In Parlamento si riprende a discutere del rifinanziamento per il bonus auto. Vediamo in che modo.
Cosa succederà al rifinanziamento per il bonus auto?
Sappiamo che lo scorso 15 ottobre il governo aveva versato 100 milioni nel mondo automotive, terminati in breve tempo, nell’ambito del decreto fiscale. Oltre a questo, nei giorni scorsi sono stati presentati alcuni emendamenti per tentare il rifinanziamento, anche in mancanza di una strategia chiara in merito. A quanto pare, l’idea sarebbe di riprendere la strada del bonus stop&go.
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Il primo emendamento
Il primo di cui ci occupiamo proviene da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. Il rifinanziamento prevede 450 milioni per il 2021 e 800 milioni a decorrere dal 2022, provenienti dalle risorse stanziate a fine luglio con la conversione in legge del decreto rilancio. L’emendamento però non precisa come questi soldi debbano essere ripartiti tra i vari fondi: due sulle auto nuove e uno sulle auto usate Euro 6.
Il contributo dalla Lega
La proposta della Lega è invece di innalzare da 100 a 500 milioni il rifinanziamento già presente nel decreto fiscale entrato in vigore lo scorso 22 ottobre, ma ormai esaurito. In teoria, sulla fascia 0-60 g/km di CO2 i fondi si attesterebbero da 65 a 119 milioni; sui veicoli commerciali da 20 a 158; sulle auto ibride e con motore termico nella fascia 61-135 da 10 a 64; sull’usato Euro 6 da 5 a 59. I 100 milioni rimanenti andrebbero ai mezzi agricoli.
Il secondo emendamento della Lega
Il partito è ancora la Lega, e la proposta sarebbe, nelle intenzioni, meno gravosa per le finanze pubbliche. Il rifinanziamento prevedrebbe 50 milioni, così ripartiti: 10 sulla fascia 0-60 g/km di CO2, 20 sui veicoli commerciali, 10 sulla fascia 61-135 e 10 sulle auto usate.
Trasformazione a gas
Si tratta di una proposta congiunta di Fratelli d’Italia e Italia Viva. L’idea sarebbe di destinare 5 dei 10 milioni di euro previsti dal decreto per la fascia 61-135 per incentivare la conversione a Gpl o metano delle auto Euro 5 ed Euro 6. Sarebbero, in totale, 300 euro ad auto, sufficienti per 167.000 vetture. Purtroppo i 10 milioni di questo fondo sono già esauriti, pertanto questa proposta non è al momento praticabile.
Il retrofit elettrico
Questo emendamento invece proviene dal Movimento 5 Stelle. L’intenzione sarebbe di recuperare l’incentivo alla trasformazione elettrica di vecchie auto termiche, introdotto con il decreto rilancio nel 2020 ma inattuabile a causa dell’errata formulazione. Il provvedimento è recentemente stato corretto con il decreto infrastrutture, ma non è ancora operativo per la mancanza del provvedimento attuativo.
La proposta del PD
Da ultimo ma non ultimo, il PD propone di estendere ulteriormente i termini di immatricolazione per le auto acquistate con gli incentivi. Premettiamo che su questo il governo era già intervenuto, con il decreto infrastrutture entrato in vigore all’inizio di settembre. Questo aveva confermato la data del 31 dicembre solo per le auto acquistate fino al 30 giugno, spostando al 30 giugno 2022 il termine per i contributi prenotati a partire dall’11 luglio. Prendendo in considerazione questa proposta, i due termini verrebbero ulteriormente spostati al 30 giugno e al 31 dicembre 2022.