Tre furbetti del reddito di cittadinanza, che percepivano regolarmente mentre incassavano 400mila euro dalle loro attività, sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle di Rimini hanno scovato 3 persone, che indebitamente percepivano il reddito mentre incassavano centinaia di migliaia di euro dalle loro attività imprenditoriali. Nel mirino due donne, madre e figlia e un giovane di 28 anni.
I tre furbetti del reddito di cittadinanza
Un nucleo familiare, composto da quattro persone ed un minorenne, percepivano 1050 euro di reddito di cittadinanza e avevano dichiarato zero nell’attestazione Isee. Dal riscontro della Guardia di Finanza è risultato che avevano incassato 376 mila euro nelle attività di cui madre e figlia erano titolari. In più c’erano dele auto acquistate non dichiarate: una mercedes da 37mila euro e una Toyota per la figlia di 32 mila euro.
Questi due casi non sono gli unici che si sono verificati da quando è partito questo sussidio. Queste denunce mettono in evidenza la cattiva organizzazione gestionale del reddito.
Cosa succede con la segnalazione all’autorità giudiziaria?
Oltre a loro, nel riminese anche un giovane di 28 anni percepiva reddito e contemporaneamente aveva proventi dall’attività per svariate centinaia di euro l’anno. Le tre persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria per il recupero delle somme incassate indebitamente. L’Inps di Rimini ha provveduto all’ immediato blocco del relativo sussidio.
Il reddito di cittadinanza è un sussidio momentaneo per le persone in difficoltà, con l’obiettivo di far trovare un lavoro. Attraverso l’incrocio della domanda con l’ offerta, ai navigator il compito di proporre il lavoro. Il requisito per accedervi è un reddito Isee inferiore a 9mila euro annui o 6mila senza canone d’affitto. A questo si aggiungono un patrimonio immobiliare non superiore a 30mila euro e quello finanziario non oltre i 6mila euro.