venerdì, Aprile 18, 2025

Papillomavirus (HPV): uno studio dimostra il calo dell’87%

Il Papillomavirus si sta riducendo nei casi di cancro del collo dell’utero. I risultati della ricerca, condotta da Peter Sasieni del King’s College di Londra dimostrano che il tasso di tumore è ridotto dell’87% nelle donne vaccinate a 12-13 anni. Una percentuale che scende al 34% per le vaccinate intorno ai 16-18 anni.

Che cos’è il papillomavirus?

L’HPV, o virus del papilloma umano, è un virus a DNA, ampiamente diffuso tra la popolazione e la sua importanza è senz’altro da collegare al tumore al collo dell’utero. Infatti, è ormai certo che almeno il 90% dei casi di cancro della cervice uterina sono dovuti all’infezione da HPV.

Come si trasmette il papillomavirus?

È possibile contrarre il papillomavirus per via sessuale, attraverso rapporti non protetti. Poiché l’infezione non colpisce esclusivamente i genitali ma anche le zone circostanti, come ano e canale rettale e la bocca. Neanche il preservativo rappresenta una barriera sicura al 100% dal contagio. È possibile che il virus si trasmetta anche per via materno-fetale. Durante il parto o dopo la nascita, se la donna in gravidanza è portatrice di HPV.

Nella maggior parte dei casi il virus è asintomatico

Per cui molti di coloro che si infettano neanche se ne accorgono ed in una percentuale molto elevata. Almeno il 90%-95% è debellato spontaneamente dal sistema immunitario nel giro di due anni. Questo significa che solo il 5-10% di coloro che hanno l’HPV presentano un reale rischio di progressione verso il tumore della cervice uterina. Sebbene di solito si risolva da solo, l’infezione persistente da HPV espone le donne a un rischio maggiore di cancro del collo dell’utero. L’HPV espone anche gli uomini ad un aumentato rischio di cancro anale, del pene e della gola.

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Il vaccino HPV di prima generazione ha ridotto i casi dell’87%

I ricercatori britannici hanno pubblicato uno studio, stimando che entro la metà del 2019 ci fossero 450 casi in meno di cancro del collo dell’utero e 17.200 casi in meno di precancerosi del previsto nella popolazione vaccinata. I ricercatori del Kings College di Londra e del governo britannico hanno esaminato i dati del registro dei tumori basati sulla popolazione nel Regno Unito tra gennaio 2006 e giugno 2019 per sette gruppi di donne. Confrontando quelle che erano vaccinate con quelle che non lo erano. Stavano esaminando i dati relativi al vaccino Cervarix, che protegge da due ceppi di papillomavirus umano o HPV che causano il cancro. I vaccini più recenti venduti con il marchio Gardasil proteggono da un numero ancora maggiore di ceppi di virus cancerogeni.

I risultati dello studio sul papillomavirus

Dei tre gruppi vaccinati, ciascuno in età diverse. Un gruppo all’età di 12-13 anni, un altro a 14-16 e un altro a 16-18. Quelli vaccinati in tenera età erano i più protetti, ha riferito il team. Chi ha ricevuto il vaccino tra i 14 e i 16 anni ha un tasso ridotto del 62%. I tassi sono ridotti del 24% tra i vaccinati tra i 16 e i 18 anni. “Questo studio fornisce la prima prova diretta dell’impatto della campagna di vaccinazione contro l’HPV del Regno Unito sull’incidenza del cancro della cervice uterina, mostrando una grande riduzione dei tassi di cancro della cervice nelle coorti vaccinate”, ha affermato la coautrice dello studio, la dott.ssa Kate Soldan dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito.

Il vaccino anti papillomavirus umano (HPV)

Il vaccino anti papilloma virus non è obbligatorio ma è raccomandato (per le ragazzi di entrambi i sessi, intorno ai 12 anni vista la frequenza delle infezioni da HPV e le potenziali conseguenze. Considerato che il contagio avviene per via sessuale è preferibile somministrare il vaccino prima dell’inizio dell’attività sessuale. Le dosi variano a seconda dell’età e del tipo di vaccino:

Vaccino bivalente

Tra i 9 e i 14 anni, due dosi (di cui la seconda dopo 5-7 mesi dalla prima). Dai 14 anni, tre dosi (di cui la seconda dopo 1-2,5 mesi dalla prima e la terza 5-12 mesi dopo la prima).

Vaccino quadrivalente

Tra i 9 e i 13 anni, due dosi (di cui la seconda dopo 6 mesi dalla prima). Può essere anche somministrato in tre dosi di cui la seconda ad almeno un mese dalla prima e la terza dopo almeno tre mesi dalla seconda. Le tre dosi sono comunque somministrate entro un anno. Dai 14 anni, tre dosi seguendo lo schema precedente.

Effetti collaterali del vaccino anti papillomavirus umano (HPV)

Il vaccino anti papilloma virus umano è molto sicuro, a seguito della sua somministrazione possono presentarsi dolore, rossore e gonfiore e prurito nella zona di iniezione. Come per tutti i vaccini è possibile che si verifichi l’eventualità di reazioni allergiche anche gravi. Si tratta di un’evenienza comunque rara.

Claudia Cornacchini
Claudia Cornacchini
Claudia Cornacchini è redattrice presso periodicodaily, dove scrive di attualità, cultura, salute, nutrizione, tra le altre cose. Ha conseguito un diploma di maestra d'arte ed è naturopata certificata.

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