Il dipinto Rembrandt in a Red Beret è tornato a Escher di Het Paleis dove era esposto dal 1850 al 1879. Infatti era una proprietà del Principe Hendrik dei Paesi Bassi. La storia dell’opera ha dato allo Storico dell’arte Gary Schwartz lo spunto per un libro ricco di colpi di scena. L’autoritratto del pittore olandese sarà in esposizione fino al 29 gennaio all’Aia, un evento speciali collegato agli studi dell’esperto dell’artista.
Il Rembrandt “Ronda di notte” recupera le parti mancanti
Perché Rembrandt in a Red Beret è un dipinto interessante?
Non tutti concordano nell’attribuzione dell’opera a Rembrandt Harmenszoon van Rijn. Sicuramente si tratta di un ritratto dell’artista, ma alcuni studiosi pensano che sia un lavoro di un allievo, Ferdinand Bol, o addirittura un’imitazione del 19° secolo. Gary Schwartz invece è convinto sia un lavoro di mano del talento olandese e ha avviato le ricerche su richiesta del proprietario, Johann Eller.
La ricostruzione delle vicende in Rembrandt in a Red Beret: The Vanishings and Reappearances of a Self-Portrait
Schwartz ha fatto ricerche negli Archivi Reali, dei Governi americano e tedesco, alla National Gallery of Art di Washington. Ha consultato anche i documenti dei Tribunali tedeschi e nella corrispondenza privata tra la Granduchessa ereditaria Elisabetta e Jakob Rosenberg. Quindi è risalito ai proprietari e agli scambi che hanno riguardato il dipinto. Guglielmo II nel 1823 acquista il lavoro che nel 1839 trasferisce da Bruxelles all’Aia. Alla morte del proprietario il pezzo è venduto all’asta e portato a Palazzo Lange Voorhout o Escher in Het Paleis. L’ulteriore storia del dipinto si legge come un romanzo poliziesco. Con l’eredità della famiglia reale alla sorella di Hendrik, la principessa Sofia (1824-1897), l’opera ha lasciato i Paesi Bassi. Quindi è spostata alla città tedesca di Weimar dove è rimasta fino al 1921, quando è rubata dal Museo.
Il furto del dipinto
Alcuni giornali del periodo hanno riportato il fatto di cronaca. I ladri si sono arrampicati su un parafulmine del museo, hanno rimosso una finestra sul piano superiore e sono così entrati nell’edificio. Hanno preso un famoso autoritratto del maestro olandese, un’opera del suo periodo migliore, dipinto un anno dopo Ronda di notte a Amsterdam. Quindi è offerta una ricompensa di 100.000 marchi, e più tardi, il mercante Rost e il fabbro Schumann hanno confessato il furto. Ma le opere d’arte non sono recuperate. Schwartz non ha potuto di confermare i resoconti. Il dipinto era scomparso fino a quando non appare improvvisamente in America. Nel 1934, un idraulico di Dayton, Ohio, ha fatto un viaggio di fine settimana a New York City e si è ubriacato con alcuni marinai tedeschi. Al mattino, i suoi soldi erano spariti, ma c’erano tre vecchi dipinti arrotolati nella sua stanza d’albergo. Uno di loro sembrava curiosamente un Rembrandt. Leo Ernst lo ha portato a casa e nascosto. La moglie l’ha trovato e portato nel 1945 a Dayton Art Institute che lo ha studiato e restaurato. Infine Eller, l’attuale proprietario, acquista il pezzo nel 1983.