martedì, Aprile 15, 2025

Rivalutare i ‘dovrei’

Fermare gli imperativi che ci poniamo è fondamentale per il raggiungimento del benessere e l’accettazione della realtà alla luce di frustrazioni e aspettative deluse. Impariamo a rivalutare i ‘dovrei’, spesso collegati anche al bisogno di controllo. Vediamo come.

Come funzionano i ‘dovrei’

Rivalutare i ‘dovrei’ significa fermare gli imperativi che poniamo a noi stessi. Si tratta di lasciare andare la cosiddetta ‘tirannia psicologica’ con la quale spesso si contrasta il fluire della felicità e del benessere.

Intanto, sappiamo che dare priorità al ‘devo fare’ piuttosto che al ‘mi piacerebbe fare’ può portare a sviluppare tristezza e depressione. Come pure disagi dell’emotività e frustrazione.

Sembra che questi doveri abbiano origine dalle aree più profonde e primitive del cervello umano. Ad esempio, nell’amigdala e nel corpo striato.

La tirannia psicologica

Ci poniamo obblighi che funzionano nel seguente modo:

  • l’individuo crea una fantasia su come ‘dovrebbero’ andare le cose;
  • si riversa la propria attenzione su ciò che non si è ancora raggiunto, così si perdono di vista le altre possibilità che potrebbero essere più soddisfacenti;
  • dispersione di energia, fino a sentirsi colpevoli di non essere riusciti a raggiungere i ‘dovrei’ imposti da se stessi.

Origine dei ‘dovrei’ a livello cerebrale

I ‘dovrei’ sono connessi alle emozioni e alle sensazioni. Entrano in gioco quando le aspettative non sono soddisfatte e portano a desideri e paure. Questi ultimi sono insiti appunto, nell’amigdala, nel corpo striato e nei nodi cerebrali. Risultano condizionati dallo sviluppo del pensiero durante l’età evolutiva.

Accade così che siamo sempre costretti a “fare qualcosa” o a “raggiungere un obiettivo” seguendo un ruolo sociale o una regola inconscia che ci priva di libertà di azione e felicità.

Liberarsi dai ‘dovrei’

I ‘dovrei’ controllano. Pensando di abbandonarli, ci si sente certamente sollevati e si avverte un senso di liberazione. Infatti, oppresso dal pensiero di essere costretto a ‘fare’ e ‘raggiungere quell’obiettivo imposto a se stesso’, l’individuo segue una regola interiore o uno status sociale. In tal modo nega a se stesso la libertà di azione e di felicità.

Strategie per gestire i “dovrei”

Alcune di esse sono:

  • analizzare i ‘dovrei’ che si trovano nella parte più profonda della mente;
  • dialogare con se stessi per rendersi conto che non è necessario essere come gli altri per essere felici;
  • acquisire consapevolezza dei ‘pensieri assolutisti’, del tipo ‘tutto o niente’;
  • accettare la realtà esterna e le proprie sensazioni e i sentimenti, perché non scompariranno;
  • concentrarsi sugli effetti positivi delle proprie azioni, infatti i ‘dovrei’ costruiscono barriere che non permettono di raggiungere ciò che si desidera;
  • prendere coscienza del funzionamento dei propri pensieri e scriverli. Poi andare a rileggerli. Scrivere e rivedere ciò che si prova e ciò che preoccupa è una modalità per prendere il controllo su alcuni aspetti di sé.

Conclusioni

Liberarsi dai ‘dovrei’ potrebbe significare fare a meno dei moralismi verso se stessi e verso gli altri. In tal modo, il rischio è lo sviluppo della rabbia e della frustrazione anziché la soddisfazione di un desiderio o la gioia di averlo realizzato.

Così si è più propensi ad accettarsi e a instaurare relazioni migliori con sé e con gli altri.

https://www.periodicodaily.com/la-frustrazione-e-il-conflitto/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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