Jack Ruby – nato Jacob Rubenstein – è stato un criminale statunitense, noto ai più per aver sparato a Lee Harvey Oswald, tristemente famoso perché sospettato di aver assassinato il presidente J.F. Kennedy. Ruby riuscì a introdursi nei sotterranei della polizia di Dallas e a mescolarsi ai giornalisti. Gli agenti stavano trasferendo Oswald. Ruby si fece strada tra cronisti e cameraman, si portò in prima linea proprio mentre gli agenti scortavano Oswald verso l’uscita, tirò fuori la pistola e fece fuoco. Il proiettile, esploso da distanza ravvicinata, trapassò l’addome di Oswald.

Subito arrestato, Ruby si dichiarò fiero di quel che aveva fatto, e si disse convinto che l’avrebbero prosciolto. Andò diversamente. Condannato al carcere a vita, Ruby morì a seguito di un enfisema polmonare mentre era ricoverato al Parkland Memorial Hospital, lo stesso ospedale dove morì Oswald.

Ruby era ebreo. Il padre, di origine polacca, si trasferì negli Stati Uniti nel 1903.
Jack ebbe un’infanzia travagliata. Crebbe per strada, arrangiandosi con lavoretti precari, organizzando bische clandestine e dandosi al bagarinaggio. Era conosciuto per il carattere iracondo e gli atteggiamenti violenti. Aveva più di trent’anni quando, ancora a spasso, trovò un appiglio nella sorella. Eva gli aprì un locale notturno a Dallas. Il locale che Ruby ebbe in gestione si chiamava Carousel Club. Era frequentato da gente malfamata, mafiosi e poliziotti. Jack gli offriva da bere per ingraziarseli, nel tentativo di creare una rete di conoscenze influenti.

Le cose per Ruby presero l’abbrivio una mattina del ’63. Jack si trovava nella redazione del Dallas Morning News. Era impegnato a pubblicizzare il suo locale, quando una notizia irruppe nella stanza come un aereo attraverso un finestrone panoramico: Kennedy era stato assassinato. Superato lo shock iniziale, Ruby decise di precipitarsi al Parkland Memorial Hospital. Lì apprese la veridicità della notizia e, come molti americani, si mostrò angosciato e rabbioso. Chi gli era vicino disse in seguito di averlo udito straparlare e piangere. Ce l’aveva a morte con Oswald, e temeva che la sua scellerata impresa potesse ripercuotersi sulla comunità ebrea, rinfocolando l’antico odio razziale. All’epoca si vociferava che i servizi segreti israeliani avessero agenti infiltrati nella CIA e nell’FBI. Il fatto poi che Israele potesse beneficiare dell’assassinio di Kennedy, era un particolare non da poco, che la stampa dell’epoca ignorò senza troppi problemi.
Le teorie sull’assassinio di Kennedy si sprecano. Pare che la CIA ce l’avesse col presidente. Kennedy, infatti, si rifiutò di sostenere l’agenzia nel corso dell’invasione della Baia dei Porci. Quando l’azione militare fallì, Kennedy paventò l’idea di smantellare la CIA.
Un’altra teoria è quella che la mafia abbia organizzato l’assassinio. Kennedy aveva dichiarato guerra alla malavita. E il fatto che molti capi mafiosi fossero legati a Israele potrebbe costituire una prova a sostegno di tale teoria.
La verità è che non sappiamo cosa sia accaduto. Una delle poche certezze comprovate è questa: Kennedy pretese che Guriòn, primo ministro israeliano, gli aprisse le porte del nuovo impianto nucleare di Dimona. La pretesa di visite periodiche all’impianto non fu accolta di buon animo e Kennedy decise di scrivere una lettera a Guriòn, nella quale minacciava di isolare Israele dal resto del mondo. Era il 13 maggio del 1963. Kennedy verrà ucciso il 22 novembre dello stesso anno.
Ruby verrà ricordato per aver ucciso l’assassino di Kennedy. Oggi ricorre l’anniversario della sua morte. Con lui potremmo aver perso alcune verità che avrebbero fatto luce sull’intera faccenda.