mercoledì, Aprile 16, 2025

Polonia: la camera disciplinare dei giudici verrà smantellata

La Polonia dovrà eliminare una camera disciplinare per i giudici perché la massima corte europea ha stabilito che viola il diritto comunitario. Se il paese polacco continuerà a mantenerlo in vigore incorrerà in una nuova sanzione finanziaria da parte della Commissione europea.

Perché la Polonia dovrà smantellare la camera disciplinare?

La Polonia dovrà smantellare la camera disciplinare per i giudici. Questo è parte del più ampio piano di riforme del sistema giudiziario che il paese dovrà affrontare nei prossimi mesi. Secondo l’Unione Europea, la camera disciplinare viene usata per far pressione sui giudici ed esercitare un controllo politico sulle sentenze emesse. Varsavia potrebbe affrontare rigide sanzioni finanziarie se non ascolta la Corte Europea di Giustizia (ECJ). In quanto, quest’ultima considera la Camera come illegale.


La riforma della giustizia non è compatibile col diritto comunitario


Perché la camera disciplinare è illegale?

Il 15 luglio 2021, la Commissione europea ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia per far dichiarare che, adottando il nuovo regime disciplinare applicabile ai giudici del Sąd Najwyższy (Corte suprema polacca) e ai giudici dei tribunali ordinari, la Polonia è venuta meno agli obblighi del diritto comunitario.

La camera disciplinare non è indipendente

La Commissione ha dichiarato che alla luce del contesto globale delle grandi riforme che hanno recentemente interessato il sistema giudiziario polacco, questa nuova camera non offre tutte le garanzie di imparzialità e indipendenza. In particolare, non è protetta dall’influenza diretta o indiretta del potere legislativo ed esecutivo polacco. In particolare, la Corte critica il fatto che il processo di nomina dei giudici della Corte suprema, compresi i membri della camera disciplinare, è essenzialmente determinato da un organo il Consiglio nazionale della magistratura polacca. Questo è stato riorganizzato in modo significativo dall’esecutivo e dal legislatore polacco. Perciò l’indipendenza della camera disciplinare può suscitare ragionevoli dubbi.

Organo esclusivo

La Corte europea sottolinea anche il fatto che la camera disciplinare è composta esclusivamente da giudici di recente nomina. Siccome questi non sedevano già presso la Corte suprema possono essere corruttibili da parte del governo che li ha posti in loco. Inoltre, rispetto alle condizioni prevalenti nelle altre sezioni giurisdizionali di tale tribunale i nuovi giudici beneficiano sia di una retribuzione molto elevata che di un alto grado di autonomia organizzativa, funzionale e finanziaria.


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Controllo politico

Il regime della camera disciplinare permetterebbe di qualificare come infrazione il contenuto delle decisioni giudiziarie adottate dai giudici nelle corti ordinarie. Di conseguenza, la minaccia di infrazione potrebbe essere utilizzata per esercitare pressione politica sulle decisioni giudiziarie al fine di influenzarne le sentenze e minare l’indipendenza dei tribunali interessati.

Limite temporale non fissato per i processi

La Polonia non ha garantito che le cause disciplinari intentate contro i giudici dei tribunali ordinari siano esaminate entro un termine ragionevole. Inoltre, non ha garantito il rispetto dei diritti di difesa dei giudici accusati, minandone così la loro indipendenza. In questo modo, i giudici nazionali sono esposti a procedimenti disciplinari solo per il fatto che hanno deciso di presentare una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di giustizia. Tale atto compromette il loro diritto o, se del caso, l’obbligo di sottoporre questioni alla Corte. Oltre che il sistema di cooperazione giudiziaria tra i giudici nazionali e la Corte di giustizia istituito dai Trattati europei. Tale sistema era in grado di garantire l’uniformità nell’interpretazione del diritto dell’Unione Europea e di assicurare la piena efficacia di tale diritto.


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Lo scontro tra Unione Europea e Polonia

La disputa sulle riforme della giustizia si è scaldata negli ultimi mesi, in contemporanea con l’arrivo dei soldi del recovery fund. Bruxelles aveva chiesto alla Polonia di implementare una sentenza dell’Alta Corte dell’Unione Europea per sciogliere la contestata camera disciplinare dei giudici entro il 16 agosto. Ad inizio agosto, Jaroslaw Kaczynski ha detto, in un’intervista pubblicata sabato dall’agenzia di stampa statale PAP, che: “Scioglieremo la camera disciplinare così come opera attualmente e in questo modo l’oggetto della disputa scomparirà”. E che avrebbe presentato i piani per un sistema disciplinare alternativo a settembre. Nell’annunciare che avrebbe sciolto la camera disciplinare, il governo polacco ha, però, insistito sulla necessità di avere dei modi per punire i giudici che violano la legge o abusano delle loro posizioni. Il governo polacco ha, perciò, detto che troverà il modo di farlo mentre continua le riforme del proprio sistema giudiziario.

La posizione polacca sulla camera disciplinare

In due ordini pubblicati la scorsa settimana, la presidente della Corte Suprema polacca, Malgorzata Manowska, ha detto che nessun nuovo caso andrà alla camera. Finché non saranno introdotte modifiche legislative o finché la Corte di Giustizia dell’Unione Europea non emetterà un verdetto finale sulla questione. La sospensione durerà fino al 15 novembre. Per i casi disciplinari che sono già stati assegnati ai giudici, Manowska o il capo della camera disciplinare chiederà loro di decidere se astenersi dall’ascoltarli o meno. Oggi, il governo polacco ha detto di aver inviato una lettera alla Commissione europea lunedì, il termine ultimo per Varsavia per informarli. La Commissione ha confermato che ha ricevuto la lettera dalla Polonia. Una portavoce della Commissione ha detto che: “Stiamo esaminando la risposta prima di decidere su possibili ulteriori passi”.

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