mercoledì, Aprile 16, 2025

Officine restomod: le marche top e le loro creazioni

Il Restomod è il fenomeno nuovo del mondo dell’auto, ed il numero delle officine specializzate sta letteralmente esplodendo. In un’epoca in cui il mondo auto si sta trasformando (con evidenti forzature politiche), la necessità di tenere vivo un veicolo classico è impellente. E allora, perché non modernizzarlo rispettandone la propria originalità per quel che si può? La filosofia restomod è tutta qui. In questo articolo, andremo a conoscere i marchi più noti del settore, e le loro creazioni top.


Auto restomod: quando il classico incontra l’hi-tech


Quali sono le officine leader del settore restomod?

Per il nostro viaggio, partiamo dai protagonisti di questo campo, ossia i modelli. Prendiamone uno: l’Alfa GTA degli anni 60. Come sarebbe in forma moderna? Gli inglesi di Alfaholics hanno realizzato la GTA-R, con il motore quattro cilindri potenziato a 300 CV ed un peso di soli 800 Kg. Una vettura dura e pura, tanto da far appassionare un certo Gordon Murray, che ne possiede una. Più orientata al lusso ed alle prestazioni pure è la GTA di Totem Automobili, firma basata in Italia. La sua proposta prevede interni in pelle ben rifiniti, e due opzioni motoristiche differenti. Una è il V6 biturbo della Giulia Quadrifoglio, da 510 CV, l’altra è un motore elettrico da 590 CV e 1100 Nm. Rimanendo in tema elettrico, la Lunaz realizza versioni a batteria delle vetture classiche Jaguar, Land Rover, Rolls Royce e Bentley. Ma lo stile originale rimane intatto, con al massimo un aggiornamento dei lussuosi interni. L’azienda inglese promette 450 Km di autonomia, e la protezione della privacy, grazie ad un’apposito sistema di crittografia!

I restomod dei cavalli di razza

La Lancia Delta Integrale, come la Giulia, ha due versioni “rimaneggiate”: la prima è la celebre Futurista di Eugenio Amos, la cui presentazione risale al 2019. Partendo da uno chassis originale, la Futurista si arricchisce di interni nuovi (rigorosamente in alcantara), fari a led ed un motore quattro cilindri turbo potenziato a 300 CV. Sulla stessa lunghezza d’onda, Miki Biasion ha rimesso mano alla Deltona Evoluzione, presentandola lo scorso ottobre. Grazie ad una mappatura ad hoc, la vettura può passare da 220 a 340 CV con un solo pulsante. Rimanendo in tema racing, gli inglesi di Redux hanno rimesso mano alla BMW M3 E30. Il motore 4 cilindri originale passa a 2.5 litri, con 275 CV. Per chi non si accontenta, l’azienda mette a disposizione un kit con turbo, che fa schizzare la cavalleria a quota 390.

Miti che rinascono

Ci sono vetture che sono sinonimo di sportività, e che trovano molti estimatori nella galassia delle officine restomod. Uno di questi è la Mini, che grazie alla David Brown Automotive diventa un gioiellino che non ha nulla da invidiare ad una compatta moderna. Salendo a bordo, trovate infatti un sistema di infotainment non dissimile da quello dei modelli attuali, e rifiniture come Dio comanda. Il tutto concentrato sulla carrozzeria della Mini classica, con sospensioni regolabili ed il motore originale “truccato” a 126 CV. Peccato che superi i 100 mila euro! Passando agli USA, troviamo la Porsche 911 classica “re imagined by Singer”. Il lavoro re immaginato comprende il potenziamento del boxer originale fino ai 300 CV, e finiture in pelle e carbonio da fare invidia alla 992. Con l’ultima versione, la DLS, Singer si è spinta anche oltre, con un boxer sei cilindri progettato ex-novo nientemeno che dalla Williams! Parliamo di 500 CV, ed un sound da paura. A breve la famiglia restomod accoglierà un nuovo membro, la Mercedes SL R107. I tedeschi di Mechatronik stanno sviluppando una propria versione della classica scoperta, dotandola di apparati propulsivi delle AMG più recenti. La factory è nota per le sue creazioni basate sulla celeberrima “Pagoda”, a cui viene montato un potente V8 made in Affalterbach.

Riccardo Trullo
Riccardo Trullo
Aspirante giornalista sportivo e membro orgoglioso della famiglia Periodicodaily. La mia specialità è il motorsport, in particolare la MotoGP ed il panorama americano di NASCAR, IndyCar, IMSA. Non disdegno la F1, campionato che seguo da una vita. E già che ci sono, butto un occhio nel settore delle auto di serie.

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