Il mese scorso, il Regno Unito ha silenziosamente rimosso l’impegno a proteggere l’aborto e i diritti alla salute sessuale, dalla dichiarazione internazionale sull’uguaglianza di genere. Ma perché?
Il Regno Unito rimuove diritto all’aborto dalla dichiarazione di genere: perchè?
Nell’ambito di una conferenza intergovernativa sulla libertà di religione o di credo (ForB) tenutasi a Londra il mese scorso, il Regno Unito cancella l’aborto dalla dichiarazione internazionale sui diritti umani. Durante la quale le parti, in tutto 8 Paesi firmatari incluso il Regno Unito, hanno redatto una formulazione alternativa e modificata dalla versione originale. Che includeva l’impegno ad abrogare qualsiasi legge che “consenti pratiche dannose o limita la … salute e diritti sessuali e riproduttivi, l’autonomia corporea di donne e ragazze“. Tra i Paesi firmatari vi è Malta – anti-aborto – che ha firmato per la prima volta. A Malta c’è un divieto assoluto di aborto in tutte le circostanze. Compresi stupri, incesto e anomalie fetali fatali. Tuttavia le autorità britanniche sono ora, in una situazione di stallo diplomatico, con tre nazioni europee. Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi. Che ora si rifiutano tutti di firmare il patto modificato. Mentre oltre 20 gruppi per i diritti umani, pro-choice e di aiuto internazionale chiedono al governo del Regno Unito di impegnarsi a proteggere l’aborto e i diritti alla salute sessuale nella dichiarazione.
Conferenza ministeriale internazionale sulla libertà di religione o di credo
La decisione ha già suscitato una diffusa indignazione. E critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani e tra i politici di alto rango. Per il modo non trasparente in cui le modifiche sono state apportate. Il segretario ombra per lo sviluppo internazionale del Labour, Preet Kaur Gill, ha descritto la dichiarazione modificata come “l’ennesimo attacco ai diritti umanitari da parte di un governo la cui reputazione globale è già stata offuscata“. Tuttavia l’intenzione dichiarata della Conferenza ministeriale internazionale di Londra 2022 sulla libertà di religione o di credo era riunire governi internazionali, parlamentari, rappresentanti di fede e credo e la società civile per aumentare l’azione globale sulla libertà di religione o di credo per tutti.
I relatori
Tra i relatori c’era l’amministratore delegato di Humanists UK Andrew Copson, nella sua qualità di presidente di Humanists International. Ha parlato alla sessione di apertura insieme al ministro degli Esteri, all’arcivescovo di Canterbury. E al rabbino capo e ai leader mondiali musulmani, indù e sikh. “Il titolo di questo vertice era la libertà di credo per tutti, ovunque e la dichiarazione comune del governo sul genere ha chiarito che si trattava di una vera aspirazione. Ora che è in dubbio. Se una donna non è libera nella scelta più intima e coscienziosa che potrebbe affrontarla, allora come è libera?“. Afferma Andrew Copson.