Ieri non era una domenica qualunque. O un giorno come altri. Ieri era infatti il 25 aprile, la Festa della Liberazione. Una data importante per la storia italiana. Una liberazione che è costata però molte vittime. E che oggi è purtroppo al centro di molte diatribe. Il giornalista e critico d’arte Paolo Levi ha voluto ricordare questa giornata. Scrivendo infatti un articolo, in cui racconta un episodio della sua infanzia.
Paolo Levi: di cosa tratta il suo racconto?
Paolo Levi ha pubblicato ieri il suo racconto sul sito ArtsLife. Si tratta di un raccolto molto breve e personale. In cui Levi rievoca appunto un episodio della sua infanzia, legato al dramma del regime fascista. Levi racconta infatti che la sua famiglia e lui si sono rifugiati nella Langa piemontese per sfuggire ai fascisti in quanto ebrei. In quel periodo, Federico Levi, il padre, lasciava la casa per andare a disegnare vari passaggi. Finché un giorno i genitori di Levi non hanno chiesto ai figli di andare a fare un passeggiata con loro. “Una lunga passeggiata e uno strano pomeriggio“. Scrive Paolo Levi nel suo racconto. A quel tempo, però, Levi non sapeva il vero motivo di quella passeggiata. Solo più tardi Levi ha scoperto che la passeggiata era in realtà un tentativo di fuga dai fascisti. Che erano giunti nelle zone limitrofe.
Bibliografia della Liberazione: alcune pagine da leggere
Un racconto intenso
Il racconto di Paolo Levi merita un’attenta lettura. Per quanto breve, esso è una delle tante testimonianze degli orrori nazi-fascisti perpetuati verso milioni di persone. È il racconto di due bambini che seguono i propri genitori, non sapendo di essere appena sfuggiti a morte certa. Spesso ci si dimentica cosa abbia comportato quel determinato periodo storico. C’è anche chi è pronto a dire che è tutta un’invenzione. I campi di concentramento? Mai esistiti. Le foto che li ritraggono sono false. Eppure non è così. A ricordare ciò a Levi è anche un disegno. Fatto da suo padre il giorno della passeggiata e della fuga. “Il Bosco dei Bambini senza Paura“, ecco qual è il titolo dell’acquarello. Un titolo potente per un ricordo altrettanto forte. Un titolo dedicato a tutti i bambini sfuggiti agli orrori del nazifascismo.