La nostra mente tende a produrre ragionamenti errati in maniera inconscia, cioè si manifesta un disturbo del linguaggio, e quindi dell’apprendimento, che interessa l’ambiente, il contesto ed il modo in cui sono stati conosciuti ed appresi gli schemi logici. Andiamo a scoprire cos’è la dislogia e le sue cause. Come pure alcune direttive da seguire a scuola per i bambini che ne soffrono.
Cos’è la dislogia
Quando produciamo ragionamenti errati si dice che siamo affetti da ‘dislogia’. Si tratta di un disturbo del linguaggio che non è causato da anomalie a livello cerebrale. Infatti, è condizionata dall’ambiente e dal contesto. Come pure dal modo in cui sono stati conosciuti ed appresi gli schemi a livello logico.
Così come chi non ha appreso in maniera corretta le tabelline genera calcoli errati senza rendersene conto, allo stesso modo chi è affetto da dislogia non ha appreso le operazioni logiche.
In tal modo, i suoi ragionamenti sono errati, inconsapevolmente. Dunque, parliamo di difficoltà nel formulare ragionamenti corretti.
La dislogia rientra nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), che si presentano attraverso difficoltà in una o più aree del linguaggio, come l’alterazione del contenuto del discorso, unita a disturbi psicopatologici.
Cause della dislogia
La dislogia è causata da difetti di apprendimento degli schemi logici. Può manifestarsi con incapacità di parlare o imperfezione del linguaggio.
Effetti
Quindi, provoca disturbi dello sviluppo della mente. Come pure:
- difetti di pronuncia. Di questi, vanno ricercate e studiate le cause per diminuire intensità e persistenza dei disturbi;
- ritardo mentale, che deriva dalla forma di imperfezione nel parlare, provocato dalla cioè della funzione cognitiva e della memoria. Sembra verificarsi una ridotta circolazione sanguigna cerebrale nella zona frontale che determina disturbi a livello della personalità.
Le difficoltà del linguaggio
E’ necessario porre attenzione alle difficoltà del linguaggio per poter comprendere le cause e agire sulle conseguenze. Bisogna indagare l’aspetto ‘lessicale’ per originare lo sviluppo armonico del linguaggio. Come pure l’ampliarsi del ‘vocabolario’ nei soggetti in età evolutiva affinché si possa parlare di corretta crescita linguistica.
Prestare attenzione ad altri segnali è importante per risolvere le difficoltà articolatorie, che possono comprendere anche:
- conformazione dentaria alterata, che provoca una distorsione dei suoni, perché i movimenti nella bocca sono difficili. L’intervento logopedico è fondamentale per risolvere i problemi di deglutizione che ne conseguono;
- presenza di otiti ricorrenti che influiscono sull’efficace percezione dei suoni e non permettono di sviluppare le cosiddette strutture fono-articolatorie del bambino;
- balbuzie primaria, che si caratterizza per l’aspetto della non consapevolezza di chi ne soffre. Probabilmente, basterà ricordare al bambino di parlare più lentamente, o rassicurarlo.
Come si guarisce dalla dislogia?
E’ possibile guarire, correggendo gli schemi logici disfunzionali. Ci si può esercitare attraverso test e compiti specifici. Si apprendono strategie che possono modificare e agire sull’aspetto peculiare del disturbo.
I bambini devono lavorare sui sintomi dei problemi di linguaggio che emergono.
In ogni caso, bisogna seguire un percorso riabilitativo con i professionisti della ‘logopedia’. Affiancati da esperti psicologi, in caso di compromissione della personalità e di presenza di disturbi specifici.
Alunni dislogici a scuola
La scuola è il luogo dell’apprendimento. Questo rappresenta il processo di acquisizione e di modificazione delle capacità e delle abilità comportamentali derivanti dalle esperienze dell’ambiente.
In caso di dislogia, essendo un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, è consentito attivare un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo è un documento di programmazione con il quale la scuola definisce gli interventi necessari da attuare per gli alunni con esigenze didattiche particolari. Quindi, si utilizzano strumenti didattici e tecnologici che possono facilitare la prestazione richiesta dell’abilità di cui gli alunni hanno il deficit.
Importante è l’aspetto della diagnosi. Così, una volta definito il disturbo, si possono mettere in campo tutte le metodologie opportune e gli approcci a disposizione per realizzare i percorsi di aiuto più adeguati.
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