Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria di portata mondiale che ci impone il distanziamento e che ha toccato anche il sistema scolastico. Con conseguente chiusure delle scuole. Anche se a macchia di leopardo a seconda delle regioni e dei gradi. Per ricorrere poi alla Dad. Ossia la didattica a distanza. Un tema che ha posto la scuola al centro di proposte e polemiche. Tra le famiglie e gli addetti ai lavori. Un Paese dunque diviso. Non solo tra chi vuole il rientro nelle aule e chi preferisce aspettare, ma una dicotomia su diritto alla Salute e diritto all’istruzione. Ambedue costituzionali. E tuttavia ambedue legittimamente da tutelare. In merito al tema, Silvia Chimienti, Onorevole M5S fa il punto della situazione.
Qual è la posizione di Silvia Chimienti in merito al tema?
Nel 2020 la scuola ha dovuto affrontare un vero e proprio salto di paradigma. Si è passati dalla didattica in aula alla tanto discussa didattica a distanza. “Per la maggior parte efficace prorompente e innovativa”, ha commentato Silvia Chimienti. Da qui, la questione della prosecuzione delle lezioni oltre il calendario già fissato. Che ha trovato un foltissimo schieramento di contrari. “Recuperare le persone, non le ore” dice la Chimienti. “La soluzione non è costringere gli alunni a scuola in estate. Serve maggiore attenzione per gli studenti, ma anche per gli insegnanti. Che in questo periodo di emergenza hanno garantito il diritto all’istruzione”.
Le priorità della scuola sono altre
L’attuale emergenza quindi pone molti interrogativi. Ma fermarsi ad un pregiudizievole atteggiamento negativo impedisce un’analisi costruttiva. I cambiamenti tecnologici obbligati di questi giorni infatti possono dare paradossalmente quella spinta necessaria ad un ripensamento di modelli, consuetudini e competenze all’interno della scuola. Finora sottovalutati o addirittura colpevolmente rinviati. “Dobbiamo recuperare le persone, non le ore. Perché di ore non se ne sono perse affatto. E la DAD nella maggior parte dei casi ha consentito un incredibile salto in avanti nello svecchiamento della didattica. E nell’aggiornamento su una delle competenze chiave EU, la competenza digitale, sempre trascurata. Ha poi aggiunto.
Silvia Chimienti: qualità e professionalità i processi organizzativi
L’istruzione pubblica potrà raggiungere traguardi di reale promozione sociale se riesce a riorganizzarsi. Valorizzando la professionalità degli insegnanti nel mentre si adottano mentalità e modo di lavorare proattivi. Dice la Chimienti a tal proposito: “Dispiace molto non aver sentito dal nuovo Presidente una sola parola di ringraziamento per l’immenso lavoro svolto dal corpo docente in questi mesi difficili per tutti. Non solo per i ragazzi. Mesi in cui la socialità è mancata a tutti. E la paura di contagiarsi sul posto di lavoro non ha reso facili le cose. Ciò che rimprovero di più al precedente governo e, temo, anche a questo. Non aver saputo valorizzare i docenti nel momento più complesso e delicato. Quando davvero serviva richiedere loro un investimento maggiore in termini di tempo, energie, coraggio. In un momento in cui erano (e sono) al fronte non meno dei medici e del personale sanitario.”
Nuove strategie didattiche e nuovi processi organizzativi
Oggi i Docenti dimostrano che si può essere originali ma anche efficaci. Che si possono percorrere strade diverse e giungere comunque a dei risultati. Sindacati ed associazioni chiedono interventi, per una maggiore sicurezza e qualità di ambienti e insegnamento. Avere 27 alunni per classe è molto complesso. E il rischio di dispersione scolastica può per questo diventare molto alto. Silvia Chimienti sostiene che “diminuire il numero di alunni per classe è l’unica via per abbattere questa terribile dispersione scolastica e recuperare le persone che abbiamo perso. Non servirà a nulla ripensare il calendario. Speriamo che qualcuno apra una seria riflessione su questo. E speriamo che qualcuno, prima o poi, si accorga che con la retorica non si fa politica ma si alimenta solo il consenso vuoto di coloro che la scuola non la vivono o che ne hanno bisogno come parcheggio per i figli.
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