“Mens sana in corpore sano“, recitavano i latini. Lo yoga è questo.
Disciplina molto antica, nata in India, affonda le sue radici nella millenaria filosofia vedica. Filosofia che è alla base di tradizioni come l’induismo, il buddismo e il tantra.
Lo yoga viene descritto come il legame che mette in equilibrio gli opposti, li riconcilia e li conduce al completamento. Unisce il corpo e la mente, ma anche gli individui tra di loro e l’individuo con la coscienza universale.
Un percorso di crescita personale che porta alla consapevolezza di sé, all’armonia con noi stessi e con ciò che ci circonda.
Oggi lo yoga è diverso dal passato, ma i benefici sulla salute sono gli stessi.
Praticare yoga durante l’isolamento
Lo yoga è un potente antistress. Bastano pochi minuti di pratica ogni giorno per ridurre in modo significativo l’ansia. Per gestire meglio il nostro rapporto con il mondo e le nostre emozioni.
In questi giorni di quarantena gli esercizi fisici a casa sono diventati gli unici alleati per mantenersi in forma. Lo yoga, date le limitate risorse necessarie e la sua massiccia presenza in rete, sta riscuotendo un enorme successo.
Lo yoga è un potente antistress
Lo yoga è una disciplina che aiuta a mantenersi centrati, anche e soprattutto in situazioni di emergenza.
Aumenta la produzione delle endorfine, aiutandoci ad essere più positivi e migliora anche la qualità del sonno. Se svolto regolarmente favorisce un aumento di massa muscolare e quindi una riduzione del mal di schiena.
Lo yoga aumenta l’equilibrio, la stabilità e migliora le funzioni cognitive, la capacità di concentrarsi e allo stesso tempo aumenta la memoria.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Behavioral Medicine, la pratica dello yoga rinforza il sistema immunitario. E ancora, riduce stati infiammatori cronici che sono da tempo stati associati a rischio di varie malattie, da depressione a patologie cardiovascolari.
Le origini dello yoga
Le forme più primitive di yoga sarebbero apparse tra il 3000 e il 1800 a.C. nella valle dell’Indo.
Negli scavi svolti in queste zone sono state rinvenute statuette e raffigurazioni sedute in posizioni yogiche, dimostrando probabilmente come lo yoga fosse già allora conosciuto e praticato.
Le prime chiare tracce sullo yoga ci vengono però da un periodo più tardo, quello della letteratura vedica. I Veda sono testi antichissimi i cui contenuti, prima di essere esposti in forma letteraria, furono tramandati di generazione in generazione attraverso la tradizione orale.
Possiamo trovare le basi dello yoga nella parte più tarda dei Veda. Nelle Upanishad, testi filosofico-religiosi scritti in sanscrito tra l’800 e il 300 a.C. circa.
Per l’indiano Michel Angot, l’oggetto principale della filosofia indù, specialmente attraverso lo yoga, è la liberazione dell’anima attraverso l’assenza di sofferenza.
Un “suicidio del corpo”, prendere le distanze dal proprio corpo per annientare la sofferenza e il dolore e “riposare la mente”.
I testi vedici rappresentano la prima testimonianza scritta della storia dello yoga
Nel periodo epico (risalente al VI sec. a.C. circa) una fonte ricchissima per comprendere lo yoga è il poema Mahabharata, la cui parte più importante è la BhagavadGita. Un trattato di 700 versi che sintetizza idee e pratiche yoga.
Il punto di svolta nalla storia dello yoga. Da “uomini di pace a uomini di guerra“
Intorno all’XI secolo emerse una nuova forma di yoga, detta tantrica. L’unione con il divino, che si traduce nella ricerca della perfezione attraverso il pieno sfruttamento delle capacità umane, sia fisiche che mentali.
Da allora in poi, colui che pratica lo yoga diventa un corpo performante e resistente al dolore. Nel XVIII secolo, vengono utilizzati come soldati contro l’esercito britannico, e, talvolta, arruolati da quest’ultimo.
Secondo Michel Angot, sono passati da “uomini di pace a uomini di guerra“. Eseguire le asana, le posture del corpo, diviene secondario.
Lo yoga oggi
Benché abbia le sue radici nella tradizione indiana, lo yoga ha nel tempo superato i confini geografici e culturali dell’India, integrandosi con filosofie diverse.
Nelle società occidentali, in particolare, ha assunto un aspetto diverso a quello dell’Asia meridionale.
La diffusione dello yoga in Occidente iniziò alla fine del XIX secolo, grazie al maestro Swami Vivekananda. Definito da Michel Angot, “primo grande esportatore di spiritualità indiana“.
Per quanto riguarda la pratica, lo yoga ha dovuto rinunciare a parte del suo patrimonio per integrare altro. Come, ad esempio, le diverse forme di ginnastica, in particolare quella svedese. Per adeguarsi meglio al pubblico occidentale.
Le pratiche attuali sono molto lontane dallo yoga delle origini
Oggi, l’idea di conservazione del corpo e la ricerca della giovinezza eterna ha sostituito l’originale idea di rinuncia al mondo.
Secondo la filosofa Isabelle Queval, l’idea di yoga che sta prendendo piede, grazie soprattutto ai social network, è un’idea che mette “il corpo al centro degli interessi”.
Lo yoga sembra ridursi a prove spettacolari di abilità corporee. Legate, tra l’altro, ad una visione discriminate e giovanile del corpo stesso.
In ogni caso, a prescindere da come e quanto sia cambiata questa pratica nel tempo, lo yoga rimane un valido strumento di benessere per il corpo e la mente.
Uno strumento che in questo momento di isolamento potrebbe rivelarsi un ottimo alleato.
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