Di anno in anno lo sfruttamento energetico dell’olio di palma aumenta a discapito delle foreste. Mentre gli usi alimentari, per prodotti d’uso quotidiano come pane, gelati, crema di nocciole, cioccolato, margarina, shampoo e detergenti è sceso in Europa. Al minimo storico di 2,8 milioni di tonnellate.
L’olio di palma è anche utilizzato per la produzione di biocarburanti. Destinati ai settori dei trasporti e dell’energia. Lo ricorda un dossier di Legambiente dal titolo: “Più olio di palma nei motori che nei biscotti“.
Nel 2019 gli automobilisti italiani hanno pagato circa 300 milioni di euro per l’olio di palma nel biodiesel.
Per 10 anni è stato consentito dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili del 2009. Non è stato mai fissato un criterio di sostenibilità delle materie prime. Olio di palma e altri grassi alimentari, fonte di deforestazione, come anche quello di soia, sono stati utilizzati senza criterio.
Ora, una variante della normativa impedirà l’uso del grasso tropicale. Ma dal 2030. Fino al 2023 sarà legale usare le stesse quantità di olio di palma utilizzate nel 2019. Ricordiamo che il 70% delle importazioni dell’Italia è stata utilizzata per i carburanti.
La procedura nascosta
Sulle confezioni o sui siti web dei prodotti alimentari o dei detergenti e dei cosmetici è riportata la loro composizione – dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente. I distributori di carburante o i produttori di energia elettrica che bruciano olio di palma lo nascondono. Giustificano il sovraprezzo propagandando caratteristiche genericamente green, rinnovabili o vantaggi ambientali inesistenti.
Secondo Transport & Environment, nel 2019 gli automobilisti europei hanno bruciato nei loro motori 22 volte più olio di palma di quanto ne ha usato la Ferrero per tutta la Nutella e i Kinder consumati nel mondo. 15 volte di più di quanto consumato dal gruppo Mondelez (Oreo e Cadbury) per i loro biscotti e cioccolatini. Quattro volte di più dell’olio di palma impiegato da Unilever per tutti i propri prodotti detergenti in tutto il mondo.
Olio di palma e foreste
Un danno incalcolabile per il clima (ogni litro di olio di palma comporta il triplo delle emissioni di CO2 di un uguale volume di gasolio fossile). Per la biodiversità (distruggiamo l’habitat di specie vegetali e animali come l’orango, la tigre e il rinoceronte) che produce, inoltre, rischi di diffusione delle nuove zoonosi.
Questa tecnica scorretta si chiama Greenwashing. È un neologismo indicante la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche. Finalizzata a costruire un’immagine ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale. Lo scopo è quello di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.