Dal 1995 ad oggi la Grande Barriera Corallina ha perso metà dei suoi coralli.
Un evento drammatico, causato prevalentemente dal riscaldamento climatico. A causa dello stress prodotto dall’aumento della temperatura dell’acqua i coralli espellono le alghe con le quali vivono in simbiosi e dalle quali ricavano nutrimento.
Poiché sono le alghe stesse a dare ai coralli i loro vivaci colori, nel momento in cui queste vengono espulse, tali organismi diventano bianchi o comunque si schiariscono. Questo fenomeno, chiamato appunto sbiancamento del corallo, sta decimando migliaia di specie.
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Quasi al punto di non ritorno
Questo fenomeno non è irreversibile, ma possono volerci anni prima che ritornino le condizioni ottimali per la loro ripresa. Uno studio del 2019, inoltre, ha scoperto che le colonie di corallo danneggiate faticano a rigenerarsi poiché la maggior parte dei coralli potenzialmente riproduttivi sono morti.
2020: il terzo sbiancamento in massa dei coralli
Sono stati tre, nel corso degli anni, gli episodi di sbiancamento in massa dei coralli. Al 2016 e 2017 si aggiunge il 2020.
Le specie più colpite, peraltro, sembrano quelle che formano le strutture più grandi. Queste forniscono riparo e protezione a innumerevoli altri esseri viventi.
Nonostante la Grande Barriera, estesa per circa 2.300 km e nominata patrimonio dell’Unesco nel 1981, sia uno degli ecosistemi più protetti al mondo la sua disfatta sembra sempre più plausibile.
Con la sua scomparsa verrebbero meno migliaia di specie marine diverse che dipendono da questo ecosistema unico per sopravvivere.
L’ONU lancia un ultimo avvertimento: se l’aumento della temperatura raggiunge 1,5°C, in più rispetto l’era preindustriale, il 90% dei coralli del mondo potrebbe scomparire.
Dove si trova la Grande Barriera Corallina?
Si trova al largo della costa del Queensland, nell’Australia nord-orientale. La Grande Barriera Corallina è la più grande struttura fatta di organismi viventi.