venerdì, Aprile 18, 2025

Sale e Cioccolato: intervista a Maria Enea

Nel 2019, Sale e Cioccolato è il primo libro, raccolta poetica di Maria Enea, scrittrice ed insegnante italiana attuale. In seguito alla pubblicazione della raccolta lirica, l’autrice s’immerge anche nel genere in prosa, con la stesura e pubblicazione di Porcellana. La scrittrice diviene finalista al concorso 1 Giallo x mille, con la pubblicazione del thriller storico nel 2020. In Sale e Cioccolato la silloge poetica arriva al lettore, attraverso il movimento di uno spartito musicale, tra i versi e le note di più poesie.  

Sale e Cioccolato: chi é Maria Enea?

Maria Enea nasce a Palermo nel 1969. Dopo i primi percorsi scolastici, Enea prosegue gli studi in ambito universitario, con le lettere classiche e consegue la laurea nel 1987.  Enea è madre di due figli, scrittrice ed insegnante di italiano e latino, presso un liceo prestigioso palermitano. Tra le principali passioni della scrittrice, ci sono la letteratura, l’arte, la musica, lo spettacolo. Inoltre, l’autrice è una sostenitrice attiva dei diritti delle donne ed ecologista convinta, amante della natura e ciclista per diletto. Enea compone da sempre opere in versi ed in prosa. Nel 2019, esce la pubblicazione della silloge poetica Sale e Cioccolato, mentre l’anno dopo il thriller storico Porcellana.

Sale e Cioccolato: il pensiero artistico della scrittrice

L’autrice esprime il linguaggio poetico, nella dimensione musicale di tre movimenti. Inoltre, il riferimento delle note su di uno spartito diviene significato di espressione lirica, fino ad espandere il suono, sulle corde più profonde dell’anima. Lo spartito  rappresenta il soggetto della vita, che segue parallelo il ritmo come emozioni. L’unione tra vita – emozioni con spartito – ritmo genera la dimensione lirica – musicale della poesia. La scrittrice avverte la necessità interiore della scrittura, che diviene caparbia, esigente. L’ispirazione poetica di Enea nasce dall’adolescenza e l’accompagna da sempre, con un’estetica multiforme e variegata. Il tema esistenziale acquisisce per la scrittrice il messaggio dell’opera, che emerge al lettore.

Sale e Cioccolato: recensione del libro

La composizione della silloge poetica Sale e Cioccolato comprende tre parti, che la scrittrice identifica come tre movimenti. La raccolta lirica distingue tre sezioni, di cui: Anima, Antiche seduzioni, Terre e incontri. Nella prima parte del libro, la scrittrice con Anima esprime l’essenza dei moti interiori, in cui nasce l’esigenza di cantare la propria storia. Tuttavia, la prima sezione prosegue con la riflessione interiore, sulla ricerca lirica odierna, attraverso i versi del primo movimento. Mentre, la sezione intermedia della raccolta incontra le Antiche seduzioni, che la scrittrice definisce come secondo movimento.

L’artista inserisce tra i versi, l’espressione della continua lettura ed incontro spirituale con classici, personaggi della storia e miti. Alla terza ed ultima parte del libro, la scrittrice inserisce la meditazione su tematiche di carattere generale. Enea attraverso il terzo movimento inserisce il concetto di Terre e incontri. Nella parte finale del libro compare tra i versi un confrontocon il mondo contemporaneo, che l’autrice esprime attraverso delle liriche – racconto. In realtà, la raccolta poetica assume la forma di uno spartito musicale, che Enea presenta al lettore tra i versi.

Di fatto, il libro rappresenta lo spartito della vita, in cui emergono le emozioni più vere, che toccano le corde profonde dell’anima. Durante la lettura delle liriche appare al lettore evidente la differente pluralità di tematiche anche attuali, che invitano alla riflessione interiore. Inoltre, l’autrice pone l’attenzione a problematiche sociali forti, come la violenza sulle donne.

Sale e Cioccolato: poesia

AL PRINCIPIO ERA IL VERBO

Al principio era il Verbo
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
All’inizio fu uno schiaffo
una cosa da nulla
cosa da nulla
davvero.

Lui aveva ragione
tu avevi sbagliato
e lui aveva ragione.

Poi arrivò un pugno.
Lì.
Proprio lì
sulla guancia
e Lui aveva ragione
si aveva ragione
tu avevi sbagliato
e lo capivi
e non avresti più sbagliato.

Lui aveva ragione
come prima
come sempre
e tu avevi sbagliato di nuovo
come prima
come sempre
perché Lui sa come ti devi comportare

Lui lo sa
e tu no
perché Lui lo fa per te
per insegnarti le cose
per proteggerti
perché Lui ti ama
e le cose le sa.

Tu no
tu devi pensare solo a Lui
sempre a Lui
esclusivamente a Lui.

Lui
che t’invade la mente
che ti fa tremare con il suo passo deciso
non riesci più a pensare
non riesci a non sbagliare
e non riesci a ricordare
com’eri prima di Lui.

Non hai più nemmeno il cellulare
perché Lui ti controlla
conta i minuti
calcola i tuoi passi
quando non sei con Lui
e t’interroga
e non puoi sbagliare
non devi sbagliare
perché sei
sola
con Lui
con i suoi pugni
con i tuoi ematomi
con il tuo dolore.

E non pensi di andare via
Lui te l’ha detto
Non puoi farlo
tu sei Sua
cosa Sua
solo Sua.

Raccontaci chi è Maria Enea

Mi presento. Sono nata e vivo a Palermo. Sono laureata in lettere classiche e insegno da molti anni italiano e latino al liceo. Ho un marito e due figli. Sono una studiosa del mondo classico, appassionata di storia e letteratura. Leggo moltissimo. Sono una lettrice onnivora, ma con gusti molto precisi. E scrivo praticamente da sempre.

Sale e Cioccolato: Cos’é la poesia oggi?

La poesia di qualunque epoca ha il compito di riflettere sul proprio tempo, interiore ed esteriore. Siamo in un’epoca di grande disorientamento, in cui, ad esempio, è facile equivocare tra valori morali reale e pregiudizi. La poesia deve indicare la via, o non serve a nulla.

Sale e Cioccolato: Come inizia il suo viaggio poetico?

Il mio percorso di poetessa inizia durante l’adolescenza, quando i miei versi erano simili all’urlo di Munch. Ma da allora, di strada ne ho fatta tanta.

Sale e Cioccolato: La poesia é una scelta espressiva, oppure un rifugio dalla realtà?

Credo che la letteratura sia strumento di lotta, anche sociale, anche se cerco di esprimere anche profonde emozioni interiori.

Cosa cerca e cosa trova Maria Enea nella poesia?

Distinguerei la mia poesia dalla produzione altrui. Nella mia poesia, tento di dare voce, oltre che a me stessa, a chi non ha voce, agli ultimi, agli indifesi, alle donne maltrattate. Nella poesia degli altri, cerco emozioni autentiche e impegno serio. Tra i contemporanei, apprezzo Franco Arminio, Michele Mari, Rita Saccone, Alda Merini.

Dove nasce l’ispirazione artistica delle sue liriche?

L’ispirazione può avere origine in un suono, in un colore, in una storia. Varia è l’origine, vari sono gli esiti.

Come definisce il suo stile poetico?

Credo di essere involontariamente vicina al primo Ungaretti, quello della raccolta L’Allegria. Anch’io cerco la parola, e quando la trovo, essa scava un solco in me in modo definitivo.

Quando compone un testo poetico prevale la donna o l’autrice?

Sinceramente non riesco a distinguere. Credo che nella vera poesia autore e persona siano indistinguibili.

Perché la decisione della scrittura poetica e poi in prosa?

In realtà io passo tranquillamente dalla poesia alla prosa. In me convivono due diverse modalità espressive. Sono autrice anche di un thriller storico, “Porcellana”, finalista al concorso 1 Giallo x 1000.

La poesia é un’espressione artistica: come descrive Maria Enea la sua arte?

La mia arte è sostanzialmente ricerca. Io assorbo ciò che osservo, e dopo un po’ in qualche modo nascono in me i “germogli” di ciò che ho osservato.

Quali sono i temi morali e sociali che emergono nelle sue opere?

Sono molteplici, e tutti di scottante attualità. Il male nasce sempre da squilibri, sia a livello individuale, ad esempio nel rapporto malato tra uomo e donna, che conduce la donna alla morte per mano di chi dovrebbe amarla e proteggerla, sia a livello collettivo. Prendiamo il caso dello squilibrio tra la sfacciata ricchezza dei ragazzi del mondo occidentale e i miliardi di persone che non hanno nulla da mangiare. C’è chi si ubriaca di alcol, chi di gioco d’azzardo, chi si stordisce con gli stupefacenti.

Abbiamo da una parte una società opulenta, ma insoddisfatta, sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuovi mercati. Dall’altra una massa di esclusi che premono alle nostre porte, porte che noi sbattiamo loro in faccia con grande disinvoltura. E questo è Male. Dobbiamo lottare tutti per ritrovare i valori autentici dell’umanità. Ho tanto sperato che l’esperienza della quarantena servisse in tal senso. Ma mi sono sbagliata. Quella palingenesi non è avvenuta. Non è andato tutto bene, come si auspicava da più parti.

Qual’é il suo pensiero sulla poesia contemporanea?

Credo che ci siano molti contemporanei, e per contemporanei intendo anche i poeti del Novecento, di enorme valore. Ne cito alcuni, oltre a quelli che ho menzionato prima: Rabindranath, Tagore, Kalil Gibran, Dino Campana, Mariangela Gualtieri. Adoro Montale.

Quali sono i poeti che nella storia, la coinvolgono a livello artistico?

In “Sale e Cioccolato” ho scritto che i miei migliori amici, quelli che non mi tradiranno mai, sono Dante, Virgilio e Orazio. Ed è la verità. Io sono cresciuta a pane e classici. Convivo idealmente con i grandi del passato, Petrarca, Ariosto, Leopardi, Pascoli. Ma anche Euripide, Omero e tanti altri.

Quando Maria Enea diventa lettrice di una sua opera, cosa pensa?

Cerco il nitore formale, oltre che il pensiero. E mi chiedo perché sono così diversa dai miei maestri.

Ci sono poesie che ha scritto, a cui é particolarmente legata? Perché?

Si, ci sono poesie a cui sono particolarmente legata. “Armonia” che è dedicata a mio padre, morto inaspettatamente vent’anni fa. Salutandomi l’ultima volta, pronunciò proprio la parola armonia, suggerendomi che l’armonia è l’unica cosa che conti davvero. In “ore antelucane” in cui metto a confronto le notti insonni della mia prima gravidanza, con le attali notti insonni, trascorse nell’attesa angosciosa del figlio ormai adulto. “Penombra” in cui immagino un viaggio fuori dal corpo alla ricerca di Dio. “Al principio era il Verbo” in cui descrivo l’escalation di violenza e sopraffazione, che porta alla morte una donna per mano del suo uomo – Dio.

Ogni lirica ha un suo tema ed un suo significato, un suo messaggio. Maria Enea é madre di ogni sua poesia. Riesce ad essere una lettrice di se stessa, distinta dall’autrice?

Non sempre, e mai quanto vorrei. Essere obiettivi con se stessi è impresa titanica.

Maria Enea può raccontare ai lettori, come nasce una poesia secondo lei?

Molte mie poesie nascono dalla mia esperienza di docente. Nella mia carriera ho avuto modo di rapportarmi con ragazzi problematici. Tutti hanno lasciato il segno. Nella mia mente c’è un intero archivio di versi e storie. Depressione, anoressia, alcolismo, ludopatia, gravidanze indesiderate, sono solo alcuni esempi dei problemi che mi sono stati confidati e che mi hanno fatto riflettere.

Durante la stesura di una lirica, a chi si rivolge?

In realtà non ho idee precise in proposito. Il mio lettore ideale sarebbe uno che dopo avere letto una mia poesia, si chiede cosa potrebbe fare lui, per risolvere quel problema di cui parlo.

Quali sono i sentimenti che Maria Enea esprime nella poesia?

Raramente scrivo poesie d’amore, trovo che sia un campo troppo intimo e anche troppo sfruttato. Dopo Saffo, Catullo e Petrarca, forse non c’è più nulla di interessante da dire. Quindi preferisco tematiche oniriche, o legate alla memoria e alla cultura, o tematiche sociali. Mi sta molto a cuore il problema della condizione femminile.

Cosa si sente di raccontare e consigliare sulla poesia, agli aspiranti poeti?

Credo che il mio consiglio si possa sintetizzare così. Guardatevi intorno, aprendo gli occhi della mente, e lasciate che ciò che osservate arrivi fino al cuore. Allora, e solo allora, potrete scrivere.

Maria Enea ha forse in progetto, un nuovo libro?

Si, ho due libri già pronti. Si tratta di una nuova silloge e di un romanzo. Nella silloge recupero qualche schema classico, come ad esempio il madrigale.

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