L’ONU ha affermato che le vittime delle inondazioni in Libia avrebbero potuto essere evitate se le autorità libiche avessero lanciato l’allarme nei tempi giusti.
ONU: in Libia si sarebbero potute evitare tutte quelle vittime
Petteri Taalas, capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), ha detto che la maggior parte delle migliaia di morti causate dalle alluvioni in Libia avrebbero potuto essere evitate se ci fossero stati adeguati sistemi di allerta precoce e di gestione delle emergenze. “Se avessero avuto un servizio meteorologico normalmente operativo, avrebbero potuto emettere un avvertimento”, ha detto Taalas. “Le autorità di gestione dell’emergenza sarebbero state in grado di effettuare l’evacuazione delle persone. E avremmo potuto evitare la maggior parte delle vittime umane”, ha aggiunto.
Il Centro meteorologico nazionale (NMC) della Libia aveva emesso allerte meteorologiche estreme con circa 72 ore di anticipo e aveva anche informato le autorità governative tramite e-mail. Tuttavia, l’OMM ha affermato che “non è chiaro se gli avvertimenti siano stati effettivamente diffusi”.
Assistenza alla Libia
Le Nazioni Unite hanno stanziato 10 milioni di dollari e l’Unione europea 537.000 dollari. Anche altre nazioni hanno intensificato gli sforzi per aiutare la Libia. La Germania ha inviato materassi, tende, coperte letti da campo e generatori. La Francia ha inviato circa 40 soccorritori, tonnellate di forniture mediche e un ospedale da campo. La Turchia ha annunciato che altri due ospedali militari da campo sarebbero stati inviati via nave, mentre una nave militare italiana è attraccata al largo delle coste libiche per offrire servizi logistici e medici. supporto. Dal Medio Oriente, due aerei con 150 tonnellate di aiuti sono già decollati dagli Emirati Arabi Uniti. È decollato anche un altro volo dal Kuwait con 40 tonnellate di aiuti. Un aereo militare carico di pacchi di cibo, tende, coperte e materassi è in viaggio dalla Giordania, e i media palestinesi hanno riferito che anche una missione di salvataggio è partita da Ramallah. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato la creazione di “campi di accoglienza” per i sopravvissuti.
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