Si avvicina alla scadenza naturale l’incarico di Mario Draghi quale presidente della Banca Centrale Europea.
Draghi riveste il ruolo di presidente dell’istituzione Europea dal 2011, e dovrà lasciare entro l’ultimo trimestre del prossimo anno.
Tale carica, seppur designata dal Consiglio Europeo, non è di tipo politico, essendo la BCE un’istituto indipendente che si occupa principalmente della moneta e della relativa stabilità monetaria della zona euro.
Draghi ha dovuto fronteggiare situazioni di crisi del sistema, adottando nel 2015 una politica monetaria volta a creare stabilità nel sistema comunitario.
Seppure la Bce non ha influenze dirette nelle politiche degli stati, la sua azione può favorire un’espansione o un rallentamento dell’economia.
Con la politica del Quantitative Easing adottata da Draghi ci si è spinti verso una dilatazione del sistema, in quanto l’acquisto di grandi quantità di titoli di stato aumenta la circolazione di moneta e riduce i tassi di interesse, introducendo maggiore liquidità.
Chiaro dunque che per il ruolo di successore di una istituzione vitale nell’area economica globale, pesino dei rapporti di forza economico – geografica.
Tra le fila del toto – nomi troviamo grandi esponenti dell’economia mondiale, tra i quali Cristine Lagarde attuale numero uno del Fondo Monetario Internazionale ed ex ministro dell’economia in Francia, ma anche possibile soluzioni interne come Benoit Coeurè membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, secondo i più con una visione della direzione da impostare più rispondente alle idee di Draghi, forse penalizzato dal fatto che già il predecessore di Draghi, Trichet, aveva passaporto francese.
Altro nome molto quotato è Jens Weidmann attualmente presidente della Bundesbank, tenendo conto del fatto che seguendo una linea geografica la Germania mai nella storia di tale istituzione ha espresso un presidente tedesco.
Sarà un anno complesso il prossimo dunque in tema di assetti istituzionali dell’ Unione Europea tenendo conto che in primavera avverrà il rinnovo del Parlamento Europeo e della Commissione Europea.
Chissà dunque su quale personalità cadrà la scelta, pesando sulla nomina certamente anche l’idea di politica monetaria da esprimere nei prossimi otto anni.