Aperte le urne in Sri Lanka per le elezioni presidenziali. Ci sono 38 candidati ma, secondo gli analisti, solo tre si giocheranno la vittoria. Le elezioni sono le prime dopo la crisi economica del 2022.
Sri Lanka: aperte le urne per le presidenziali
Aperte le urne in Sri Lanka per le elezioni presidenziali, le prima dopo la crisi economica del 2022 che ha potato alle dimissioni il presidente Gotabaya Rajapaksa. In lista per le presidenziali ci sono 38 candidati, anche se gli occhi sono puntati solo su tre. Ranil Wickremesinghe, attuale presidente e membro dello United National Party (UNP), si candida alla rielezione dopo aver stabilizzato l’economia con un piano di austerità del Fondo Monetario Internazionale, sebbene la sua popolarità sia diminuita a causa dell’elevato costo della vita. Sajith Premadasa, leader del partito di opposizione Samagi Jana Balawegaya (SJB), promette di alleviare il peso sui poveri. Alle elezioni del 2019, è arrivato secondo con il 41,99% dei voti. Anura Kumara Dissanayake, candidato marxista, si è presentato come un’alternativa al sistema tradizionale, attirando i giovani elettori con la promessa di riformare il panorama politico “corrotto” del Paese. Il suo partito, Janatha Vimukthi Peramuna (JVP), organizzò due rivoluzioni armate contro il governo negli anni Settanta e Ottanta. Nonostante lo Sri Lanka abbia eletto la prima donna primo ministro al mondo nel 1960, in queste elezioni non ci saranno candidate donne.
Elezioni molto importanti
Queste elezioni sono molto importanti perché arrivano dopo la crisi economica del 2022, quando lo Sri Lanka è risultato inadempiente nel pagamento del debito estero, a seguito di una grave carenza di valuta estera. La crisi causò carenza di carburante e medicinali e le persone ebbero difficoltà a permettersi il cibo. Quell’anno scoppiarono numerose proteste e disordini e l’allora presidente Gotabaya Rajapaksa fu costretto a fuggire dal paese e venne sostituito con il primo ministro Ranil Wickremesinghe. L’economia dello Sri Lanka è ora in crescita, dopo il calo del 7,5% del 2022 e la contrazione del 2,3% registrata lo scorso anno. Tuttavia, la maggior parte della classe operaia non ha ancora riscontrato alcun beneficio. La ripresa economica è stata il tema centra della campagna elettorale.
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