Spazzatura spaziale, un disastro che la terra deve assolutamente evadere. Centinaia di milioni di oggetti orbitano in questo momento, attorno al sistema terrestre. Il rischio di ogni vita umana è presente, quanto il futuro degli esploratori dello spazio. Gli shuttle e la stazione spaziale sono in continuo rischio di una collisione con un detrito. E’ importante sapere, da dove arriva questa vera e propria spazzatura dello spazio che circonda la Terra come una cupola?
Spazzatura spaziale, un disastro che la terra deve assolutamente evadere. Gli shuttle e la stazione spaziale sono in continuo rischio di una collisione con un detrito. E’ importante sapere, dove arriva questa vera e propria spazzatura dello spazio che circonda la Terra come una cupola? Spiega il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea Jan Wörner: ”Immaginate quanto sarebbe pericoloso navigare in alto mare se tutte le navi che sono affondate nel corso della storia stessero galleggiando sulla superficie dell’acqua. Questa è la situazione che dobbiamo attualmente affrontare in orbita”. Le agenzie specializzate come il Norad monitorano costantemente ventiseimila oggetti orbitanti attorno alla Terra.
Spazzatura spaziale: Quali sono i rischi fin ora evitati?
Quella di oggi è una situazione di cui l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale è ben a conoscenza. Solamente il mese scorso si è ritrovato a dover nuovamente schivare un rottame in rotta di collisione verso la stazione. Una condizione di estremo pericolo, che spesso si ripresenta. Nel 2020 l’equipaggio ISS ha eseguito manovre evasive per assicurarsi il passaggio di rifiuti spaziali discostanti dalla struttura, rifiuti in continua crescita. Ma di cosa trattano questi rifiuti? Probabilmente il pezzo si riconduceva ad un razzo giapponese lanciato nel 2018, che viaggiava a 14,6 chilometri al secondo. L’equipaggio è riuscito ad evitare l’impatto con una manovra di soli 1,36 chilometri.
Il caso più grave, 16 luglio 2015
Il caso più grave avvenne il 16 luglio 2015. Il Centro di Controllo di Houston si rende conto di un oggetto spaziale che si sta dirigendo direttamente verso la stazione spaziale. Si tratta di un detrito staccato da un satellite meteorologico di epoca sovietica lanciato nel 1979 che, dopo esser stato in funzione per due anni ha trascorso i successivi trentacinque a rilasciare frammenti orbitanti. L’oggetto avvistato quel giorno aveva le dimensioni di un vassoio avrebbe dovuto mancare la ISS di circa 20 chilometri, penetrando comunque la zona di sicurezza nota come ”box”. A seguito orbitando attorno alla Terra passando a una distanza così ravvicinata da far salire le probabilità di impatto a oltre una su diecimila.
Impatto previsto alle 12.01
L’impatto del detrito quel giorno è previsto alle 12.01. L’equipaggio di astronauti deve mantenersi pronto all’interno della Soyuz almeno dieci minuti prima, ed attendere informazioni. Gli astronauti si trovano ad attendere fuori dal finestrino in attesa di scoprire il proprio destino. Una situazione difficile quanto inquietante, anche se osservare al di fuori è del tutto impossibile dato il buio. In più osservare un detrito alla velocità di quattordici chilometri al secondo, è improbabile. Alle 12.03, il tempo è trascorso, i tre astronauti ricevono il via libera: l’oggetto è passato a poco più di due chilometri. Una distanza che avrebbe potuto colmare in una frazione di secondo.
Spazzatura spaziale: Cosa dobbiamo aspettarci?
La situazione è in pochi anni peggiorata. Il numero dei detriti ha subito un innalzamento della quantità. Come teorizzò l’astrofisico della NASA Donald Kessler già negli anni ’70, il rischio è che si venga a creare una reazione a catena, in cui i detriti creati dalle collisioni causano ulteriori collisioni in un circolo vizioso che rischia di rendere l’orbita terrestre un posto irraggiungibile. Nel 1976 Kessler immagina tre scenari, dal più ottimista al più pessimista. Nel migliore dei casi, nel 2020 ci sarebbero state zone orbitali così pericolose che una centrale elettrica spaziale, non sarebbe durata più di dieci anni. Nello scenario peggiore, nel giro di due secoli ogni oggetto presente in orbita sarebbe stato completamente distrutto a causa della prevista reazione a catena.
Forse uno scenario altamente pessimistico, ma una cosa è certa: la situazione sta peggiorando a vista d’occhio.
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