venerdì, Aprile 18, 2025

Quinto Orazio Flacco: il poeta dell’otium contemplativo

Quinto Orazio Flacco noto come Orazio è un poeta romano, del periodo precedente la nascita di Cristo. Di fatto l’epoca storica di Flacco vive le vicende del l’impero di Cesare, Augusto, Cassio ed Ottaviano. In verità, la letteratura del poeta pone le fondamenta dalla corrente di Epicureo, dove l’uomo diviene ricercatore di equilibrio, spirito e pensiero. Mentre le liriche di Orazio sul fronte politico, al tempo di Roma con Augusto, trovano spazio negli ideali ellenistici, con l’esaltazione per l’imperatore romano. Tra gli scritti celebri del poeta figurano: le Odi, il Carmen sæculare, Epodi ed altri.

Quinto Orazio Flacco chi è?

Quinto Orazio Flacco nasce a Venosa l’8 dicembre del 65 a.C. e decede a Roma il 27 novembre dell’8 a.C.  Al tempo, la terra di origine del poeta è una colonia romana in Lucania, oggi nell’attuale Basilicata. La famiglia vive in una situazione sociale benestante, in cui il padre Liberto esegue il lavoro di esattore. Inoltre, l’attività del genitore costringe il trasferimento della famiglia a Roma, dove Orazio cresce. Gli studi di Quinto avvengono sotto la guida del maestro Orbilio. A Cratippo di Pergamo, Orazio prosegue la formazione scolastica, con l’apprendimento del greco e della filosofia.

Quinto Orazio Flacco: il sostegno ideologico con Bruto

Nel 44 a.C. decede Giulio Cesare, il console capo totalitarista e massimo pontefice di Roma. Dopo la morte del pontefice, la dittatura che l’imperatore romano impone alla città, tramuta in guerra civile. A fronte di ciò, Flacco aderisce all’arruolamento militare nell’esercito di Bruto, che sostiene nelle idee di libertà. Attraverso il ruolo di tribuno militare, Flacco partecipa alla battaglia di Filippi, dove Ottaviano esce vincitore contro Bruto. Dal conflitto perdono la vita il militare repubblicano Bruto ed il politico romano Cassio, mentre Flacco riesce a fuggire.

Flacco diviene uno scriba

Intorno al 41 a.C. Orazio viene a conoscenza della perdita di una proprietà di famiglia, a causa di un sequestro. A fronte di ciò, Flacco inizia a lavorare come scriba per un questore. Di fatto, l’impiego di segretariato induce lo scriba alla realizzazione dei primi versi lirici. Inoltre, le prime composizioni di Orazio trovano interesse ed entusiasmo nel pubblico, con il successo per l’autore. In seguito, i poeti romani Virgilio e Vario presentano Orazio a Cilnio Mecenate, consigliere ed alleato dell’imperatore Augusto. Di conseguenza, lo scriba riceve l’ammissione al circolo del consigliere imperiale, dove inizia l’attività letteraria.

La poesia di Orazio

Nelle opere liriche, il poeta intende trasmettere un’utilità sociale, in cui il lettore giunge alla riflessione personale. Mentre, prevalgono i versi ironici, nella distinzione di una scrittura dalla forma stilistica ricercata. Tra le linee epicuree dei versi, l’autore prende spunto dagli ideali politici dell’imperatore Augusto, che condivide ed esalta in diversi scritti. Inoltre, Orazio condivide la corrente di pensiero ellenistica, che unisce ai concetti di Epicureo. Dalle vicissitudini belliche e politiche dell’epoca augustea, il poeta raccoglie l’essenza che descrive e tramuta con eleganza nei versi.

Anche dai toni ironici, le opere esprimono i temi dell’individuo, del pensiero, della libertà, della comunicazione e riflessione. Tuttavia, i versi di Orazio seguono la ricerca dell’esistenza, nei significati e nelle domande dell’uomo. In realtà, il poeta esprime più volte negli scritti anche il terrore della morte, che avverte come palude e turbamento, nello stato personale. Dalle poesie emerge l’ambiguità dell’autore, dove il carattere reale del poeta esce tra i versi e l’immagine trasparente sembra volersi nascondere.

Le opere

Il poeta Orazio risulta uno dei maggiori esponenti della letteratura classica. Tra le principali opere dell’autore, ci sono: Epodi, Satire, Odi, Epistole, Carme secolare ed altre.

La morte

Quinto Orazio Flacco decede a Roma, il 27 novembre nell’8 a.C. all’età di cinquantasette anni. Il poeta riceve sepoltura presso il colle Esquilino della città di origine, vicino all’amico Mecenate.

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