Prima dello scoppio del conflitto impari tra Iraele e Hamas lungo la Striscia di Gaza, una serie di espropri avevano contribuito ad incendiare gli animi. La zona residenziale di Sheikh Jarrah è diventata il centro nevragico delle proteste che hanno poi innescato la rabbia dei palestinesi, poi raccolta da Hamas come giustificazione dell’attuale guerra. Dietro questo conflitto ci sono delle famiglie con dei bambini, ci sono persone che cercano di esercitare i propri di diritti. Se di diritti si può parlare quando sei un palestinese che vive in un quartiere di Gerusalemme Est. La forza israeliana ha preso di mira coloro i quali vivevano in questa zona residenziale, diventata nel frattempo il centro da cui è partito il tutto. È un luogo importante, simbolico e ha a che fare con l’orgoglio palestinese che sopravvive nonostante tutto.
Palestina: cosa succede a Sheick Jarrah?
Sheick Jarrah è un quartiere che si trova nei pressi della città vecchia di Gerusalemme Est. Ad inizio maggio, era diventata all’improvviso la madre delle proteste dei cittadini palestinesi, che nella sordità dei media occidentali, hanno manifestato al fine di evitare lo sfratto da parte degli israeliani. Non è una novità ma questa volta quelle manifestazioni avevano un peso simbolico di altissimo valore. Gerusalemme Est lungi da essere la zona contesa più importante è sicuramente quella più simbolicamente legata alla cultura palestinese. E non è un caso che il massacro di civili da parte dei razzi dell’Israel Defence Forces sia iniziata proprio da lì.
Un quartiere simbolico per i palestinesi
Il quartiere Sheikh Jarrah, il cui nome deriva dall’omonimo medico di Saladino, ha passato i secoli, è diventato la casa di più culture. Nel 1948, dopo la fine della guerra, divenne parte del Regno Giordano. Sempre in quell’anno fondamentale per le sorti di Gerusalemme Est, le Nazioni Unite decisero di disegnare la Green Line che divideva arabi e israeliani, per poi costruire nuove abitazioni per gli sfollati palestinesi reduci dall’aspro conflitto, il primo di una lunga serie. Nel 1967, dopo l’altro capitolo bellico conosciuto come Guerra dei Sei Giorni, Israele si impossessò definitamente di quella zona residenziale, legittimando la presenza sempre più massiccia dei militari. Tutto questo fino ai giorni nostri, quando l’8 maggio 2020, alle soglie della fine del Ramadan, è esplosa in via definitiva la rabbia dei palestinesi.