Secondo i dati delle Organizzazioni mondiali umanitarie nel mondo 700 milioni di bambine sono costrette a sposarsi in età minorile.
La pratica di questo tipo di unioni è diffusa soprattutto nelle comunità indiane, bengalesi, pakistane, turche e albanesi.
L’ Africa sub – sahariana è una delle regioni più colpite, con 1 ragazza su 3 che contrae matrimonio prima dei 18 anni.
Un’ unione obbligata è una violazione dei diritti umani delle bambine che non possono beneficiare dell’istruzione e il loro stato di salute psichico e fisico subisce gravi danni.
Questa pratica ha radici che risiedono in norme culturali e sociali legate a pregiudizi di genere e a pratiche sociali proprie delle economia di sussistenza. Spesso la bambina viene avvertita come un peso e considerata poco produttiva per l’economia familiare.
Anche in Italia, per l’effetto dei nuovi processi migratori, avvengono queste unioni ma non vengono registrate. Di recente il Tribunale di Brescia ha registrato nella bassa bresciana , dove c’è una concentrazione maggiore di comunità indiane , pakistane e bengalesi, diversi casi di matrimoni forzati.
Il grido delle Associazioni ai servizi sociali e agli insegnanti è di cogliere i segnali che si rintracciano nelle assenze dalle scuole e dal basso rendimento scolastico.
In Italia l’unica Associazione che lotta contro queste pratiche è “ Trama di terre” e dal monitoraggio realizzato nel 2008 in Emilia Romagna è emerso l’allontanamento di molte ragazze dall’Italia per essere condotte nel loro paese di origine come promesse spose.
Dalle interviste che “Trame di terre “ ha realizzato nel suo report, la forzatura è spesso fatta con il ricatto emotivo e non sempre fisico.
L’Associazione mensilmente riceve numerose segnalazioni da tutta Italia e, dopo avere avvertito la procura, partono le azioni dei servizi sociali volti alla tutela delle bambine che vengono prese in carico nelle comunità per minori o nei centri antiviolenza.
“Trama di terre” ha elaborato un vademecum per gli operatori sociali per contrastare la piaga dei matrimoni forzati.
La buona volontà di una rete di servizi sociali non è sufficiente a sconfiggere questa tradizione, ma per incrementare il numero delle denunce occorre una forte rete di servizi che induca le ragazze a chiedere aiuto e crei intorno a loro una rete di protezione.
Sara Macchioni De Angelis