Non sempre le feste dedicate ai Gurù corrispondono alle date della loro nascita e della loro morte, spesso e volentieri cambiano nel calendario. 24 giugno è una data in cui la popolazione sikh in tutto il mondo ha poco lavoro e quindi ha più tempo da dedicare al loro culto. In questa data viene festeggiato Gurù Angad Dev Ji.
Oggi in Sabaudia presso la piazza S. Barbara si è svolta l’annuale festa dei Sikh. Una festa molto importante per la loro comunità. Gurù Angad Dev Ji (31 marzo 1504 – 29 March 1552), è il secondo dei dieci Gurù del skhismo. Egli ha dimostrato grande interesse per la sua comunità offrendo ai suoi devoti un modo semplice per imparare e crescere in cultura e in armonia.

Inventò un sistema grafico adatto ai bambini e adulti analfabeti per imparare meglio a scrivere e leggere. Questo sistema di alfabetizzazione prende il nome di gurmukhi, un alfabeto di 35 lettere. È interessante osservare come questo alfabeto viene mutuato da quello presente nelle culture indo-europee e in quello della cultura islamica. Questo sapiente Gurù modificò le preesistenti lettere di alfabeti indo-europei presenti nelle parti settentrionali del subcontinente indiano.

Modificò la scrittura della lingua punjubi che nel Pakistan veniva scritta con un alfabeto arabo chiamato Nastaliq. Ma alcuni sospettano che questa scrittura potrebbe essersi già sviluppata prima del tempo di Gurù Angad, perché ci sono prove che un inno è stato scritto in forma acrostica con quei caratteri da Gurù Nanak Dev Ji.
Gurù Angad Dev Ji prese molto a cuore l’alfabetizzazione nella sua comunità.
Ha successivamente continuato il lavoro iniziato dal primo Gurù, Nanak Dev Ji, il quale lo volle per suo successore al posto dei suoi figli:

diffondere onestà e spiritualità secondo i precetti della nuova religione ideata dallo stesso Gurù Nanak Dev Ji. Gurù Angad Dev Ji istituì anche la cucina per il popolo: Gurù ka Langar. Secondo la sua saggezza se il popolo era povero non era giusto che morisse di fame.
Non importava se a beneficiare di pasti gratuiti fossero sikh o di altra religione; chi voleva mangiare era il ben venuto.
Ancora oggi nei templi o chiese Sikh se andate per mangiare vi sarà servito del cibo caldo senza chiedervi il tesserino

di povertà…
Fino a qualche anno fa gli indiani passavano per le strade della città dunesca regalando cibo agli spettatori della loro festa religiosa: frutta fresca, frutta secca, succhi di frutta, acqua; mai carni di alcun genere poiché la maggior parte dei sikh è vegana.
Ieri invece è stato possibile attivare un servizio mensa direttamente sulla piazza S. Barbara.

Interessante è osservare che questa etnia quando procede per le strade in corteo per il loro dio, che non è in nessun modo uno dei Gurù, puliscono con scopa ed acqua poiché il rappresentante della loro divinità situato in un carro addobbato in modo opportuno non deve passare sulla strada sporca.

Va sottolineato che il loro sacerdote, al contrario dei quelli di altre religioni, non prende stipendio. Tutto quello che fa lo fa per rispetto e credenza verso il dio svelato dalla saggezza dei dieci Gurù.