martedì, Aprile 15, 2025

Pietro Righi e l’arte di creare statuine del presepe

Per le festività natalizie 2022-2023 si rinnova il tradizionale appuntamento espositivo con l’arte presepiale dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna. Un collaborazione col Centro Studi per la Cultura Popolare che valorizza la particolare espressione plastica di devozione. Nella città felsinea, a partire dalla tarda età barocca, ebbe un qualificatissimo centro di produzione in cui anche artisti affermati si cimentarono con la produzione di statuine. La mostra Un presepe “esemplare” di Pietro Righi (Bologna, 1772-1839) è aperta dal 14 dicembre al 15 gennaio 2023 alla Galleria Davia Bargellini.


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In che materia Pietro Righi realizza le statue del presepe?

L’inedito gruppo presepiale della Natività è in terracotta dal modellato di notevole qualità, proveniente da collezione privata. Sul retro della scultura è chiaramente leggibile una scritta tracciata sulla creta fresca, prima della cottura: “Pietro Righi/ Fece/ L’anno 1826/Li 4 ottobre/n° 5”. L’esposizione dell’opera per la prima volta al pubblico è l’occasione per riunire, in stretto dialogo fra loro, altri due esemplari di mano dello stesso artista. Hanno la medesima materia e tipologia iconografica, già presenti nella ricca collezione di antichi pezzi presepiali bolognesi conservata nel museo.

Gli artigiani del presepe bolognesi

Così affiancati, i tre pezzi rappresentano una testimonianza significativa della statuaria da presepe realizzata da questo abile artista-artigiano. Era esponente di una generazione erede dei grandi maestri plasticatori bolognesi quali Giuseppe Maria Mazza (1653–1741), Angelo Gabriello Piò (1690-1770) e Filippo Scandellari (1717-1801). Pur non raggiungendo il livello qualitativo della più alta tradizione, Righi si distinse nella produzione seriale a stampo accessibile a tutti i ceti sociali. Infondendovi l’ispirazione tratta dall’operato dei maestri della scultura che insegnavano all’Accademia di Belle Arti, dove svolse l’incarico di bidello. La mostra è accompagnata da testi di Fernando e Gioia Lanzi e Antonella Mampieri.

La Natività inedita di Pietro Righi

Il gruppo presepiale emerso che va ad arricchire il catalogo di Pietro Righi, rappresenta la Vergine, san Giuseppe e il Bambino. Ci sono l’asino e il bue nella greppia/mangiatoia, figure che tipicamente venivano realizzate singolarmente per poi essere assemblate su di una base, a creare composizioni lievemente variate. Si tratta di un’opera esemplare, probabilmente parte centrale di una scena più ampia, comprendente altri personaggi a completamento della rappresentazione della Natività. La figura della Madonna fa corpo con la mangiatoia, in una forma che è quasi una firma dei plasticatori del presepio bolognese. Non si tratta qui della semplice greppia a rastrelliera, ma paglia e fieno sono posti su di un recipiente rettangolare, realizzato con giunchi o rami intrecciati. Nell’affresco con la Natività di Vitale da Bologna, un tempo nella chiesa di Mezzaratta, ma ora esposta nella Pinacoteca Nazionale cittadina, è posto il cibo per gli animali, che la riempie completamente e deborda. Posto sopra, avvolto in fasce, giace il Bambino, e le fasce sono il segno indicato ai pastori dall’angelo annunciante. A fianco, e alle spalle del Bambino, si affaccia l’asino.

La composizione della Natività

La Vergine, figura della Chiesa, e il Bambino, sono significativamente il punto culminante della composizione. La Madre, in atteggiamento tenero e protettivo, mostra il Figlio porgendolo delicatamente all’adorazione di san Giuseppe, e degli altri. Il padre, seduto accanto e più in basso, con le mani giunte all’altezza del cuore, volge il capo al Bambino che la Madonna gli presenta e lo fissa intensamente. Ai piedi di Maria, il bue, con una torsione robusta e suggestiva del collo, volge il capo al Bambino. Le bestie rappresentano i popoli che lasciano le religioni tradizionali per volgersi al Figlio di Dio incarnato, che, nell’Eucaristia, si farà cibo per gli uomini. Nella parte posteriore, il gruppo evidenzia data e numerazione della figura. Il numero progressivo di produzione 5 indica chiaramente che si tratta di un’opera seriale. La data 4 ottobre 1828, incisa prima di inviare a cottura il pezzo, sottolinea la petronianità esemplare di Pietro Righi e della sua opera. Coincide con festa del Patrono san Petronio.

Pietro Righi (1772-1839)

Negli anni Novanta un plasticatore anonimo, di cui si conoscevano diversi gruppi da presepe simili, venne identificato come Pietro Righi. Infatti, Stefano Tumidei ha ritrovato un lavoro a sua firma. Attorno a quel gruppo firmato, ripetuto in moltissime varianti con l’uso degli stampi, è possibile ricostituire negli ultimi anni un corpus piuttosto ricco e in continuo aumento. Pietro Righi nasce a Bologna il 30 aprile 1772, da Francesco e dalla sua seconda moglie, Anna Livizzani. La famiglia era originaria di Gaggio Montano. Il padre si era trasferito a Bologna per esercitare con maggior profitto la professione di medico. Dopo la sua morte, nel 1786, i cinque figli ancora minori furono allevati dalla madre con l’aiuto dell’Opera Pia dei Poveri Vergognosi. Iniziò a lavorare in una fabbrica di maioliche in via San Vitale, dove produceva statuette e dipingeva stoviglie. La sua attività si concentra solo in un secondo momento sulla produzione artistica che ha per oggetto sculture di soggetto sacro e profano.

Gli insegnanti

Allievo dell’Accademia Clementina dal 1795 al 1798, Righi aveva seguito le lezioni di scultura di due grandi artisti neoclassici, Giacomo Rossi prima, e poi Giacomo De Maria. Nel 1804 sposa Maria Spinelli da cui avrà tre figli, di cui uno, Francesco, sarà il padre del celebre fisico Augusto. Nel 1811 diviene bidello dell’Istituto di Belle Arti di Bologna, incarico che terrà fino alla morte e che gli permetteva di esercitare l’attività di plasticatore con maggiore libertà. Infatti gli garantisce uno stipendio fisso mensile. Pietro morirà a Bologna il 18 maggio 1839. Abitava in Borgo San Pietro.

Il presepe di Pietro Righi

Il prototipo del gruppo tradizionale creato e replicato da Pietro Righi è realizzato a stampo e fissato con la barbottina. Il modello è riemerso di recente sul mercato antiquario con la prima copia numerata. Quindi è composto di un insieme di singole statuine. Il gruppo base è costituito dalle figure della Madonna col Bambino, di san Giuseppe, dell’asino stante e del bue accosciato. Sono spesso accostati pastori e pastorelle, angeli e bambini. Sono attualmente conosciuti, oltre al gruppo del Museo Davia Bargellini con la Sacra Famiglia ed un pastore inginocchiato che si toglie il turbante, quello esposto nel 2014 da un collezionista privato. Attualmente è in comodato gratuito presso lo stesso museo che rappresenta un esempio ben conservato della versione più semplice. Inoltre è noto un esemplare nella collezione Guandalini di Modena, il primo firmato e numerato che ho potuto conoscere che porta il numero 6 e la data 1829.

Altre scene della Natività

A questo nucleo si possono aggiungere quello della parrocchia di Santa Caterina di Strada Maggiore, datato 1829 e del Museo d’Arte Sacra di San Giovanni in Persiceto. Quindi degli edifici religiosi di Castagnolo e di San Matteo della Decima. Ma si tratta solo di una parte dei gruppi conosciuti, tra varianti, repliche e copie semplificate di diversi livelli qualitativi. Tra le opere conservate da enti pubblici ne figura uno all’Accademia di Belle Arti di Bologna, datato 1825. Ci sono anche le sculture del Museo Civico Andrea Tubino di Masone e uno al Diocesano di Arte Sacra di Faenza. Il bel gruppo di molte figure dei Musei Civici di Modena, accostabile al Santa Caterina di Strada Maggiore e la Madonna protesa ad abbracciare il Bambino. Un’idea mutuata dal gruppo inventato da un altro scultore bolognese che in questi anni frequenta l’Accademia, Giovanni Putti.

Pietro Righi e le tipologie di presepe

Siamo dunque in grado di individuare al momento due tipologie di presepe realizzate da Righi. Una che si ricollega al gruppo ridotto del tipo Davia Bargellini, dove la Madonna, seduta accanto alla mangiatoia, è posta di profilo e tiene tra le braccia il Bambino rivolgendosi a San Giuseppe. Il bue è accosciato davanti a lei e guarda verso l’alto, l’asino è in piedi dietro la mangiatoia e l’uomo seduto, si gira verso la Madre e il Bambino con le mani giunte. Un secondo, più complesso, con la tenda sotto la quale la Madonna si protende tenendo tra le braccia Gesù. Il padre è seduto ma con le braccia libere, il sinistro disteso lungo il corpo, il destro raccolto sul ginocchio. Il bove ripete la posa del gruppo precedente, mentre il somaro, non sempre presente, è in piedi dietro la Madonna.

La seconda versione del presepe di Pietro Righi

La fortuna della seconda versione è testimoniata anche da alcune produzioni di minor formato e di qualità molto modesta, quasi in sermo humilis. Tuttavia le figure sono però derivate da quelle inventate da Righi, sulla scorta di Giovanni Putti. Lo dimostrano molto bene i due gruppi ora in comodato gratuito al Museo Davia Bargellini e provenienti da una collezione privata. Qui le figure, tozze, visibilmente realizzate a stampo, sono innegabili derivazioni popolari di un linguaggio espressivo già molto semplificato.

Visite guidate al presepe di Pietro Righi

Durante il periodo di apertura sono previste visite guidate gratuite. Venerdì 16 dicembre alle 17 con Fernando Lanzi, il 23 dicembre alle 17 con Davide Scabbia, Lunedì 26 dicembre e il 6 gennaio 2023 alle 10.30, il 13/01 2023 alle 17 e domenica 15 gennaio 2023 alle 10.30 con Antonella Mampieri.

Immagine da cartella stampa.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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