Il commercio non regolamentato di migliaia di specie di rettili potrebbe minacciarne la sopravvivenza. Questo è ciò che emerge da un articolo pubblicato su Nature Communication.
Analizzando i dati i ricercatori si sono accorti che molte delle specie commerciate non sono sottoposte a nessuna regolamentazione CITES nonostante molte di esse siano minacciate d’estinzione.
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Il CITES
Il CITES (Convention on International Trade in Endangered Species) è una convenzione internazionale firmata a Washington nel 1973 e gli stati aderenti a tale trattato sono 182.
Il suo scopo è quello di regolamentare il commercio di specie animali e vegetali in pericolo di estinzione per evitarne un eccessivo sfruttamento oppure, in altri casi, limitarne ogni forma di commercio.
Questo perché una delle prime cause di estinzione delle specie è proprio il prelievo smisurato dal loro habitat naturale per fini commerciali di qualsiasi tipo.
Rettili poco tutelati

Nel caso di specie più carismatiche o popolari come mammiferi e uccelli i controlli sono molto più rigidi e ampi. Per quanto riguarda invece altre categorie, come quella dei rettili, il discorso cambia.
Si è scoperto, oltre al fatto che il 35% dei rettili viene venduto online, tre quarti delle specie commerciate non sono sotto alcuna regolamentazione.
Inoltre, tra queste specie, molte sono a rischio di estinzione o con areali di distribuzione molto limitati.
Nati in cattività o in natura
Per quanti riguarda le specie sotto regolamento CITES la metà delle specie commercializzate viene prelevata dall’ambiente naturale. Premettiamo,però, che per molte specie tale prelievo è consentito dal regolamento mentre per altre no.
Per ovviare a questo problema sono molti gli allevamenti di rettili che forniscono al mercato animali nati in cattività con lo scopo di preservare le popolazioni naturali e allo stesso tempo soddisfare la domanda, molto elevata in Europa e in Nord America.