Non è curioso come le leggi possano cambiare da un momento all’altro per un puro capriccio dei piani alti? Il passo avanti verso la ricerca e la biodiversità è presto smentito dai pareri contrastanti che… a dir la verità, non vogliono credere nelle reali capacità della cannabis.
Occhio non vede, cuore non duole. Sì, ma in questo caso, è l’orgoglio a piangere che non vuole ammettere la diversità in nessun’altra forma se non in quella mascherata da tradizionalismo, impermeabile a qualsiasi novità in contrapposizione con i propri canoni di vita. L’arroganza di sbandierare al mondo intero una realtà alquanto profittevole, forgiata dall’ego, è un po’ come chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà altrui senza estirpare il problema alla radice, si passa la patata bollente al prossimo concubino della politica. Ma del resto, se non è zuppa, è pan bagnato.
Ieri 30/05/19, la Corte suprema di Cassazione ha emanato la sentenza con la quale condanna l’intero commercio di Cannabis light, in vigore da dicembre 2016, la legge 242 ne promulgava l’uso a favore della ricerca e di un’ecosostenibilità ambientale.
Qualcuno si è svegliato con la luna storta… no, c’è di più. Nella gazzetta ufficiale del 2 dicembre 2016, non vi è alcuna menzione alla vendita di infiorescenze, eppure, in questi tre anni è stata la principale fonte di reddito dei cannabis shop. La destra ha solamente rispolverato ciò che risultava incongruente anche prima e si sa, quando una questione non viene definita con precisione, è molto più semplice metterla in dubbio e contestarla.
Non è chiaro se i 1500 cannabis shop chiuderanno i battenti, di certo, la sentenza gli è costata una bella doccia fredda e nei prossimi giorni ne sapremo di più.
Le 9 s(punte) per un mondo e una mente più verde
Ricerca a scopo curativo
Partiamo dal primo punto, il commercio di canapa non fa altro che sensibilizzare il pensiero comune verso possibili diramazioni future, come la ricerca in ambito medico e sociologico. Insieme ad una corretta informazione, si riuscirebbe a promuovere materiali e uno stile di vita ecosostenibili, a basso impatto ambientale e non solo, la nota cannabis terapeutica è in grado di curare persone affette da epilessia nonché da problemi quali, anoressia e insonnia.
Ricchezza e lavoro
Insomma, una vera pianta eclettica che sicuramente farebbe gonfiare le tasche del paese, offrendo molti posti di lavoro. Il giro di affari di 150 milioni di euro in soli due anni, è una testimonianza tangibile di quanto questo mercato eco-friendly potrebbe fruttare. La catena di produzione e i punti vendita avrebbero bisogno di manodopera e quale soluzione migliore in risposta all’integrazione?
Responsabilizzare sé stessi
L’idea di avere accesso 24 ore su 24 alla cannabis light facilita la via della legalità, sensibilizza le persone e le rende parti di un percorso cosciente, soprattutto, perché alla luce del sole. Per questo motivo, partecipare ad una scelta consapevole significa anche prendere coscienza delle proprie azioni e di conseguenza, responsabilizzarsi.
Cambiamento
Certamente, si parla di una novità che riflette un cambiamento e che, essendo tale, implica una soglia d’incertezza ed è proprio l’ignoto a creare paura. Ma non tutti i cambiamenti vengono per nuocere, la cannabis light rappresenta quel trampolino di lancio verso un’evoluzione più naturale e un progresso mentale che richiede come unico sforzo quello di disabituarsi agli schemi rigidi imposti dalla società, aiuta ad avere una mente più libera e meno plagiabile.
Del resto, il mondo è bello perchè vario e chi non condivide le scelte altrui non deve necessariamente imporre le proprie, semplicemente, si parla di accettazione. I giudizi sono pregati di farsi un esame di coscienza prima di parlare.
Scelta
Cosa ci spinge maggiormente a prendere una decisione se non la scelta di poter confrontare due diverse soluzioni? É dalla sovrapposizione di due potenziali scelte che si trova quella più adatta a noi e non dalla costrizione di un unico modello da seguire a priori. La cannabis light rappresenta una scelta per chi decide di acquistarla e potrebbe addirittura inibire coloro che ne abusavano, vista la sua totale accessibilità.
Sicurezza
Un mercato, qualunque esso sia, sarà pur sempre controllato da regole basilari che non accettano sbavature di qualità, la merce viene sottoposta a procedure che ne verificano la composizione e la natura… ed è quindi un prodotto più sicuro e fruibile rispetto a quelli che si vendono sottobanco.
Sostenibilità ambientale e benessere
I benefici della canapa nel settore agronomico, agroindustriale e della bioedilizia sono molteplici, con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili, una volta estratta la fibra tessile, rimangono la stoppa e il canapolo da cui si ricava la carta di più uso corrente come quella dei giornali. Il seme sarà la materia prima per la produzione di oli industriali come il biodiesel, l’etanolo e l’energia.
Anche dal punto di vista alimentare è importante, ha un ottimo apporto di proteine, antiossidanti e vitamine ed un rapporto equilibrato tra omega 3 e omega 6 che favoriscono la prevenzione e il trattamento di patologie coronariche, ipertensione e disordini infiammatori. L’olio di canapa influisce positivamente anche sui livelli di colesterolo, psoriasi e artrosi.

Mille risorse innovative e un salto nel vuoto per alcuni, il cambiamento fa paura sì, ma quanta ne fa la convenzione? Vi auguro una felice riflessione…