A pochi minuti dal lago di Garda completamente immerso nella campagna bresciana, fra piantine di forasacco e fiori di campo, sorgono due paesi chiamati San Martino e Solferino.
Sono famosi per essere stati teatro di sanguinose battaglie che hanno lasciato tracce di sangue e di anime spezzate. Urla di dolore e di rabbia si sono sentite fin da lontano, dove la gente sperava di non essere coinvolta.
Immagina di fare un salto nel passato…

Ti ritrovi nel caldo mese di giugno, quando nei campi l’erba cresce in fretta e i grilli la notte iniziano concerti guidati dalla maestra Luna.
Intanto le cavallette saltellano cercando di non attirare l’attenzione degli uccelli che saprebbero subito come catturarli per farne un boccone.
Correva l’anno 1859 e le truppe di Napoleone III scorrazzavano in cerca di territori nuovi da conquistare. Dall’altra parte l’esercito austriaco, guidato da Francesco Giuseppe, rifocillava soldati e armi in caso di un attacco improvviso.
Ma anche l’ala destra dell’esercito austriaco capeggiato dal generale Von Benedek stava all’erta, aveva sentito voci di un avvicinamento indesiderato dell’esercito Piemontese guidato dal re Vittorio Emanuele II.
Il caldo non era percepito solo dalle alte temperature esterne, ma anche dalle intenzioni belliche degli uomini di comando.
La popolazione si preparò al peggio, quando il peggio arrivò.
Il 24 giugno del 1859 nel sonnacchioso paesino di San Martino della Battaglia, adagiato fra la campagna bresciana e in prossimità delle località di Desenzano del Garda e Peschiera del Garda, ai confini quindi fra Veneto e Lombardia, iniziò il conflitto.
Le due fazioni si scontrarono in modo piuttosto cruento, rumore di scoppi, urla di comando e di dolore dei soldati caduti, si mischiavano creando un caleodoscopio di immagini funeste, atte a rovinare la quiete e a dissolvere le colture che stavano appena germogliando.
Durò il tempo che bastò a far ricordare per sempre nella mente delle persone e nei libri di storia questo doloroso conflitto.
A pochi chilometri di distanza, a Solferino, in provincia di Mantova, sempre lo stesso giorno, il 24 giugno 1859, i francesi si scontrarono contro gli austriaci.
L’evento fu talmente cruento che neanche gli occhi di chi vi assisteva o di chi vi partecipava poteva sopportare tanta sofferenza. Fino a dove può spingersi l’ego dell’uomo?
Solo un uomo volle trarre insegnamento da questo tragico fatto. Si chiamava Henry Dunant di Ginevra, in Svizzera, al quale venne l’idea di creare la Croce Rossa, un ospedale improvvisato che potesse, se possibile, lenire le ferite dei soldati o mettere per sempre fine alle loro sofferenze.
Se un conflitto si potesse ricordare solo in numeri, sarebbero i seguenti:
- 95 000 francesi schierati
- 40 000 piemontesi
- 140 000 austriaci totali
- Quasi 1 000 cannoni utilizzati
- 19 000 cavalli
- 11 400 dispersi o prigionieri
- Oltre 20 000 feriti
- Più di 10 000 morti sul campo
Un ricordo doloroso, violento, feroce.

Per fare in modo che ciò non venga dimenticato, l’ente Solferino e San Martino si occupa di conservare i monumenti e la memoria dei conflitti combattuti per l’Unità e l’Indipendenza d’Italia durante il periodo del Risorgimento.
Il complesso monumentale di San Martino è composto dalla torre, da un museo e dalla Cappella Ossario.
Salendo oltre 400 metri sulla torre e ammirando i vari affreschi risorgimentali, si esce nella terrazza, dove si può ammirare la sponda sud del lago di Garda, il profilo delle Prealpi e del Monte Baldo e le cascine coinvolte nella battaglia.
Il museo è composto da 3 sale che espone armi, divise e suppellettili attinenti alla battaglia e al periodo storico relativo.
Nella Cappella Ossario sono custoditi i resti di migliaia di combattenti delle fazioni coinvolte.
L’ingresso costa 5,00 € ed è valido tutti i giorni dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 fino alle 17.30 (dal 16 ottobre al 16 marzo chiuso il lunedì) e fino alle 19.00 dal 17 marzo al 15 ottobre. I festivi seguono l’orario continuato.
Nel Museo di Solferino, fondato nel 1931, sono custodite le armi, cimeli e quadri associati alla battaglia. Dal 2014, invece, nel prato antistante è stata eretta una statua in onore di Henry Dunan, che si guadagnò il premio nobel per la pace grazie alla sua invenzione.
Sulla terrazza panoramica della Rocca si ha una visione a 360 gradi sulla campagna dove si è svolto l’evento sanguinoso.
Vicino alla Rocca si trova la Chiesa di San Pietro che conserva per la memoria collettiva le spoglie di oltre 7000 caduti.
Il Museo e la Rocca di Solferino, chiamata Spia d’Italia, seguono gli orari di apertura dal 17 marzo al 15 ottobre, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19, chiuso il lunedì.
Dal 16 ottobre al 16 marzo gli orari sono aperti solo su prenotazione al numero: 338 7501396
I biglietti costano 2,50 € sia per la Rocca che per il museo. Esiste la possibilità di acquistare un biglietto unico per i tre musei (complesso di San Martino, Rocca e Museo di Solferino) con la validità di 30 giorni a 8 €.