giovedì, Aprile 17, 2025

Popsophia, il Festival di Tolentino che dà voce alla critica contemporanea

Si è concluso Biumor, il progetto di Festival dedicato alla cronaca e alla critica contemporanea trattato in forma artistica con attenzione filosofica ideato dall’organizzazione Popsophia della città di Tolentino in collaborazione con la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, una manifestazione collaterale di Popsophia.

Piazza di Tolentino

Anche per quest’anno, quindi, la collaborazione tra la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, il cui contributo è stato funzionale alla spiegazione e alla descrizione della realtà e della cronaca contemporanea mediante l’espressione artistico figurativa, con Popsophia, festival che intende descrivere, analizzare e studiare le forme e le problematiche della modernità per mezzo di un trattamento filosofico il più aperto, agevole e dialogante possibile ad un pubblico sfaccettato e variegato, è riuscita a creare una commistione ottimamente sincretica e incanalata di stili comunicativi e di pensiero dai meritevoli e funzionali intenti.

Biumor, evento annuale dal successo ormai consolidato nato con lo scopo di mettere in comunicazione realtà le più disparate e diversificate, dal mondo artistico a quello intellettuale, dagli esponenti della cultura e dell’informazione a coloro che risultano completamente estranei a questo nucleo di sapere umanistico e dell’arte figurativa i quali, come ben dimostrato dal titolo del festival Popsophia, possono informarsi sugli accadimenti sociali, politici e di cronaca contemporanei attraverso un taglio filosofico benché semplificato molto attrattivo e profondo, è terminato ieri per l’edizione 2019, edizione che si è sviluppata nell’arco di quattro giorni, da mercoledì 20 novembre a sabato 23 novembre.

Una sala del Museo Internazionale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino

Volontà dei promotori, oltre che quella di analizzare il contesto contemporaneo e gli eventi sociali che ogni giorno si succedono in forma sia speculativa che utilizzando l’impattante mezzo dell’intrattenimento, è varare un’alternanza con la splendida location del Castello della Rancia avviando un processo virtuoso di miglioramento diffuso del tessuto urbano valorizzando così pure la memoria storica del Museo Internazionale dell’Umorismo nell’Arte ospitato dalla città di Tolentino, uno dei più importanti fulcri turistici su cui il comune fa leva al fine di un maggior sviluppo nazionale e internazionale del territorio.

Alcuni burattini esposti al museo

Fondato come Museo della Caricatura nel 1970 da Luigi Mari, medico, artista ed ex sindaco di Tolentino, il MIUMOR è unico in Italia, in concorrenza con il Museo della Satira e della Caricatura a Forte dei Marmi, e fra i pochi nel mondo nel suo genere, riconosciuto a livello globale come punto di riferimento per tutti gli artisti, gli studiosi e gli appassionati dell’arte umoristica e non solo. Creativo punto di partenza e d’impostazione della Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, il museo, che contiene maschere, statuette, immagini, disegni, dipinti e documenti provenienti dalla maestria di artisti e intellettuali nazionali e internazionali di ampia provenienza che con la loro ricchezza di pensiero, bellezza e particolarità esaltano l’importanza della comicità e della commedia, sia essa espressione artistica, sperimentazione o fondamento di quell’ironia personale e vitale che permette l’apertura mentale e la tolleranza aiutando anche una seria speculazione, ha di conseguenza lo scopo di rendere partecipe lo spettatore e il cittadino sulla importante consistenza dell’umorismo non solo interpretato come un qualcosa di contingente ma compreso come un modo di pensiero non minoritario rispetto alle scienze elevate in quanto esso diventa aiuto concettuale di esse e miglioramento dell’armonia mentale.

Come sostiene Luigi Morgione in un contributo pubblicato nel catalogo 30 anni di umorismo nell’arte. Tolentino 1961-1990:

“Il MIUMOR è un libro di storia dove sono registrati i momenti salienti di tutte le lotte, da quelle minime di critica agli errori quotidiani dell’uomo, a quelli, molto più impegnativi e pericolosi, di critica del potere cieco e ambiguo alle ragioni del più forte, alle tresche tra politica aperta e poteri occulti. Proprio per questo un museo della caricatura ha la stessa funzione educativa di una raccolta di caratteri e di massime, una grande galleria di tipi e situazioni dove in ogni momento si può sorridere o pensare o meravigliarsi o sdegnarsi, dove si impara a conoscere l’uomo con i suoi limiti e le sue iperboli […] Insomma, il MIUMOR vi aspetta per scoprire un altro lato dell’arte, quella che, nonostante venga considerata un’arte minore, è capace, più di ogni altra forma dell’espressione artistica, di parlare direttamente e chiaramente a tutti”

Questa descrizione del museo e della sua visione programmatica si assume anche come una perfetta spiegazione degli intenti che la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte insieme a Popsophia si propone di mettere in atto con Biumor.

Lucrezia Ercoli

Tema di quest’autunno su cui gli artisti della Biennale si sono impegnati è stato l’odio, tematica che, come ha rilevato Lucrezia Ercoli, direttrice e organizzatrice di Popsophia:

“[…] verrà declinato utilizzando come al solito i nostri linguaggi, tra filosofia e cultura pop. Costruiremo appuntamenti diversi che analizzano quest’urgenza contemporanea, che è un tema d’attualità predominante. Un linguaggio degli odiatori che finisce per abbattersi persino sugli odiatori stessi”

Centinaia di artisti della XXX Biennale internazionale dell’Umorismo nell’Arte provenienti da tutto il mondo si sono quindi interrogati e cimentati su una delle questioni cruciali del mondo contemporaneo, l’odio è infatti largamente presente, se questo sentimento può in alcuni essere quasi paradossalmente utile in determinate circostanze, molto spesso è deleterio, come dimostrato soprattutto dagli eventi di cronaca che manifestano tutta la debolezza di questa emozione troppo spesso incontrollata o non adeguatamente considerata se non con ipocrisia, ignoranza o menefreghismo.

Il logo per il tema dell’edizione di quest’anno

Il senso d’inadeguatezza e di infecondità dell’odio, oggi purtroppo ben constatabile in molte parti della società, viene evidenziato nell’aspetto politico, relazionale, lavorativo e finanche economico industriale, in parecchie realtà sembra infatti essersi svanito quel sano buonsenso e quella umanità che dovrebbe essere il sostegno e il massimo ideale per una adeguata costruzione sociale. Ma la tirannia dell’odio è ancora più evidente nel quadro tecnologico e comunicativo, poiché non passa giorno senza che notizie di parolacce, insulti e minacce anche mortali che prendono i tratti di cyberbullismo non infarciscano i social impedendo una conduzione della vita equilibrata ai riceventi ma, non dimentichiamolo, pure a coloro che quelle minacce le scrivono.

Come ben chiarito da Ercoli con una frecciata di intelligente coscienza l’odio è dunque una piaga che non risparmia nessuno, l’unico modo per abolirlo è estirpare il suo potere assoluto che sembra sempre farsi più evidente, viziato e coercitivo anche all’interno della politica la quale non si risparmia attacchi feroci nel suo seno invece di educare i cittadini, in quanto somma rappresentante delle istituzioni e della vita sociale, al rispetto universale che dovrebbe fare della politica stessa e della comunità tollerante e felice i pilastri del benessere e dello Stato. Per evitare che esso si espanda incontrollabilmente è necessario riunire la comunità nella bellezza di una comicità intuitiva, strutturata e benpensante, ciò che si propone di mettere in atto Popsophia, dibattito multidisciplinare il cui compito è quello di proporre soluzioni e responsabilità per contrastare attraverso la cultura e mediante progetti artistici le maggiori problematiche contemporanee.

Parola d’ordine politicamente dirompente e ampiamente dominante in troppi settori sociali, sempre in agguato dovunque, l’odio è stato analizzato dagli artisti partecipanti al Biumor 2019 dall’origine antropologica alla sua metamorfosi digitale ai fatti di cronaca e alle creazioni dell’immaginario, dai social network, che hanno prodotto incorreggibili e difficilmente controllabili odiatori da tastiera e troll che sfruttano l’anonimato per diffondere pesanti, irragionevoli e crudeli messaggi di insipienza gratuita, alle opere cinematografiche e molto altro. Come spiega Ercoli nell’introduzione al programma Biumor Popsophia:

“Il Festival sarà un’indagine senza sconti dei linguaggi dell’odio contemporaneo con la lente d’ingrandimento della filosofia […] In un clima saturo di passioni biliose, proprio la cultura e la filosofia, amiche del dubbio e nemiche del fanatismo, possono rappresentare una scialuppa di salvataggio contro l’odio settario e beota degli haters”

Quello di cui la società moderna ha bisogno e che Popsophia promuove è il ritorno ad una filosofia aperta e non iperspeculativa o cattedratica che ritorni all’approccio sociale approdando a un pensiero calato nella realtà, ma non per questo semplicistico, che sappia fare dell’umorismo e dell’arte il proprio sviluppo e la sua esaltazione, il suo punto di forza, possibile punto di partenza per la svolta al cambiamento. Il programma del Festival si è strutturato con occhio attento su questi aspetti, infatti si sono alternati con coerenza momenti più prettamente filosofici ad appuntamenti artistici. Mercoledì l’evento si è aperto con Biumor Young, incontro di valore educativo dal titolo Eroismi giovanili, nuovi linguaggi e nuovi media dedicato ai ragazzi e alle famiglie, ospitato presso l’Auditorium ASSM, in cui sono intervenute personalità delle istituzione culturali e comunali della città per sensibilizzare soprattutto i più giovani all’uso critico del web mettendoli in guardia sul bullismo telematico e indirizzarli su come affrontarlo.

Palazzo Sangallo

Giovedì si sono inaugurate ufficialmente le mostre Biumor 2019 alla Sala Mari di Palazzo Sangallo con l’esposizione delle opere selezionate dalla Trentesima Biennale dell’Umorismo nell’Arte. Non esiste nessun controsenso nel fatto che una Biennale dell’Umorismo indica un concorso sull’odio, infatti, tralasciando che ogni tematica se trattata con le adeguate attenzioni può essere letta con una certa profonda leggerezza, l’odio, soprattutto quello attuale in particolare italiano, si presta ad essere presentato tono di sarcasmo satirico, in questo modo la risonanza è ancora più forte e intensa, e forse paradossalmente molto meno umoristica di quanto non sarebbe se non fosse stata interpretata con questo taglio. Sempre in data di giovedì 21 novembre sono state aperte altre due esposizioni, la prima Federico Fellini e la Biennale e la seconda sul ritratto di Norberto Bobbio del fotografo Maurizio Galimberti presentate al Teatro e Centro Culturale Politeama.

Piero Massimo Macchini

A seguire è intervenuto Massimo Donà in una esposizione filosofica sull’odio, mentre la sera, sempre al Politeama, l’artista internazionale di pantomima, teatro comico per adulti e ragazzi e visual comedy Piero Massimo Macchini è stato il conduttore del riconoscimento, show di premiazione dalle tinte satiriche, del vincitore del Premio Internazionale Città di Tolentino della Biennale di quest’anno andato al recanatese Abele Malpiedi con la sua opera Mi odio e del Premio Luigi Mari concesso allo spagnolo Omar Alberto Figueroa Turcios per il suo ritratto caricaturale di Frida Kahlo. Tra le opere, che saranno esposte sino al 26 gennaio 2020 a Palazzo Sangallo, si annoverano la seconda e la terza classificata realizzate rispettivamente dal croato Mojmir Mihatov e dal belga Constantin Sunnenberg, quest’ultimo già vincitore della Biennale 2015.

Abele Malpiedi con la sua opera vincitrice del concorso

Venerdì 22 novembre si è incominciato fin dal pomeriggio al Politeama con Un silenzioso sguardo nello humor con Paolo Della Bella e il giornalista Pietro Frenquellucci, poi il duo Tlon composto da Andrea Colamedici e Maura Gancitano hanno raccontato il progetto Odiare ti costa, campagna nazionale contro l’hate speech che sta riscuotendo molto interesse.

Carlo Massarini

Successivamente è stato messo in scena lo spettacolo filosofico musicale All That Jazz – Il Musical e l’elogio della leggerezza e sono intervenuti il linguista Massimo Arcangeli e Saverio Marconi, fondatore della Compagnia della Rancia. Ieri, invece, ultimo giorno del Festival, Riccardo Dal Ferro ha parlato del film Joker del regista Joaquin Phoenix, pellicola dallo strepitoso successo mondiale che ha suscitato non pochi clamori, quindi il caporedattore della redazione marchigiana del TG3 Maurizio Blasi ha analizzato I duellanti, dalla novella di Joseph Conrad al film di Ridley Scott. Hanno esposto i giornalisti Angela Azzaro e Piero Sansonetti per poi lasciare spazio al critico musicale Carlo Massarini, volto televisivo della trasmissione palinsesto di Rai 1 Mister Fantasy – Musica da vedere. L’evento si è quindi chiuso al Teatro Vaccaj con un cosiddetto Philoshow musicale con la band Factory di Popsophia che ha suonato un omaggio ai Beatles.

Alessandro Pallara
Alessandro Pallara
Nasce a Ferrara nel marzo del 1996. Ha studiato sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics di Padova. Tuttora collabora come volontario supervisore del patrimonio artistico culturale con l'associazione Touring Club Italiano nella città di Bologna.

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