giovedì, Aprile 17, 2025

Ricerche sugli omega 3: il punto della situazione


Contribuiscono a prevenire le malattie cardiocircolatorie e secondo alcuni studiosi sono antidepressivi. Tuttavia, le ultime ricerche sugli omega 3 suggeriscono di non enfatizzare gli effetti positivi. Queste sostanze non devono comunque mancare in una sana alimentazione.

Le ricerche sugli omega 3 confermano l’efficacia delle cure per il cuore?

Nel Duemila gli omega 3 avevano la fama di limitare le possibilità di trombosi e sincope. Però gli studi successivi hanno modificato in parte queste opinioni. Nel 2018 L’Agenzia del farmaco ne ha riconosciuto l’utilità nella riduzione dei trigliceridi nel sangue, ma non l’efficacia nel decorso post-infarto. L’istituzione Cochrane che verifica gli effetti delle cure, ha definito queste terapie “leggermente protettive” rispetto alle malattie cardiovascolari. Nel 2020, anche dopo gli interessanti risultati dello studio Reduce-it, il parere non è cambiato. Poi le ricerche Strength non hanno dimostrato che Epa e Dha abbassano la mortalità in soggetti a rischio.

Integratori e farmaci

I medicinali a base di omega 3 non evitano ictus, ma contrastano una delle cause di patologie coronarie. Gli integratori, invece, non sono efficaci nella prevenzione, ma possono essere utili ai soggetti a rischio. Alle persone che non presentano sintomi di malattie cardiocircolatorie è sufficiente l’alimentazione.

Omega 3 e depressione

Molti sostengono che queste sostanze siano una panacea contro le patologie del sistema nervoso, ma la questione è ancora aperta. Rimane così ancora da dimostrare l’effetto degli acidi grassi sulle infiammazioni che provocano malattie neurodegenerative come l’l’Alzheimer. Le ricerche sono ancora in corso e riguardano anche la depressione pediatrica: il database ClinicalTrial.gov riunisce questi studi.

Quali cibi con omega 3 portare in tavola?

Gli acidi grassi che costituiscono le membrane delle cellule e danno energia al corpo. Contribuiscono anche al funzionamento dei sistema cardiovascolare e immunitario. La dose consigliata da assumere corrisponde a 2 o 3 porzioni di pesce alla settimana. In salmone, alici e sarde si trovano gli acidi Epa e Dha, assimilabili subito dall’organismo. Invece, quelli presenti nella frutta secca vanno trasformati con l’acido Ala. I semi oleosi sono quindi meno consigliati del pescato in una dieta corretta.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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