Tra le creature fantastiche più preponderanti della storia, troviamo i giganti. Quest’ultimi, con le loro enormi dimensione, possono spaventare e impressionare. La storia ci racconta che, tuttavia, quella grandezza non è sempre e comunque sinonimo di cattiveria. Roald Dahl, ad esempio, racconta del “GGG”, il Grande Gigante Gentile. Sebbene la fantasia sia colma di queste figure, anche la realtà non è da meno. Tutti siamo i giganti di qualcun altro. Affianchiamo un gatto a una formica. Agli occhi di quest’ultima, il felino risulterà una creatura enorme. Per non parlare di noi esseri umani. Anche se tutti noi presentiamo altezze differenti, possiamo comunque dirci mastodontici, in confronto ad altri animali. Chi sono dunque, i nostri giganti? Gli esempi sarebbero innumerevoli. Oggi ci occuperemo dei grandi giganti gentili della natura. Quegli esseri senza i quali non potremmo vivere: gli alberi. E’ stato di recente scoperto l’orologio molecolare degli alberi.
Orologio molecolare degli alberi: che cos’è?
Il merito della scoperta lo dobbiamo a un gruppo di ricercatori dell‘Università Sapienza di Roma coordinato da Raffaello Dello Ioio. Il lavoro, pubblicato sulla rivista “Current Biolology”, è stata basata sull’ Arabidopsis thaliana, la pianta in assoluto più studiata dai biologi. <<Otto giorni dopo la germinazione, quando l’embrione nel seme inizia a uscire dalla fase di quiescenza, si verifica una riduzione dell’espressione di alcune piccole molecole di Rna, i microRna 165 e 166. La divisione asimmetrica della cortex, una componente della struttura della radice, risulta dipendere proprio dalla minore espressione dei microRna, che esercitano un controllo positivo sui livelli del fitormone gibberellina e uno negativo su quelli del fattore di trascrizione Phabulosa>> Spiega Dello Ioio. Siamo dunque di fronte a una scoperta che potrebbe rivoluzionare il campo della botanica e della scienza in generale.
Il dottor Raffaele dello Ioio, grazie a uno studio sullo sviluppo degli organi delle piante, ha vinto il premio “Antonio Feltrinelli giovani” nel 2019. Quando parliamo di ricerca, si fa di solito riferimento al campo medico scientifico. Più raramente vengono presi in considerazione altri campi. Eppure, è importante rendersi conto che la scienza ha varie branche, e alcune di queste riguardano proprio la natura. In fin dei conti, noi stessi siamo natura. Siamo parte di questo mondo, proprio come gli alberi che si ergono sul terreno. Questo avvicinamento alle piante, a quegli esseri silenziosi che sorgono sul pianeta, non fa che incrementare la profondità del nostro animo umano. In quanto esseri animali senzienti, dovremmo renderci conto che tutto il circostante è colmo di vita. E che, come noi, merita di essere amato, curato e studiato.