, viene installata la “Fearless Girl” la bambina di bronzo “senza paura”. L’ opera della scultrice Kristen Visbal, venne collocata di fronte al toro di Wall Street che simboleggia la finanza mondiale. La fanciulla con le mani sui fianchi sembra sfidare il toro e inneggiare alla parità di genere. Incoraggiando le aziende ad includere un numero maggiore di donne nel settore finanziario.
Oggi si trova di fronte alla facciata del New York Stock Exchange, uno spostamento voluto da Arturo di Modica. Lo scultore del toro, ha sostenuto la tesi che sfruttava il suo lavoro a fini commerciali, e alterasse la percezione del toro di Wall Street, trasformandolo da simbolo di prosperità nel cattivo di turno.
Un “potere” decerebrato
L’opera situata a Nantes, della donna che fa la pipì in piedi, che nelle intenzioni dell’ artista, dovrebbe celebrare il potere delle donne, altro non è che un’immagine distorta e stigmatizzata della donna, dove “l’unico potere” che si evince è l’effetto erotico che potrebbe suscitare negli uomini.
Nel corso dei secoli, gli artisti, hanno sempre commesso l’errore di voler incasellare in ruoli specifici la donna senza mai cogliere veramente la sua essenza. Una donna non può essere definita solo da una parola. Ciò vale anche per l’uomo.