Si celebra oggi, domenica 17 maggio 2020, la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia (IDAHOTB, International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia).
Si tratta di una ricorrenza promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia e riconosciuta dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite.
Quando è stata istituita la Giornata Internazionale contro Omofobia, Transfobia e Bifobia?
La Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia è stata istituita nel 2004; il suo obiettivo è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.
Si celebra in più di 130 paesi, di cui 37 in cui atti omosessuali sono illegali.
Anche in Svizzera l’omofobia è reato
Perché si celebra il 17 maggio?
Il 17 maggio 1990, l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali contenuta nella Classificazione Internazionale delle Malattie (International Classification of Diseases). Una data che ha segnato una pagina importante nella storia dei diritti umani.
30 anni fa l’OMS rimosse l’omosessualità da elenco malattie mentali

Grazie a Louis-Georges Tin, scrittore francese, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003) e attivista per i diritti LGBT, nel 2004 a Parigi è stata creata un’associazione chiamata “Comitato IDAHO”; il suo obiettivo era quello di promuovere il 17 maggio di ogni anno la celebrazione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia.
Dalla sua istituzione l’Associazione “Comitato IDAHO” ha lanciato in rete un proprio sito ufficiale per spiegare la storia e le motivazioni di questa giornata e valorizzare gli eventi che si svolgono in tutto il mondo.
Molte le iniziative in svariati paesi per denunciare l’esistenza dell’omofobia come paura e pregiudizio sociale e per sensibilizzare sulle diverse forme di discriminazione e violenza di cui sono oggetto le persone LGBT.

Il tema della Giornata Internazionale contro l’Omofobia 2020
Il tema scelto per la campagna 2020 è Breaking the Silence.
Il 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia romperà parte del silenzio. Migliaia di persone sono invitate a prendersi lo spazio che spetta loro, perché tutte le realtà, tutte le voci e tutte le storie contano.

La Risoluzione sull’omofobia
Il 26 aprile 2007 il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione sull’omofobia in Europa che condannava i discorsi d’odio e le violenze omofobiche; indiceva inoltre il 17 maggio di ogni anno la Giornata Internazionale contro l’Omofobia in Europa.
Il Parlamento europeo […] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni
[…] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli
Transfobia e bifobia
Nel 2009 si verificò un aumento di casi di violenza nei confronti delle persone transessuali e transgender e il focus della campagna IDAHO si indirizzò verso la transfobia; il nome ufficiale della giornata divenne così Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia, o IDAHOT (International Day Against Homophobia and Transphobia). Nel 2015 si aggiunse anche la bifobia negli obiettivi della campagna.
Omofobia in famiglia: una nuova canzone su questo delicato tema
Allo stato attuale solo il 67% dei Paesi membri del Consiglio d’Europa ha adottato normative anti-discriminazione; solo il 52% ha dato vita ad iniziative volte a identificare e tutelare le persone maggiormente esposte a discriminazioni; nel 55% dei Paesi membri sono possibili matrimoni e unioni civilmente riconosciute tra persone dello stesso sesso; solamente il 36% di questi però garantisce loro stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali.
L’allarme di Marrazzo: ancora troppa violenza e discriminazione
Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line 800 713 713 e portavoce Gay Center, ha lanciato l’allarme:
Dopo 30 anni le persone LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) sono ancora vittime di violenze e discriminazioni. Allarmante, nell’ultimo anno, è il dato sulle violenze e gli abusi pari al 25% che registra un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Di questi casi meno di 1 adolescente su 60 pensa di denunciare.
Analizzando, invece, gli altri dati di Gay Help Line dell’ultimo anno, su un campione di oltre 20 mila contatti rileviamo: Incremento del 17% dei ricatti e minacce che raggiunge il 28%, un dato allarmante, che mostra quanto ancora per le persone LGBT dichiararsi comporti forti rischi, come la perdita del lavoro, l’allontanamento dalla famiglia di origine, l’emarginazione e per questi motivi restano vittime di ricatti e minacce. Incremento del 3% del Mobbing sul lavoro che raggiunge il 15%, un dato dovuto alle inesistenti tutele per le vittime LGBT, in quanto le norme antidiscriminatorie sul lavoro sono di fatto inapplicabili. Questo dato ci evidenzia anche che molte coppie lesbiche e gay unite civilmente decidono di non chiedere il permesso di ferie per l’unione per non dichiararsi ai propri datori di lavoro
E nelle scuole?
Sono preoccupanti anche i dati della ricerca nelle scuole dove emerge che su un campione rappresentativo di oltre 1500 studenti, oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata ed il 10% pensa sia una malattia mentre il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay.
Il 10 % considera l’omosessualità una perversione, un peccato, una cosa immorale, una malattia mentale. Il 40% condanna nettamente o pensa che l’omosessualità sia una scelta, qualcosa che si può cambiare, che si decide.
Il 30 % riconosce che a scuola subiscono provocazioni e atti di bullismo, che vengono isolati ed emarginati.
Il 34% ammette di non volere in stanza durante le gite scolastiche studenti che amano il loro stesso sesso.
Questo è il quadro di un paese dove c’è ancora, e molto, da fare.
La richiesta di Marrazzo:
Richiediamo pertanto al Governo, dopo 30 anni, una legge seria contro l’omofobia, come già avviene in molti latri paesi, che renda l’omofobia un reato e dia sostegni concreti alle vittime come case rifugio e centri antiviolenza per rendere possibili le necessarie denunce. Purtroppo ad oggi non sappiamo ancora quale sarà il testo base alla camera, ma tutte le proposte di legge presentate, a nostro avviso, non sono sufficienti a garantire misure certe e concrete di aiuto e supporto alle vittime. Quindi, l’annuncio che la legge va in aula a luglio ci preoccupa molto, che possa essere solo uno specchietto per le allodole